Lollobrigida ignora allevamenti intensivi, il Ministro ha affermato che produrre carne in modo più sostenibile porterebbe i consumatori a pagare il prodotto fino a 30 volte di più, l’appello di Greenpeace Italia: “Non possiamo più continuare con questo sistema di allevamenti intensivi. Lo stanno chiedendo centinaia di migliaia di persone in Italia e in tutta Europa.”
Lollobrigida ignora allevamenti intensivi e non considera le possibili alternative presentate nel disegno di legge del movimento verde che ha raccolto già varie firme da diversi parlamentari
Lollobrigida ignora allevamenti intensivi per questioni di costi per i consumatori
Mentre centinaia di migliaia di persone, chiedono a gran voce di fermare gli allevamenti intensivi, e mentre la proposta di legge di Greenpeace Italia ottiene la firma di diversi parlamentari e si avvia ad essere discussa in Commissione Agricoltura della Camera, il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida sembra non voler guardare in faccia la realtà, riducendo il tema a una fuorviante questione di costi per i consumatori.
Durante un intervento pubblico a Rimini, infatti, il Ministro ha affermato che produrre carne in modo più sostenibile porterebbe i consumatori a pagare il prodotto fino a 30 volte di più.
L’alternativa sana contro la formazione di polveri fini
“Al Ministro vogliamo ricordare due cose!” – le affermazioni di Federica Ferrario, Responsabile Campagna Agricoltura Greenpeace Italia –La prima è che all’eterno ricatto tra risparmio e salute c’è un’alternativa: usare i milioni di euro di fondi pubblici che oggi finanziano il sistema degli allevamenti intensivi per sostenere filiere ecologiche e garantire l’accesso a cibi sani e di qualità a prezzi equi per produttori e consumatori, come chiediamo con la nostra proposta di legge. La seconda– prosegue il movimento verde –è che il vero costo della carne prodotta in allevamenti intensivi non è quello specificato in etichetta, ma è molto, molto più alto! Ad esempio, circa 50.000 morti premature all’anno in Italia sono dovute alle polveri fini (PM2,5), di cui gli allevamenti intensivi sono la seconda causa di formazione.
Un mancato risparmio di circa 5,5 miliardi di euro all’anno
Inoltre, non dimentichiamo che ridurre le emissioni dei più grandi allevamenti intensivi europei, come era stato proposto dalla Commissione Europea, avrebbe permesso di risparmiare circa 5,5 miliardi di euro all’anno in spese sanitarie e sociali, ma il Ministro si è opposto a queste proposte.
“Caro Ministro– conclude Greenpeace Italia– non possiamo più continuare con questo sistema di allevamenti intensivi. Lo stanno chiedendo centinaia di migliaia di persone in Italia e in tutta Europa. Basta allevamenti intensivi!”
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