Cucina vegan triste in molti ristoranti che offrono menu poco curati per chi segue una dieta a base vegetale. Creare piatti 100% green richiede creatività e impegno, ma molti locali non sono disposti a farlo. Chi cucina deve essere in grado trasformare qualsiasi tipo di cibo in manicaretti deliziosi, anche quello vegano, questo è ciò che viene detto durante un dibattito tra ristoratori negli USA
Cucina vegan triste in molti locali che si definiscono aperti a tutti, ma le opzioni a base vegetale vengono poco curate o addirittura non indicate su menu. Creare piatti 100% green richiede inventiva e qualità, e non tutti sono disposti ad innovarsi.
Cucina vegan triste e con menu limitati
Sebbene ci sia una crescente diffusione di stili di vita più sostenibili e rispettosi dell’ambiente, che prevedono il consumo esclusivo di alimenti completamente vegani e sostituti di carne e derivati, e l’aumento di persone che scelgono per motivi etici o per salute di intraprendere tali percorsi di vita, moltissimi ristoranti continuano ad offrire menu limitati per nulla invitanti. I piatti alternativi vengono aggiunti di ripiego per accontentare quella parte di clientela, che pur pagando cifre inappropriate, si ritrova davanti opzioni deludenti contrariamente a chi segue una dieta onnivora, magari un’insalata scondita con della frutta secca oppure una porzione di patatine fritte. Ciò vuol dire ignorare le necessità di un gruppo di persone sempre più numeroso che desidera mangiare sano ed essere rispettato.
Il dibattito negli USA
Ecco cosa pensano alcuni ristoratori americani.
Brian Cortes, chef de cuisine al Sour Duck Market, bar e birreria ad Austin in Texas, afferma come riportato su Eater che “chi cucina deve essere in grado trasformare qualsiasi tipo di cibo in manicaretti deliziosi, anche quello vegano”.
Mike Stankovich invece, dichiara che determinate proposte in carta dovrebbero risultare complete e gustose, indipendentemente dalle preferenze “Al Mid-City siamo flessibili, è possibile adattare le ricette ad ogni richiesta o particolare evenienza”.
Non mancano coloro che si schierano contro questo tipo di riflessione, ad esempio David Chang sostiene che: “Se non ti piace puoi andare altrove”.
Cucina green e strategia di marketing
I clienti scelgono dove mangiare navigando in rete, attratti da immagini e descrizioni social, ma il 99% delle volte vengono ingannati da strategie di marketing. La cucina green dovrebbe essere parte integrante del menu. Non è assolutamente vero che non vende perché poco appetibile, piuttosto non viene realizzata al meglio. Tutt’altro, ai fornelli bisognerebbe unire le idee creative più disparate al fine di rendere l’esperienza complessiva accessibile per chiunque.
E ancora
- Caffè Letterario Turchese: Cuori, specchi, viaggi al Teatro Comunale di Bojano con UMDI e Compagnia Stabile
- Centri raccolta in Africa, Macroregione Europea. La proposta Aitef alla Meloni
- AICCRE. SI E INSEDIATO A ROMA IL NUOVO PRESIDENTE PICCIANO ALLA PRESENZA DEL SEGRETARIO VALLIER.
- Benvenuti al Nord Cineforum Umdi Covid Time per la Promozione territoriale
- Charlie Hebdo, macabra vignetta satirica sul terremoto: morti trasformati in lasagne su Facebook