IL RE UMBERTO II DESTITUITO PRIMA CHE LA CORTE DI CASSAZIONE SCIOGLIESSE LE RISERVE SULL’ESITO ELETTORALE. IL PROCLAMA NELLA NOTTE DEL 13 GIUGNO 1946. IL REFERENDUM AVEVA MESSO GLI ITALIANI DAVANTI ALLA SCELTA TRA MONARCHIA E REPUBBLICA, L’ELEZIONE DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE.
Il 2 giugno 1946, a seguito dei risultati del “Referendum Istituzionale” indetto per scegliere fra Monarchia e Repubblica, l’Italia diveniva una Repubblica.
Si trattava delle prime elezioni della storia repubblicana italiana e le prime dopo il Ventennio Fascista, che aveva portato l’Italia all’apice della scena internazionale fino alla rovinosa entrata in guerra.
Ebbero diritto di voto tutti gli italiani, maschi e, per la prima volta, femmine, di almeno 21 anni d’età. Gli aventi diritto al voto rappresentavano il 61,4% della popolazione.
Agli elettori furono consegnate insieme la scheda del referendum per la scelta fra Monarchia e Repubblica (Referendum Istituzionale) e quella per l’elezione dei 556 deputati dell’Assemblea Costituente, cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944.
Il 13 giugno 1946, la Corte di Cassazione non aveva ancora sciolto le riserve sull’esito elettorale, ma il governo, per paura di essere esautorato dei propri poteri e, su proposta di Togliatti, destituisce (di fatto) il Re.
“Questa notte, in spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della Magistratura, il Governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo, con atto unilaterale e arbitrario, poteri che non gli spettano e mi ha posto nell’alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire violenza.
Mentre il Paese da poco uscito da una tragica guerra, vede le sue frontiere minacciate e la sua stessa unità in pericolo, io credo mio dovere fare quanto sta ancora in me perché altro dolore e altre lacrime siano risparmiate al popolo che ha già tanto sofferto.
Si considerino sciolti dal giuramento di fedeltà al Re, non da quello verso la Patria, coloro che lo hanno prestato e vi hanno tenuto fede attraverso tante durissime prove.
Rivolgo il mio pensiero a quanti sono caduti nel nome dell’Italia e il mio saluto a tutti gli Italiani. Qualunque sorte attenda il nostro Paese, esso potrà sempre contare su di me come sul più devoto dei suoi figli.
La data del 2 giugno, dunque, assurgeva a “Festa Nazionale“, uno dei simboli del nuovo Stato e, dal 1948, l’appuntamento veniva sottolineato con una sfilata di reparti delle Forze Armate.
La cerimonia viene organizzata ogni anno di concerto dalla Presidenza della Repubblica e dal Ministero della Difesa che si avvalgono di tutte le risorse disponibili per il corretto svolgimento della manifestazione.
di Mina Cappussi
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