Parigi Monumento agli italiani inaugurato in Nogent-sur-Marne

Parigi Monumento agli italiani inaugurato in Nogent-sur-Marne

Attualità Italiani Nel Mondo

di Gianguglielmo Lozato*

Parigi Monumento agli italiani in una località amena alla periferia della capitale francese. Niente a che vedere con le cosiddette «banlieue» sottomesse ai vari sismi etno-sociali degli ultimi decenni. Se oggi andare a zonzo ci porta nei dintorni di Parigi, non è per parlare di risse, furti o della tipologia di gente che va a delinquere. Sarà per scoprire un pezzo d’Italia fuori norma.

Parigi Monumento agli italiani: statua per uno statuto nuovo

Regione Ile-de-France. Da tempo è stata indetta una campagna italofila pur essendo, la regione, francofona, con lo scopo di fare edificare un monumento simbolo della presenza italiana in Francia.

Non a caso la scelta è caduta sulla località della zona Val-de-Marne, l’ubicazione in una città la cui popolazione conta parecchi membri legati all’emigrazione ed alla perfetta integrazione di tanti Italiani partiti a cercare lavoro e fortuna all’estero. “Quando gli Albanesi eravamo noi”, per riciclare la frase di Gian Antonio Stella presentando il suo libro “L’orda”. A cura di Jean-Raphaël Sessa,oriundo napoletano e presidente del “Cercle Leonardo Da Vinci”, vicesindaco di La Queue en Brie (zona residenziale nella regione Ile-de-France),è stato indetto il progetto franco-italiano qualche anno fa.

Il genio di Leonardo, la creatività di Tulisso e Molinari

Nell’arco di due anni, il “francese” dalle chiare origini partenopee rimasto affezionato all’Italia quanto alla moka, presente al proprio domicilio, ha saputo interessare, convincere, coinvolgere le autorità francesi e gli italo-discendenti dell’importanza dell’iniziativa. Con il risultato finale di arrivare ad un monumento dallo stile familiare, confidenziale e dall’ovvio impatto estetico, con la riformazione dell’uomo vitruviano del genio dei geni, di tutte le epoche e di tutte le latitudini, Leonardo Da Vinci. Un capolavoro eseguito da due scultori: l’italiano Stefano Tulisso ed il franco-italiano Louis Molinari a cui era stata affidata la missione di conciliare sensibilità italiana e rispetto del paese di accoglienza.

Su ogni foglia i cognomi italiani

Un’impresa riuscita con l’omaggio a Leonardo Da Vinci che sovrasta, al contempo, portavasi a forma di mano ed un albero metallico dalle foglie inox sulle quali sono incisi cognomi italiani legati ai benefattori. Su questo terreno in pendio, gli spettatori invitati si sono accorti della presenza da santo patrono del nuovo monumento, che sembra vigilare come un faro, per guidare la barca di ognuno sulla propria esistenza.

Un parco nel verde: invito al sogno

La simbologia di questa statua rivolge ad una riflessione diretta ed indiretta. Esteticamente, non si può fare a meno di godere la serenità che si trasmette complessivamente tramite una geometria inventiva pure usando la semplicità del parco ambientato tra una collina e un viadotto. Questo terreno in forte pendenza è proprio un invito allo stato introspettivo, al sogno. Magari all’autocritica.

Maud Petit, il sindaco di Nogent Jacques-JP Martin, ambasciata e consolato d’Italia

Difatti, scoprire e riscoprire sembra il motto suggerito da questo week-end di gennaio così particolare per la comunità italiana di Francia, che fece da arcobaleno mischiando il tricolorismo francese a quello italiano per aiutare il pallido sole d’inverno a fare luce su un evento tendenzialmente umanistico e per nulla politico, nonostante la presenza della deputata Maud Petit, del sindaco di Nogent Jacques-JP Martin, dei membri dell’ambasciata e del consolato d’Italia di Parigi. L’Italiano di Francia ha cambiato statuto. Da poverello 

Andiamo alla scoperta

Scoprire e riscoprire. Scoprirsi e riscoprirsi. Dopo decenni di diffidenza generando difficoltà maggiori di inserimento sullo scacchiere sociale francese, gli Italiani ed i loro discendenti possono vivere in pace. Tra Francesi e Italiani, la scoperta e la riscoperta sono basate su una reciprocità confermata dai flussi turistici importantissimi.

