Acqua scarseggia lontra galleggia per dire che l’emergenza idrica mette a rischio l’habitat e l’ecosistema delle zone umide mettendo inpericolo la presenza di specie quali la lontra. Lo stato di salute del fiume Trigno al centro del convegno al Santuario di Santa Maria di Canneto. Il Trigno non può subire interventi antropici, come i prelievi a cui è sottoposto. La voce degli esperti chiamati a raccolta da Legambiente Molise in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide. Quello scheletro nell’armadio che non stenta a venir fuori
Acqua scarseggia lontra galleggia è la rivisitazione di un vecchio detto napoletano: “Se l’acqua è poca, la papera non galleggia”, a simboleggiare le difficoltà di chi ha iniziato un progetto ma non riesce a portarlo a compimento a causa dell’inadeguatezza della risorsa acqua. Allo stesso modo, chi si trova impossibilitato a cominciare o completare un progetto poiché non vi sono le condizioni necessarie per portarlo a compimento. La suggestività di questo modo di dire spiega bene che nessuna impresa potrà compiersi senza le adeguate risorse. Non conta quanta volontà tu abbia, se l’acqua è poca, la papera non galleggia.
Acqua scarseggia lontra galleggia? Neanche per sogno
Acqua scarseggia lontra galleggia? Il detto napoletano è stato scelto per l’insolito titolo di un convegno, con fior di esperti per far comprendere alla gente, e ai politici in primis, il ruolo chiave dell’acqua e delle zone umide, in particolare per quanto riguarda il fiume Trigno. Domenica 2 febbraio 2025 alle ore 11.00, dunque, presso la sala conferenze del Santuario di Santa Maria di Canneto a Roccavivara, si terrà una conferenza stampa riguardante lo stato di salute del fiume Trigno: “l’acqua scarseggia e la lontra non galleggia”. L’evento è organizzato da Legambiente Molise APS in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide.
Esperti a confronto
Alla conferenza stampa interverranno Giuseppe di Marco di Legambiente Abruzzo, Angelo Sanzò e Giorgio Arcolesse, rispettivamente Presidente del Comitato scientifico e Direttore di Legambiente Molise, Francesco Manfredi Selvaggi, giornalista e autori di libri sull’ambiente e il paesaggio molisani. Sono stati invitati a partecipare anche gli amministratori dei comuni di Trivento, Salcito, Roccavivara e Montefalcone nel Sannio.
Perchè proprio il 2 febbraio?
Il 2 febbraio 1971 a Ramsar fu firmata un importante trattato internazionale IPSA, per proteggere, ripristinare e garantire l’uso sostenibile delle zone umide del nostro Pianeta. L’elenco delle zone umide di importanza internazionale include 2.500 località per 257 milioni di ettari in 172 Paesi (57 località sono in Italia).
Zone umide, un antidoto naturale contro la siccità e i cambiamenti climatici
Le zone umide assorbono e conservano naturalmente il carbonio, difendono le coste dalle condizioni meteorologiche estreme, riducono le mareggiate e attenuano la siccità.
Il riscaldamento globale: fenomeni estremi raddoppiati e andrà sempre peggio
Le zone umide interne come fiumi, laghi e paludi funzionano come spugne, in grado di assorbire e conservare le precipitazioni in eccesso. Durante le stagioni secche nei climi aridi, le zone umide rilasciano l’acqua immagazzinata, ritardando l’inizio della siccità e riducendo al minimo la carenza d’acqua. Esse sono la soluzione naturale ai problemi del riscaldamento globale: la frequenza dei fenomeni estremi in tutto il mondo è più che raddoppiata in soli 35 anni, e Il 90% di questi disastri sono legati all’acqua. È previsto un peggioramento della situazione nei prossimi anni. Le zone umide giocano un ruolo importante nella stabilizzazione delle emissioni di gas serra e per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici.
Legambiente: Fermiamo i prelievi!
“Vogliamo porre l’attenzione sullo stato di salute del fiume Trigno, uno dei corsi d’acqua più importanti del centro Italia – afferma il direttore di Legambiente Molise Giorgio Arcolesse – Il titolo della conferenza stampa è chiaramente provocatorio perché riteniamo che un sito altamente importante per la tutela della biodiversità come il Trigno non può subire interventi antropici, come i prelievi a cui è sottoposto, che mettono a serio rischio la presenza di specie quali ad esempio la lontra. Per questo ci attiveremo a partire da domani – conclude Arcolesse – affinché le popolazioni che abitano il fiume comprendano l’importante di tutelare questa risorsa.”
Legambiente e Laterlite: il mea culpa
Peccato che in un passato non troppo lontano Legambiente sosteneva e pubblicizzava un impianto che ha fatto enormi danni ambientali, quale la Laterlite, che ha bruciato ceneri radioattive provenienti dalla centrale di Brindisi, sulla pelle degli abitanti dell’Area Matesina. Avevano preso un abbaglio? Può darsi. Anche se assai spesso sono proprio i soldi ad abbagliare. Sicuramente non è il caso di Legambiente, dalla quale attendiamo ancora il meaculpa. Arriverà mai? Intanto stiamo con Legambiente per far galleggiare la papera, ops la lontra!
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