“L’amor che move il sole e l’altre stelle”, termina così la Divina Commedia, il più importante poema della tradizione italiana. Il 25 marzo iniziava il più celebre viaggio ultraterreno della storia ed oggi, nel 2020, si sceglie di celebrarlo con il Dantedì, o Dante-day. Franceschini: “è ancor più importante ricordarlo per restare uniti”
“Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura, / ché la diritta via era smarrita. / Ahi quanto a dir qual era è cosa dura / esta selva selvaggia e aspra e forte / ché nel pensier rinova la paura!” – inizia così la Divina Commedia, il più importante poema della tradizione culturale italiana. Dante Alighieri, celeberrimo poeta toscano, che con l’utilizzo del volgare fiorentino è stato uno dei precursori della lingua italiana, scrisse la Commedia nel ‘300, intorno al 1321. Nella giornata odierna, 25 marzo 2020, si è scelto di celebrare per la prima volta il Dantedì, o Dante-day, perché gli studiosi ritengono che proprio il 25 marzo iniziò il viaggio ultraterreno che il poeta descrisse attentamente in 14.233 versi. È un invito a tutto il popolo italiano, dai docenti agli studenti che verranno coinvolti nelle lezioni online, agli artisti, chiamati a realizzare opere nelle più disparate discipline per onorare Dante, ai cittadini, che rispolverando una semplice citazione del poeta diverranno parte di questo bellissimo progetto. Il 17 gennaio scorso, il Governo ha deciso di intraprendere questa iniziativa, volta alla riscoperta del versificatore fiorentino, punto fondamentale della letteratura italiana. Erano state previste numerose attività dislocate in tutta Italia, ma data l’emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando, avverrà tutto in rete. Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, rivolge un appello a tutti: “Il 25 marzo leggete Dante e postate i vostri contenuti. Dante è la lingua italiana, è l’idea stessa dell’Italia. Ed è proprio in questo momento che è ancor più importante ricordarlo per restare uniti”. Ministero, musei, librerie, siti archeologici, artisti, posteranno sui propri account social un pensiero, un’immagine, una citazione per essere parte di questa giornata. Dalle 12 di mercoledì 25 marzo tutti sono invitati a farlo, segnalando la propria iniziativa con gli hashtag ufficiali Dantedì e IoleggoDante. La Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina dichiara che anche le scuole prenderanno parte a questa iniziativa in modo telematico, attraverso la didattica a distanza, sostiene: “Il Dantedì può essere una bellissima occasione per ribadire che la scuola c’è, per condividere, sui social o sulle piattaforme delle lezioni online, la passione per uno deitesti più importanti della nostra letteratura”. Siamo nel pieno di un’emergenza sanitaria mai vista prima, lo spirito degli italiani si sta unendo sempre di più, seppur fisicamente distanti, ognuno sul proprio balcone, cantando l’Inno d’Italia e ricordando successivamente le canzoni più importanti della storia della musica italiana. Questa sarà sicuramente l’occasione per dimostrare ancora una volta l’amore verso il Bel Paese. Citando Dante, speriamo presto di poter dire “e quindi uscimmo a riveder le stelle”, presagio di luce e speranza dopo le tenebre che il poeta fiorentino, accompagnato da Virgilio, aveva attraversato nell’Inferno.
Dante, poeta fiorentino del Trecento, considerato il padre della lingua italiana, è celebre soprattutto per la Divina Commedia, ma è stato autore di molti altri incantevoli scritti. Vita Nova, ad esempio, può essere considerato quasi come il “romanzo” autobiografico del poeta, nel quale celebra l’amore per Beatrice, sua musa ispiratrice (realmente esistita, il suo nome era Beatrice Portinari, la sua morte, avvenuta a soli 24 anni, causò nel vate fiorentino una profonda crisi). Caratterizzato per l’alternanza tra prosa e versi, fu composto presumibilmente nell’ultimo decennio del Duecento; particolare rilevanza assume il celebre sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare. Altra opera importante è il Convivio, primo manifesto letterario con un fine civile regalato all’umanità, punto di riferimento importante per coloro che volevano dedicarsi all’attività pubblica e civile senza aver svolto gli studi. Va ricordato anche il De vulgari eloquentia, trattato scritto in latino nel quale difendeva appassionatamente la lingua volgare. Altre opere da citare, fondamentali per la conoscenza del pensiero dantesco sono: il De monarchia, le Epistole, la Quaestio de aqua et terra.
Di Pamela Cioffi
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