Dda Campobasso scandalo rifiuti: il debito che il presunto spacciatore avrebbe contratto con un esponente della Società foggiana tira dentro nel calderone l’attuale Presidente del Molise, Francesco Roberti. Secondo la Procura di Campobasso, l’allora sindaco di Termoli avrebbe ricevuto denaro e altre utilità
Dda Campobasso scandalo rifiuti: stamattina gli avvocati hanno ricevuto copia digitale degli atti e le intercettazioni telefoniche relative al 2020 e al 2021. Il fascicolo d’indagine è composto da 60 faldoni, ciascuno da mille pagine l’uno. Sono stati notificati 47 avvisi di conclusione delle indagini, 23 a persone residenti in Molise.
Dda Campobasso scandalo rifiuti, perché il Governatore Roberti
Nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso (D.D.A.) è finto anche il Presidente del Molise, Francesco Roberti, indagato su un traffico di rifiuti con la Puglia. Secondo la Procura di Campobasso, l’allora sindaco di Termoli avrebbe ricevuto denaro e altre utilità per favorire la società Energia Pulita Srl e altre imprese nei procedimenti amministrativi circa le autorizzazioni ambientali in cambio di denaro e favori per sé stesso e per sua moglie, Elvira Gasbarro, anche lei indagata.
Corruzione, abuso e facilitazioni
Il procuratore di Campobasso, Nicola D’Angelo, e il sostituto Vittorio Gallucci, contestano al Presidente della Regione Molise i reati di corruzione per l’esercizio della funzione (art. 318 c.p.), concorso in corruzione (art. 110 c.p.) e corruzione del privato corruttore (art. 321 c.p.), con l’aggravante dell’abuso di relazioni d’ufficio (art. 61 n. 2 c.p.).
Com’è partita l’indagine?
Un presunto spacciatore, indebitandosi con un esponente della Società foggiana, avrebbe tirato dento nel calderone il governatore, Francesco Roberti, indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta della D.D.A. di Campobasso, su un traffico di rifiuti con la Puglia contaminato da infiltrazioni mafiose. Ma sembra acclarato che Roberti non avrebbe alcun legame con la criminalità organizzata pugliese.
L’indagine sarebbe partita da una presunta estorsione con metodo mafioso contestata a Tommaso Martino, 53 anni, di San Nicandro Garganico. Roberti sarebbe finito nell’inchiesta a seguito di intercettazioni. All’epoca dei fatti, l’attuale governatore, ricopriva il triplice incarico di presidente della Provincia di Campobasso, sindaco di Termoli e componente del Consiglio generale del Cosib.
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