Etichetta Benessere Animale ingannevole: favorire la libertà di scelta dei consumatori, e il benessere degli animali negli allevamenti intensivi. CIWF Italia si batte per ottenere un’etichettatura su più livelli che indichi a chiare lettere il metodo di allevamento e la presenza o meno di gabbie
Etichetta Benessere Animale ingannevole. Il programma di informazione “Indovina chi viene a cena”, trasmesso su Rai 3, ha affrontato un tema centrale per il diritto alla libertà di scelta dei consumatori e la tutela del benessere degli animali negli allevamenti: l’etichettatura per i prodotti di origine animale. Tema affrontato anche da CIFW Italia che ha collaborato alla creazione del servizio fornendo immagini sul trasporto di animali vivi. La video inchiesta di Sabrina Giannini ha analizzato con lucidità le lacune informative dei sistemi di etichettatura e ha offerto una visione completa e, purtroppo, poco rassicurante della trasparenza sul tema del benessere animale. La petizione di CIFW Italia chiede proprio di colmare queste lacune e ottenere un sistema di etichettatura che certifichi in maniera trasparente, chiara e completa, anche indicando il metodo di allevamento, in che modo hanno vissuto gli animali da cui derivano carne, latticini e uova. L’associazione a favore degli animali si batte, infatti, per ottenere un’etichettatura su più livelli che indichi a chiare lettere il metodo di allevamento e la presenza o meno di gabbie.
Etichetta Benessere Animale ingannevole: come si vive negli allevamenti intensivi
E’ importante garantire agli animali l’accesso ad acqua fresca e una dieta che li mantenga in piena salute, offrigli un ambiente che includa riparo e una comoda area di riposo. Sottoporre gli animali a visite veterinarie per lenire dolori o per diagnosticare in tempo la presenza di malattie. Fornire agli animali spazio sufficiente, strutture adeguate e la compagnia di animali della propria specie e infine assicurare a quest’ultimi condizioni e cura che non comportino sofferenza psicologica. Queste le 5 regole da rispettare! Purtroppo però ancora oggi la maggior parte dei prodotti che acquistiamo proviene da allevamenti intensivi che limitano seriamente la possibilità degli animali di esprimere i loro comportamenti naturali: ma questo tipo di informazione non viene comunicata e il rischio di etichette ingannevoli è reale. In che modo hanno vissuto questi animali? Sono stati costretti a vivere in gabbia senza potersi nemmeno muovere o erano liberi di pascolare? Non lo sappiamo e se non si farà subito qualcosa non lo sapremo mai. L’etichettatura secondo il metodo di allevamento è infatti l’unico strumento che può orientare le scelte dei consumatori verso un consumo consapevole e più rispettoso degli animali.
Scegliere cosa acquistare
L’etichettatura rappresenta inoltre un’opportunità di valorizzare gli allevatori virtuosi e, per noi, di sostenerli. Quando vediamo sigle come DOP, IGP e STG sappiamo che si riferiscono a prodotti associati alle eccellenze del Made in Italy, ma cosa ci dicono queste sigle riguardo al benessere animale? Non dicono se è previsto l’uso di gabbie, non ci dicono se un allevamento è intensivo oppure no. Un’etichettatura su più livelli, l’indicazione dei diversi metodi di allevamento e l’introduzione di criteri ambiziosi, soprattutto per gli allevamenti al coperto, sono strumenti fondamentali per avere la libertà di decidere cosa acquistare e cosa lasciare sugli scaffali.
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