L’inaugurazione a gennaio 2025

Quei venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 gennaio di festeggiamenti e inaugurazione hanno rappresentato un momento ideale per spiegazioni e confessioni. Critiche ma anche opinioni positive.

Neorealismo all’italiana

Una bella coesistenza fra emozione e umorismo, un po’ al modo neorealistico all’Italiana, ha lasciato il segno su queste tre giornate di presentazione del monumento dedicato all’immigrazione italiana in Francia. Una coabitazione facilitata dall’assistenza composta da gente legata al giornalismo comunitario (lo scrittore Louis Salvatore Bellanti autore di gialli e l’opinionista Walter Tenaglia, tutt’e due affiliati alla rivista culturale franco-italiana La Voce), al mondo delle associazioni (Cercle Leonardo Da Vinci principalmente, Drancitalie, Ciociari in Francia, Siciliani des Cévennes, LesRitaliens de Livry-Gargan ,la Dante Alighieri Clermont-Ferrand), all’universo radiofonico (Radio Top Italia, la prima radio italiana di Francia). Un lieto fine per una comunità che, tutto sommato, può dichiarare avere riuscito in Francia e fare da esempio positivo per le generazioni future. 

Bruno Rossetti, nipote di emigranti

Un orgoglio per noi tutti.” – dice Bruno Rossetti,nipotino di migranti autore e presidente dell’associazione Francitalia (Italiani di Saint-Nazaire, nell’ovest della Francia).

Luigi, padre italiano e madre tunisina

Una soddisfazione per gli italianisti,ma anche per la patria francese. Cioè una doppia soddisfazione per la nostra comunità ormai molto allargata” fa notare Luigi, di padre italiano e di madre tunisina. 

Bellanti, radici siciliane

Un giorno proprio storico. Ho deciso di filma re tutto” spiega L.S Bellanti dalle radici siciliane.

Maria, origine veneta

Si mischiano divertimento e emozione” aggiunge Maria,pensionata di origine veneta.

Jean-Paul, ciociaro

 Jean-Paul, camionista sessantasettenne con parentela paterna ciociara e parentela materna franco-portoghese, parla di rivincita rispetto ai tempi quando la fama degli Italiani e Francoitaliani era riassunta dalle vicende di chi girava le città a delinquere raccontate nei quotidiani e racconta che “A Lione o Marsiglia si viveva in un clima di sfiducia reciproca coi Francesi.

Anche a Nizza che era però meno popolare e più ricca in confronto alle due altre città. Per quanto riguarda Parigi la gente era forse più tollerante dopoguerra, ma era ancora difficile nelle sue periferie.Appunto, mi rallegro vedere che oggigiorno Nogent è diventata quasi residenziale,con palazzi chic,tutto ciò grazie agli Italiani. Non esiste più il razzismo o il disprezzo.Direi che sono stati sostituiti dall’invidia e ogni tanto dall’ammirazione”.  

Tino, pensionato: pane e pasta per niente al dente!

Ho riscoperto me stesso. E confermo una cosa. Ancora non ho capito i Francesi che mangiano il pane mentre stanno mangiando la pasta per niente al dente” dichiara Tino,pensionato dal baffone espressivo e dalla battuta sempre pronta.

Nogent: regionalismo ma non solo

Quelle frasi pronunciate a raffiche costituiscono l’opera di vite intere di sentimenti,lavoro e sacrifici.Ma anche un interessantissimo mosaico di età, di itinerari sociali e di origini italiane radicate da nord a sud del Bel Paese.

Nogent sur Marne è stato l’epicentro della “ritalità” (dal soprannome rital per definire gli Italiani residenti in Francia ed i loro discendenti). Palazzi alti, medi e piccoli compongono un paesaggio ritmato pure da ville,villette.Abitazioni fatte da e per gente per bene. Un panorama lontano dal codazzo di case popolari che scandiscono le cosiddette banlieues.

