Il Covid-19 sfida duramente la stabilità comunitaria. Dopo il no ai Coronabond, l’Unione fa dietro front e stanzia 100 miliardi di euro con il piano SURE. Secondo Giuseppe Conte la solidarietà europea, mancata all’inizio, deve essere ora recuperata. Solo così “potremo ricordare il 2020 non come l’anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita”
(UMDI – UNMONDODITALIANI) Il Coronavirus ha messo a dura prova l’Europa e la stabilità tra gli Stati membri. Lo spirito di solidarietà e cooperazione stava venendo meno sui Coronabond, emissioni di debito congiunto tra i Paesi dell’Eurozona (l’onere di ripagare il debito è suddiviso tra tutti i membri), richiesti soprattutto dai primi Stati che si sono trovati a combattere anche economicamente contro l’emergenza Coronavirus. Proprio sulla ripartizione del debito si è verificato il contrasto europeo: gli Stati del nord, più ricchi e non ancora toccati intensamente dal virus non erano intenzionati ad assumersi l’onere di tali spese. Lo scorso 28 marzo, Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato alla Dpa, un’agenzia di stampa tedesca: “Non c’è il progetto. Non stiamo lavorando a questo. Il termine Coronabond è attualmente uno slogan. Dietro ad essa c’è la questione più grande delle garanzie. E qui le riserve in Germania, ma anche in altri Paesi, sono giustificate”; suscitando l’ira dell’Italia. Dopo la richiesta di chiarimenti e spiegazioni, giunta da Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e da David Sassoli, Presidente del Parlamento Ue, la von der Leyen fa marcia indietro e si scusa indirizzando una lettera all’Italia e al suo Presidente, pubblicata sul quotidiano La Repubblica. “Solo la solidarietà può farci riemergere da questa crisi – quella tra persone come quella tra Stati. Oggi l’Europa si sta mobilitando al fianco dell’Italia. Purtroppo, non è stato sempre così. – ammette la politica tedesca – Bisogna riconoscere che nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune europea, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria. Non si rendevano conto che possiamo sconfiggere questa pandemia solo insieme, come Unione. È stato un comportamento dannoso e che poteva essere evitato. In questi giorni la distanza tra individui è fondamentale per la nostra sicurezza: la distanza tra nazioni europee, al contrario, mette tutti in pericolo”.
100 MILIARDI CONTRO LA DISOCCUPAZIONE, IL PIANO SURE
Riferendosi alle misure che verranno adottate, la Presidente della Commissione europea ipotizza un reindirizzamento in favore della crisi del capitale ancora disponibile nel bilancio annuale dell’Ue e continua: “L’Europa vuole dare una mano, stanziando nuove risorse per finanziare la cassa integrazione. L’Unione stanzierà fino a 100 miliardi di euro in favore dei Paesi colpiti più duramente, a partire dall’Italia, per compensare la riduzione degli stipendi di chi lavora con un orario ridotto”. Con il piano SURE (acronimo di Support to mitigate unemployement risks in emergency), fondo europeo contro la disoccupazione, verranno finanziate le casse integrazioni nazionali o schemi simili di protezione dei posti di lavoro attraverso 25 miliardi di garanzie volontarie degli Stati. La von der Layen conclude auspicandosi un avvenire solidale: “Ho in mente un’Europa fondata sulla solidarietà – la nostra più grande speranza e il nostro investimento in un futuro comune”.
LA RISPOSTA DI GIUSEPPE CONTE, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ITALIANO
Il riscontro di Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei ministri italiano, non tarda ad arrivare e risponde ad Ursula von der Leyen attraverso una lettera utilizzando il suo stesso mezzo, il quotidiano La Repubblica. “Non abbiamo scelta, la sfida è questa: siamo chiamati a compiere un salto di qualità che ci qualifichi come ‘unione’ da un punto di vista politico e sociale, prima ancora che economico. – dichiara Conte – La solidarietà europea, come hai tu stessa ricordato, nei primi giorni di questa crisi non si è avvertita e ora non c’è altro tempo da perdere”. Il Premier accetta, in seguito, la proposta dell’attuazione da parte dell’Unione del piano SURE, ma sono necessarie più risorse per sostenere sufficientemente i Paesi colpiti nel profondo dall’emergenza Covid-19. In riferimento a ciò, nei giorni scorsi Conte ha lanciato una proposta denominata European Recovery and Reinvestiment Plan, “progetto ambizioso e coraggioso che richiede un supporto finanziario condiviso e, pertanto – spiega – ha bisogno di strumenti finanziari innovativi come gli European Recovery Bond: dei titoli di Stato europei che siano utili a finanziare gli sforzi straordinari che l’Europa dovrà mettere in campo per ricostruire il suo tessuto sociale ed economico”. La soluzione quindi è da cercare in modo comunitario, perché non è solo l’Italia che necessita di aiuto in questo momento, ma tutti gli Stati che loro malgrado non hanno mezzi sufficienti per sostenere economicamente questa crisi. “Solo se avremo coraggio, solo se guarderemo davvero il futuro con gli occhi della solidarietà e non col filtro degli egoismi, potremo ricordare il 2020 non come l’anno del fallimento del sogno europeo ma della sua rinascita” – conclude Conte.