Molte associazioni molisane di volontariato sono al lavoro per rendersi utili in un’azione coordinata tesa ad assicurare la presenza sul posto con le strutture comunali della Protezione Civile per veicolare la donazione del sangue e raccogliere gli aiuti necessari.
(UMDI – UNMONDODITALIANI) La tragedia che ha sconvolto il Centro Italia continua a mietere vittime. Si aggrava il bilancio delle persone che hanno perso la vita, sono 267. “In queste ore occorre raccordare gli interventi nelle aree colpite dal terremoto, coordinare i soccorsi e pianificare l’intervento della rete nazionale delle associazioni di protezione civile per assicurare sostegno, alloggi provvisori, cure mediche, sangue, vestiario e beni alimentari. Queste le parole del consigliere regionale Michele Petraroia. “Per non intasare la macchina dei soccorsi – continua – è preferibile agire secondo uno schema organizzato seguendo le indicazioni diffuse dagli organi di stampa. Diverse associazioni molisane di volontariato sono già in allerta per rendersi utili in un’azione coordinata tesa ad assicurare la presenza sul posto con le strutture comunali della Protezione Civile che saranno coinvolte, a veicolare la donazione del sangue, a raccogliere gli aiuti necessari e a verificare ogni altra e diversa modalità di soccorso in una zona colpita che presenta difficoltà aggiuntive per la conformazione orografica e sociale. Potranno essere necessari aiuti a case isolate in campagna, a frazioni e caseggiati collocati in aree interne collinari o montane, che presentano maggiori criticità per la macchina dei soccorsi.
La rete del volontariato molisano sta facendo la sua parte e continuerà a farlo con la generosità di sempre e la concretezza che serve in queste ore. Non mancherà la possibilità nei prossimi giorni di rattristarci in considerazioni simili a quelle fatte 7 anni fa per L’Aquila e 14 anni fa per San Giuliano di Puglia. E’ stato amaro vedere in diretta televisiva a sei ore dal sisma che la gente scavava a mani nude nel mentre scorrevano i sottotitoli sul possibile arrivo dei genieri dell’Esercito. Perché si persiste sempre negli stessi errori, se si dispone di personale esperto e di mezzi specializzati, non dovrebbe essere automatico far scattare il loro intervento un minuto dopo che i sismografi hanno fatto registrare una scossa di 6.2 della scala Richter? I cittadini di una comunità possono essere addestrati, possono disporre di mezzi ordinari, ma non saranno mai in possesso di attrezzature e automezzi speciali per agire con rapidità ed efficacia nell’estrarre vivi da sotto le macerie chi vi è rimasto sepolto. Possibile che San Giuliano non abbia insegnato niente ?