Riapertura scuole: Un gruppo di insegnanti della Scuola Secondaria, ritenuti “soggetti fragili” in emergenza Covid, ha deciso di appellarsi a diverse “associazioni delle malattie dei docenti fragili” perché il loro problema venga affrontato in modo serio e definitivo
Riapertura scuole, ma il destino di alcuni insegnati, identificati come fragili è ancora incerto. Al momento questa classe di docenti, che è stata ben tutelata per gli esami di Stato 2019/2020, si trova ad affrontare il difficile momento della ripresa delle lezioni solo con le tutele ordinarie, previste dalla legge e dal contratto collettivo nazionale di lavoro. Quali sono i docenti che rientrano nella categoria di soggetti fragili? Sono quelli affetti da patologia croniche.
Riapertura scuole: ecco l’appello di alcuni docenti
Un gruppo di insegnanti della Scuola Secondaria, ritenuti “soggetti fragili” in emergenza Covid, ha deciso di appellarsi a diverse “associazioni delle malattie dei docenti fragili” perché il loro problema venga affrontato in modo serio e definitivo. “Vi scriviamo – si legge nella richiesta – per chiedervi di farvi promotori di un’iniziativa presso il Ministero dell’Istruzione e della Salute per la definizione delle misure previste con la riapertura della Scuola, con particolare riguardo per gli insegnanti fragili della Scuola Secondaria, Medie e Superiori, dove la Didattica a Distanza potrebbe essere integrata, solo per gli insegnanti fragili, alla Didattica in Presenza”.
Cosa succederà agli alunni con patologie croniche?
Agli alunni fragili, per il prossimo anno scolastico, è stata già consentita la possibilità della Didattica a Distanza, integrata o meno dalla Didattica in Presenza, sentite le famiglie all’interno del progetto formativo concordato con la Scuola, e questo, secondo alcuni docenti, rappresenta un riconoscimento dei bisogni degli alunni che vivono situazioni personali difficili. Per i lavoratori pubblici e’ stato prolungato lo smart working fino a 31 Dicembre 2020, mentre per quelli privati fino al 15 Ottobre 2020.
Per gli insegnanti, invece le uniche indicazioni ad oggi in possesso dei Dirigenti Scolastici sono quelle comuni a tutti i lavoratori pubblici e privati emanate dall’INAIL nell’Aprile scorso, oppure quella che rimanda la decisione al Medico Competente e che avrebbe come esito, nel caso il Datore di Lavoro (Dirigente Scolastico) non riesca a collocare in una mansione di didattica in smart working od in altra mansione, l’inidoneità temporanea alla mansione. Inidoneità, che i docenti dichiarati fragili per patologie croniche, vorrebbero assolutamente evitare e che è stata indicata come probabile esito della Visita del Medico Competente. A causa della pandemia, nella condizione di fragilità non significa che questi insegnanti pienamente idonei a lavorare, ma che non possono farlo “in presenza” a causa della pandemia in corso.
Possibili soluzioni?
Ecco alcune soluzioni proposte dagli insegnanti fragili, che consentirebbero a questi sogetti di lavorare in totale sicurezza, mediante l’adozione di alcune semplici misure organizzative.
- Permettere solo agli insegnanti fragili per patologia, di svolgere le proprie ore di lezione da remoto (smart working), collocando il proprio orario settimanale nei pomeriggi o negli eventuali spazi antimeridiani, se previsti, liberi dalla didattica dei docenti in presenza; le ore di lezione da remoto verrebbero “decurtate” dall’orario antimeridiano in presenza, consentendo così anche una migliore gestione delle entrate e delle uscite scaglionate della Scuola; l’insegnante continuerebbe a svolgere il suo lavoro da remoto e non ci sarebbe bisogno di un incarico a tempo determinato per la sostituzione; l’aggravio pomeridiano per alunni e famigliesarebbe limitato e comunque compensato dal minor carico antimeridiano delle lezioni.
- Consentire ai docenti fragili, mediante l’attivazione di corsi/sportelli di recupero, il supporto agli alunni con disabilità, con Bisogni Educativi Speciali e con prerequisiti deboli. Infatti, la didattica in presenza, per effetto del distanziamento, potrebbe non consentire la qualità dell’insegnamento-apprendimento come è avvenuto fino al Marzo scorso nell’attività didattica ordinaria in presenza, mentre una didattica di sostegno e recupero in ore pomeridiane sarebbe una didattica compensativa ed integrata a quella in presenza.
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