Patronati aperti nella quarantena, assicurando i servizi legati all’emergenza coronavirus. In queste settimane hanno continuato ad assicurare servizi ai cittadini
Patronati aperti nella quarantena, ed è Indennità Covid, gli ormai famosi 600 euro, il servizio più gettonato – spiega Salvatore Mamone, presidente nazionale dell’Enasc, il patronato dell’Unsic – assieme alle richieste da liberi professionisti, collaboratori coordinati e continuativi, lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni, mezzadri), lavoratori dello spettacolo, stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, operai agricoli a tempo determinato, per i quali il requisito richiesto sono 50 giornate di effettivo lavoro in agricoltura nel 2019. Ci siamo imbattuti anche nei collaboratori sportivi per i quali il bonus viene richiesto e liquidato da ‘Sport e Salute’ e non dall’Inps”.
Patronati aperti nella quarantena: richieste di cassa integrazione, congedo Covid e bonus baby-sitting
“Un altro provvedimento che sta occupando i patronati sono gli ammortizzatori sociali introdotti dal decreto 18/2020, cioè cassa integrazione, trattamento ordinario, assegno ordinario, cassa integrazione in deroga, regolamentata dalle regioni – continua Mamone – le aziende e i consulenti stanno richiedendo informazioni per l’applicazione corretta della norma che ha concesso la possibilità della cassa integrazione per nove settimane. Per quanto riguarda i lavoratori, le richieste riguardano in particolare il congedo Covid-19, il congedo parentale e i congedi per disabilità, ai sensi della legge 104/92. Molte famiglie hanno richiesto informazioni e dettagli sul bonus Baby-Sitting. Nel settore dei congedi le maggiori criticità si sono evidenziate nelle compatibilità e cumulabilità tra le varie misure”.
Indennita’ di malattia causata da Coronavirus
Tra le richieste dei lavoratori, è quello della tutela della salute con i riconoscimenti dell’indennità di malattia e nei casi di infezione da Coronavirus contratta in occasione di lavoro, di infortunio lavorativo. “L’Inail, con una recente circolare, ha precisato le modalità di riconoscimento dell’infortunio sul lavoro o in itinere a causa del famigerato virus – spiega il presidente nazionale Mamone – dall’Enasc fanno sapere che non mancano problemi irrisolti, come la tutela di colf e badanti, settore completamente escluso dagli interventi governativi. Il Patronato ha programmato videoconferenze sia come vademecum dei decreti “Cura Italia” e “Aprile”, sia per fornire un quadro d’insieme sulle norme introdotte dal legislatore a seguito della diffusione del virus”.
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