AL FONDATORE DELLA CASA DI RICOVERO L’OMAGGIO DI SIMONE SALA, IL NOTO PIANISTA ORIGINARIO DI BOJANO. TELEGRAMMI DALL’ATTUALE VESCOVO ABRUZZESE E DAL GOVERNATORE DEL MOLISE, MICHELE IORIO.
La città di Bojano (Campobasso) si è stretta attorno al suo Vescovo, mons. Antonio Nuzzi, in occasione del 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
Una festa, quella che si è tenuta ieri a Terre Longhe, che ha dimostrato ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’affetto speciale e unico che lega i bojanesi a don Antonio, come viene affettuosamente chiamato il vescovo emerito di Teramo Atri.
E Monsignor Bregantini, che ha partecipato alla celebrazione eucaristica nei pressi della Casa di Ricovero di Terre Longhe, assieme ai sacerdoti della Forania, ha lasciato a lui la regia, ha voluto che fosse monsignor Nuzzi a celebrare.
Una cerimonia calda e sentita, in cui la gente si è stretta al suo vescovo, che alla città e al Molise ha regalato la bella struttura di Terre Longhe. “Mi ha colpito la presenza e l’entusiasmo dei giovani – ha commentato Lillina, la sorella di monsignor Nuzzi – che hanno preso parte all’organizzazione della manifestazione”.
E così la messa si è tenuta sotto un cielo carico di pioggia, nella piazza dedicata a Giovanni Paolo II, accanto alla Grotta della Madonna di Lourdes, allietata dal coro della Cattedrale.
Era stato proprio il pastore che a Bojano ha mosso i suoi primi passi a voler intitolare quel centro di aggregazione del quartiere al Papa venuto dalla Polonia, e sempre lui aveva voluto la costruzione della grotta alla quale ha donato una pietra, proveniente dal luogo dell’apparizione.
Ma Monsignor Nuzzi è ricordato in particolare in Molise per aver voluto e realizzato, con caparbia, confidando nella Divina Provvidenza (che evidentemente per lui ha un occhio di riguardo) la Casa di Ricovero, spinto dal desiderio incessante di dare risposte agli ultimi, ai derelitti, alle persone sole alle quali si è dedicato fin da giovane.
A lui il Sindaco di Bojano, Antonio Silvestri, ha consegnato una targa ricordo.
“Per il dono del 60° anniversario di sacerdozio – c’è scritto – la città di Bojano è riconoscente e grata per la testimonianza di un cristiano luminoso e paziente, di un sacerdote zelante ed efficace, per un vescovo apostolo di umiltà e carità”.
E di umiltà, della grande umiltà che ha sempre contraddistinto monsignor Nuzzi, ha parlato anche Monsignor Bregantini, al quale è affidata l’Arcidiocesi Bojano-Campobasso.
“Eravamo sul Belvedere di Civita – ha detto – e ho visto che gli occhi di padre Antonio Nuzzi si illuminavano. Dall’alto si vedeva la Casa di Riposo”.
Don Rocco di Filippo ha condiviso con l’auditorio un ricordo personalissimo. L’incontro con monsignor Nuzzi nella cattedrale di Atri.
“Devo svelarvi un segreto – ha cominciato il parroco dell’antica Cattedrale di Bojano e vicario episcopale per il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso – e stasera l’occasione è quella giusta. Tanto tempo fa sono stato nella Cattedrale di Atri. Lottavo con la mia coscienza, allora, prima che la mia vita prendesse una svolta decisiva. In quella chiesa, per caso, mi sono trovato ad assistere ad una ordinazione sacerdotale da parte di monsignor Nuzzi. Mentre ascoltavo quelle parole ho sentito chiaramente la chiamata del Signore e proprio in quella chiesa ho fatto la mia scelta e la mia vita ha segnato una svolta decisiva, perchè lì ho maturato la scelta del sacerdozio”
Commosso è apparso anche il Presidente del Comitato di Quartiere Terre Longhe, Marco Sallusti, che ha ringraziato monsignor Nuzzi per l’impegno e il servizio in favore della città di Bojano. “L’emozione – ha detto –non mi lascia parole. Siamo orgogliosi di avere monsignor Nuzzi con noi, la Casa di Ricovero dà lustro all’intero quartiere. Ci piacerebbe istituzionalizzare questa festa, per rendere omaggio, ogni anno, il 5 settembre, ad una persona che ha dato tanto a tutti noi. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la manifestazione di oggi, gli operai comunali, l’ufficio tecnico, i vigili urbani, le forze dell’ordine, la stessa Amministrazione Comunale”.