Chi parla l’italiano e chi il dialetto

Dalle statistiche, si concluderebbe alla presenza di 25 % di abitanti legati geneticamente al popolo italiano. Prevalentemente romagnoli, emiliani e poi veneti, friulani.Anche se si conta qualche famiglia di stirpe siciliana. In questa cittadina ordinata, pulitina, uno che ci passeggia da turista o da indagatore si accorge dell’esistenza di una popolazione benestante inserita benissimo nella società francese.C’è chi parla italiano.C’è chi parla solo il dialetto.C’è chi parla tutt’e due.C’è chi parla nessuno dei due.

Lombardi, laziali e siciliani: tutti italiani

Per molto tempo le rivalità regionalistiche si esportarono in Francia. A Nogent si aveva coscienza di essere diversi dai lombardi, dai laziali, dai siciliani. Col passare del tempo e con la saggezza di chi è espatriato, l’Italianità è diventata il cemento dell’edificio umano italo-francese. Alle polifonie genovesi hanno ribaltato gentilmente i canti romagnoli e napoletani. Gli spettatori hanno potuto ascoltare l’inno italiano e quello francese successivamente. 

Nathalie Cochi: orgogliosa di fare parte del Cercle Leonardo Da Vinci

Oggi siamo tutti legati all’Italia anche se esite l’attaccamento alla propria regione o alla propria città – risponde Nathalie Cochi,Toscana di Pontremoli precisandoci – Sono orgogliosa di fare parte del Cercle Leonardo Da Vinci e di vedere tanta coesistenza oggi.Sono Francese,Italiana ma soprattutto mediterranea”.

Inno alla speranza

Un inno alla speranza. Ecco la definizione di questo monumento. Per questo a noi Italiani o discendenti d’Italiani ci spetta esprimere profondi ringraziamenti al Signore J-R Sessa ma non solo. Anche alle autorità francesi che hanno permesso una vera libertà d’espressione con la costruzione di “C’era una volta l’Italia”. Pensiamo a personalità come Patrizio Gaspari,direttore e caporedattore della rivista culturale francoitaliana “La Voce” (abbreviazione del titolo La Voce degli Italiani in Francia),riferimento per gli Italofili di Francia.Pensiamo all’esistenza di giornali come “Radici” o “Amitié” (Association amitié franco-italienne con Marina Collin-Duparcq e Georges Spido).

Voyage en Ritalie e “italiastre” di Parigi

Pensiamo anche ai lavori di storici come Max Gallo e Pierre Milza(Voyage en Ritalie). E infine all’uomo più emblematico della collaborazione tra le due nazioni: Lazare/Lazzaro Ponticelli, nato nel piacentino nel 1897 e morto nel 2008 a Kremlin-Bicêtre nell’altra parte del Val de Marne cioè vicino a Vitry, concludendo una vita iniziata al servizio degli eserciti italiano e poi francese durante la prima guerra mondiale e svolgendo una carriera di imprenditore dopo avere lavorato a Nogent. La sua salma è sepolta a Ivry,come per indicare una crocevia in mezzo alle zone “italiastre” di Parigi,e per ricordare il suo statuto di ultimo “poilu” combattente della prima guerra mondiale deceduto all’età di 110 anni.

*Gianguglielmo Lozato,insegnante d’Italiano come lingua e civiltà estera in Francia (Università ENSG Université Gustave Eiffel;Università di Parigi;SKEMA Business School;European Business School),manager per studenti in alternanza della rete Formasup;cronista;saggista.

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Valeria Scinocca

Ciao! Sono Valeria Scinocca, una ragazza di 21 anni che ha una grande passione per l'informatica, tanto che ho scelto di dedicare i miei studi a questo affascinante campo. Parallelamente, mi impegno nel Servizio Civile, presso l'OdV Ippocrates, dove ho l'opportunità di contribuire alla mia comunità e di crescere come persona. La mia vita è colorata da due grandi amori: il cibo e gli animali. Adoro esplorare nuovi sapori e sperimentare in cucina, trovando sempre nuove ricette da provare. Gli animali occupano un posto speciale nel mio cuore e mi piace passare il tempo con loro. Tra codice, impegni civici e passioni personali, cerco di vivere ogni giorno con entusiasmo e curiosità, sempre pronta ad apprendere e a scoprire nuove avventure.