Proposto un tavolo tecnico per decidere una anticipazione o una rateizzazione. Transazione in virtù di un doppio decreto ingiuntivo. Il giudice Di Giacomo ha emesso un altro decreto ingiuntivo a nome di tutta la famiglia. Certo, la Regione si può opporre, ma servirebbe solo a procrastinare
Ha 91 anni e la combattività di un ragazzo. Ma 91 primavere si sentono, aggravate da tre ictus e un anno di catene davanti alla sede regionale. Ma oggi, forse, qualcosa potrebbe cambiare. E’ fissato infatti per quest’oggi l’incontro tra l’imprenditore 91enne che ha pignorato la sede romana della Regione Molise, e il Presidente della Regione stessa, Paolo Di Laura Frattura.
Antonio Cappussi, classe 1922, che ha realizzato ottanta chilometri di strade interpoderali di cui usufruisce da un ventennio la popolazione molisana, dopo aver pignorato la sede di via del Pozzetto, nella capitale, è tornato di nuovo ad incatenarsi davanti alla sede del Consiglio Regionale del Molise, avendo ottenuto un secondo decreto ingiuntivo, nei confronti della Regione, per otto milioni di euro. Nonostante le ripetute pronunce della magistratura a suo favore, infatti, nonostante l’ammissione da parte della Regione, che le strade sono state realizzate e che costituiscono un beneficio e un arricchimento per il Molise, l’anziano imprenditore è costretto a lottare perché sia riconosciuto il proprio diritto.
Una corsa contro il tempo quella di un uomo di 91 anni, che oltre all’età che avanza inesorabile, rischia di vedere in fumo tutto il suo ingente patrimonio immobiliare, dato che per costruire quelle strade che la regione non ha mai pagato, si è indebitato con le banche ad interessi da strozzini, addirittura del trenta per cento sul capitale.
“Anziché suicidarmi – spiega Antonio Cappussi – come hanno fatto e continuano a fare tanti poveri imprenditori italiani presi alla gola dai debiti e dagli strali di Equitalia, io combatto con maggiore forza e determinazione, per me, per i miei figli e nipoti, per la Giustizia e per il Molise!”
L’incontro di oggi è stato voluto personalmente dal Presidente Frattura, che ha ritenuto di riunire attorno ad un tavolo i soggetti coinvolti, nella consapevolezza che sia un dovere morale delle istituzioni riparare ad un torto che le stesse istituzioni hanno procurato ad un cittadino. La Giunta Regionale si era impegnata, con Delibera votata all’unanimità, a pagare ad Antonio Cappussi e alle ditte familiari a lui collegate. Il giudice Parise non ne ha tenuto conto e ha statuito che dovevano essere anche gli altri soggetti legittimati (i figli e la moglie di Cappussi) a presentare ricorso.
Così il giudice Di Giacomo ha emesso un altro decreto ingiuntivo a nome di tutta la famiglia. Certo, la Regione si può opporre, ma servirebbe solo a procrastinare. In questo momento converrebbe trattare, ad evitare ulteriori costi per l’ente.
Antonio Cappussi aveva scritto ai singoli consiglieri, riprendendo le catene, ma risposte non ne sono arrivate. “Io riprendo le catene, a 91 anni – aveva scritto – finche non ricevero’ quanto mi e’ dovuto. Propongo un tavolo tecnico per decidere una anticipazione o una rateizzazione che mi dia la possibilità di fermare vendite e fallimenti. Votate subito, già la prossima settimana, un ordine del giorno che dia mandato alla Giunta di chiudere la vergognosa questione, e per chiudere intendo pagare, sia pure secondo modalità decise assieme ai miei avvocati. Oggi comincio io a incatenarmi, ogni giorno che trascorrerà un componente della mia famiglia si aggiungerà e sarà qui davanti alla Sede della Rappresentanza del Popolo Molisano, in catene. Fino alla più piccola, che ha 3 anni. Poi inviterò gli amici, la gente comune, i segretari di Partito, i rappresentanti delle Associazioni a tutela dei cittadini a continuare per me la mia battaglia di Giustizia e di Civiltà.
Perché tu, consigliere che rappresenti il popolo molisano, hai il dovere morale di agire, perché la Regione ha riconosciuto il beneficio apportato alla collettività molisana da quelle strade e più e più volte lo ha riconosciuto il Tribunale. Che senso ha nascondersi dietro i cavilli burocratici? Possibile che non riuscite a chiamarci ad un tavolo e a decidere una transazione?
Si riescono a fermare le guerre dialogando, e la Regione Molise, la Giunta Regionale del Molise non riesce a trovare una soluzione pacifica che renda giustizia ad un povero vecchio.
Puoi votare anche adesso un OdG in tal senso e adoperarti, proprio tu, per dare giustizia a chi la reclama, ormai senza più voce. Ai consiglieri che erano all’opposizione e che mi avevano manifestato solidarietà, ai consiglieri che oggi sono sul carro dei vincenti, dico che oggi le dichiarazioni di intenti non servono più, occorrono i fatti e io a 91 anni non posso più aspettare. Impegnatevi con un atto unanime. Agli Assessori e al Presidente della Giunta, che sono nella stanza dei bottoni chiedo di attuare concretamente quei principi e quei valori che sono il riferimento della loro vita, attuando una transazione.
Ai Consiglieri di minoranza chiedo di essere pungolo democratico perché si faccia subito Giustizia”.
L’azione di protesta del Cappussi si è fermata con l’intervento del Presidente Frattura che ha voluto l’indizione di un tavolo di discussione, che si terrà oggi, e dal quale potrebbe arrivare la proposta per la conclusione dell’annosa faccenda.