Telegrammi sono arrivati da Teramo e dall’Abruzzo, è stata data lettura di quello dell’attuale vescovo di Teramo, la città nella quale monsignor Nuzzi ha svolto il suo episcopato, nonché il messaggio del governatore Iorio.
Graditissimo il sentito omaggio di Simone Sala. Il pianista bojanese, noto in Italia e all’estero per i suoi concerti, ha interpretato alcuni pezzi al pianoforte, sul palco di Terre Longhe, in un tripudio di gente, di sorrisi, di abbracci.
Monsignor Nuzzi, con l’umiltà che lo contraddistingue ha partecipato ai festeggiamenti e infine ha tagliato la torta con lo stemma della Città di Bojano. E’ seguito un momento conviviale organizzato dal Comitato di Quartiere lungo il parco fluviale.
“E’ stata la festa della gente di Bojano – ha commentato Antonio Romano del Consiglio d’Amministrazione dell’ente Casa di Ricovero – perché è stata la gente a manifestare il desiderio di tributare il proprio affetto e la propria riconoscenza a monsignor Nuzzi. Il Comune ha patrocinato e finanziato la manifestazione organizzata dalla gente”.
Particolarmente emozionante l’abbraccio, più che il saluto, del comandante della Compagnia Carabinieri di Bojano, il capitano Giuseppe Ambrosone, che non ha voluto rinunciare ad essere presente.
Una festa così grandiosa si era tenuta a Teramo, in occasione del 50esimo anniversario, e in quell’occasione molti bojanesi si erano recati nella città abruzzese per rendere omaggio ad una persona che ha sempre lavorato per gli altri, dedicando la prima “Casa” di ricovero al ricordo della proprio madre, “Mamma Lucia”.
“Si è ritrovata vedova con quattro figli e uno in arrivo – ricorda ancora la sorella Lillina – poiché mio padre, che era elettrotecnico, se ne andò a 39 anni per una broncopolmonite fulminante. Si trovava a Colle d’Anchiseper montare la cabina elettrica, aveva passato la notte all’addiaccio e il freddo gli fu fatale. Era gennaio, io venni alla luce nel luglio di quell’anno senza averlo mai conosciuto. Mamma Lucia ci tirò su come poteva, con l’aiuto di nonna Angela, che era un gendarme e ci ha fatto da padre e da madre. Mamma Lucia faceva la portinaia dalle suore dell’Amatuzio e accompagnava le convittrici a scuola. Le suore mi adottarono, avevo la culla dietro il pianoforte. E’ stata proprio la madre superiora, suor Laura Parisi, a coltivare la vocazione di Antonio”.
Già, la vocazione. E’ il nucleo centrale di questo Vescovo che è rimasto umile, ultimo tra gli ultimi, nonostante la carica religiosa e la testimonianza resa attraverso opere che hanno del miracoloso.
“Ringrazio chi si è premurato di ricordare questo giorno – ha detto monsignor Nuzzi – che sancisce il dono che ho ricevuto, quello di poter servire la Chiesa per 60 anni. Mi si chiedeva qual è il ricordo più bello di questo lunghissimo tempo. Ho risposto: il battesimo. Non perché ne abbia memoria, naturalmente, ma perché tutto è partito da lì, è il battesimo che ci apre al rapporto con Dio, e ci rende anche suoi eredi. E in cosa consta tale eredità? L’eternità beata preceduta da tanti doni nel corso della vita e tra questi doni io ho avuto la grazia di assaporare il sacerdozio. Riceviamo tutti questa eredità, purché abbracciamo la fede, viviamo con speranza ed esercitiamo la carità. Ecco, io ringrazio l’aver potuto servire il buon Dio, adempiendo alla consegna: Amatevi l’un l’altro come io ho fatto con voi”.
Neanche a farlo apposta, i festeggiamenti in onore di monsignor Nuzzi sono stati organizzati, a sua insaputa, il 5 settembre, giorno in cui fu battezzato. L’ordinazione sacerdotale era avvenuta il 7 agosto del 1949, dunque il 60° anniversario correva il 7 agosto di quest’anno. Ma la gente ha voluto ricordarlo il 5 settembre. Chissà, forse non si tratta di una semplice coincidenza….
06 / 09 / 2009