Secondo la leggenda, Romolo avrebbe fondato la città di Roma il 21 aprile del 753 a.C. La celebrazione dell’anniversario dell’Urbe come elemento della propaganda imperiale finì per attribuire alla questione dell’anno fondazione un’importanza fondamentale. A partire dall’imperatore Claudio, il metodo di calcolo dell’età della città, proposto da Marco Terenzio Varrone, prevalse su tutti gli altri. Oggi musei e aree archeologiche gratis per tutti.
Natale di Roma, anticamente detto Dies Romana e conosciuto anche con il nome di Romaia, è una festività laica legata alla fondazione della capitale d’Italia, festeggiata il 21 aprile. Secondo la leggenda, narrata anche dallo scrittore Varrone, Romolo avrebbe infatti fondato la città di Roma esattamente il 21 aprile del 753 a.C. La fissazione della data si deve ai calcoli astrologici dell’amico di Varrone, Lucio Taruzio. Da questa data in poi derivava la cronologia romana, definita infatti con la locuzione latina Ab Urbe condita, ovvero “dalla fondazione della Città”, che contava gli anni a partire da tale presunta fondazione. La celebrazione dell’anniversario dell’Urbe come elemento della propaganda imperiale finì per attribuire alla questione dell’anno della fondazione un’importanza fondamentale. A partire dall’imperatore Claudio il metodo di calcolo dell’età della Città, proposto da Marco Terenzio Varrone prevalse su tutti gli altri. Claudio fu il primo a far celebrare l’anniversario di Roma nel 47, ottocento anni dopo la presunta data della fondazione. Nel 147-148 Antonino Pio diede corso a una simile celebrazione e nel 248 Filippo l’Arabo celebrò il primo millennio di Roma, assieme ai Ludi Saeculares (celebrati ogni cento anni), in quanto Roma compiva dieci secoli. Sono pervenute monete che celebrano l’evento. Su una moneta del pretendente al trono Pacaziano, appare esplicitamente “1001”, da dove si evince come i cittadini dell’Impero romano avevano compreso di essere all’inizio di una nuova era, di un “Saeculum Novum”. Quando l’Impero romano divenne cristiano, nei secoli successivi, questa immagine millenaria venne utilizzata in un senso più metafisico. Con la diffusione prima, l’adozione poi, del cristianesimo come religione di stato, cui si aggiunse la caduta dell’Impero romano d’Occidente e le successive calate, migrazioni e conquiste di popolazioni barbariche, Roma, come tutto quello che fu il suo impero, vide sparire moltissimi dei suoi usi, costumi e delle sue tradizioni fra cui molte delle sue festività. Alcune di queste furono recuperate dagli umanisti, ma fu con l’avvento dell’epopea risorgimentale che la celebrazione del Natale di Roma fu ripristinato come “tradizione”. I più rivoluzionari tra i mazziniani, i garibaldini ed alcuni liberali, festeggiarono l’evento, ad esempio, nella primavera del 1849, quando Roma, da poco Repubblica libera che aveva rovesciato il potere temporale del Papa, lottava per la sopravvivenza. Si racconta di un pasto ai Fori con brindisi per la presunta fondazione dell’Urbe da parte di Romolo e la rifondazione (liberazione) da parte dei rivoluzionari stessi. Sturbinetti tenne uno dei discorsi più accorati.
Il 3 aprile 1921, durante un discorso pronunciato a Bologna, l’allora capo del Movimento fascista, Benito Mussolini proclamò l’anniversario della fondazione di Roma quale festa ufficiale del Fascismo. La decisione venne commentata da Antonio Gramsci come il tentativo del Fascismo di naturalizzare il proprio ruolo nella Storia italiana, attraverso la rivendicazione delle origini romane. Nel documento che sancì la fusione Nazionalfascista, tra l’Associazione Nazionalista Italiana e il Partito Nazionale Fascista, siglato il 16 marzo 1923, i rappresentanti delle due forze politiche stabilirono di celebrare l’accordo unitario con l’apposizione di un manifesto contenente l’appello all’Unita nazionale, da affiggere in tutte le città italiane nella serata del 20 aprile, vigilia del Natale di Roma, giorno “significante l’avvenuta rinascita della Romana grandezza”. Lo stesso 19 aprile venne approvato dal Consiglio dei ministri uno schema di decreto-legge proposto dal presidente Benito Mussolini che aboliva la festività del 1º maggio e fissava la celebrazione del Lavoro al 21 aprile, Natale di Roma. Fu la prima celebrazione istituita dal governo Mussolini che, a partire dal 21 aprile 1924 divenne festività nazionale, denominata “Natale di Roma – Festa del lavoro”. Tale decreto fu cassato nel 1945, ripristinando la Festa del lavoro al 1º maggio e limitando la festività del Natale di Roma al solo ambito cittadino della Capitale. La ricorrenza del Natale di Roma è tuttora festeggiata con rappresentazioni in costume, eventi culturali e manifestazioni ludiche. Quest’anno, fino a domenica 23 aprile, il Comune di Roma ha organizzato diversi eventi per celebrare il 2770esimo anniversario della fondazione dell’urbe capitolina: oggi tutte i musei civici e le aree archeologiche sono gratuite per tutti, escluso il Planetario e gli spazi espositivi dell’Ara Pacis e del Museo di Roma.