Grande successo per Chiovitti conferma la curiosità attorno al personaggio coperto dal velo della dimenticanza. In sala presenti anche diversi molisani emigrati e italiani in collegamento da Philadelphia. Lo studio inedito di Francesco Tavone fa luce sulla recriminazione per la mancata donazione della collezione-museo. Il paragone tra damnatio memoriae e la cancel culture. La scoperta del Matese, il luogo natio dell’eclettico intellettuale
Grande successo per Chiovitti al Colagrosso per il convegno organizzato da Lions Club di Bojano, Molise Noblesse, Centro Studi Agorà, Filitalia International, con il patrocinio del comune di Bojano. Nonostante le temperature alte e il caldo del mezzo pomeriggio, nella Sala Universitaria dello storico Palazzo della famiglia Colagrosso, si sono radunate decine di persone interessate a scoprire tutta la verità sull’eclettico intellettuale molisano colpito da ingiusta damnatio memoriae.
Grande successo per Chiovitti: nuova via e riscoperta culturale a Bojano
Un evento speciale, per Bojano, lo studio inedito di Francesco Tavone presentato lunedì 1 luglio. In sala anche diversi molisani emigrati, richiamati dalla curiosità attorno al personaggio, di respiro internazionale, sebbene dimenticato nella sua terra d’origine. Elegante e impeccabile, Carmen D’Amico, presidente dei Lions, ha fatto da moderatore, data la temporanea indisponibilità del giornalista e studioso di storia, Giorgio Rico.
I saluti
Il Sindaco di Bojano, Carmine Ruscetta, ha aperto i lavori salutando gli astanti e ricordando il sostegno dell’intera amministrazione a tutto ciò che movimenta la città dal punto di vista socioculturale.
Alle dichiarazioni si è aggiunta l’Assessore alla Cultura, Raffaella Columbro, la quale ha consegnato al Prof. Tavone la delibera comunale circa l’intitolazione della via, attualmente denominata Traversa Via Barcellona – Via Guglielmo Marconi, a Bonifacio Chiovitti.
I saluti di Carmen D’Amico hanno confermato il sostegno dell’associazione internazionale alle iniziative culturali e sociali presenti sul territorio bojanese.
Viaggio nella città ideale
Mina Cappussi, snocciolando improbabili denominazioni di strade, proprio di coloro che fecero grande Bojano in Europa, ha portato i presenti in un viaggio immaginario nella città ideale. “L’intitolazione a Chiovitti – ha affermato la giornalista – non deve essere un’azione isolata, cioè una strada da aggiungere allo stradario. Piuttosto un’azione di restyling per riposizionare la nostra città nella dimensione storico-culturale che le spetta.” In seguito, il Direttore di UMDI e Molise Noblesse ha ricordato al primo cittadino la richiesta, ormai di qualche anno fa, presentata al castello di Civita di Bojano, in occasione della fortunata manifestazione Dante a Castello, di intitolare il Belvedere di Civita a Rodolfo de Moulins, normanno che ha dato nome alla regione Molise.
Lo studio di Tavone fa luce su una storia eccezionale
“La damnatio memoriae riservata a Bonifacio Chiovitti, – continua Mina Cappussi – l’eclettico intellettuale molisano di cui molti giovani, proprio a Bojano, ignorano l’esistenza, in questo caso, ha il sapore amaro di una sconfitta. Della cultura, della ricerca, dell’impegno, dello studio matto che si perde nel nulla, nel buio della memoria corta dei conterranei, dei contemporanei, di una terra avara di gratitudine.
A riportare la luce sulla vicenda, – prosegue la presidente del chapter Filitalia International Bojano, nonchè vicepresidente nazionale e persidente Aitef Molise – uno studioso quale Francesco Tavone, grazie al sostegno del Lions Club di Bojano e Molise Noblesse. Francesco, bojanese verace e consapevole, benché emigrato a Padova da tempo immemore; schivo, rifugge riflettori e fotografie, ma si è dedicato anima e corpo a ricostruire storia ed eccellenze di Bojano, dedicando un volume a Girolamo Pallotta e un altro ad Alfonso Desiata, per non parlare degli innumerevoli studi e biografie sul sito I quaderni di Porta della Torre.”
Bonifacio Chiovitti: punto di riferimento per l’Italia dell’Ottocento
Sebastiano Martelli, Professore di Letteratura italiana presso l’Università di Salerno, ha aperto la relazione sottolineando come Francesco Tavone, con orgoglio, è riuscito a mettere in luce il metodo scientifico e le documentate competenze di Bonifacio Chiovitti. Il professor Martelli ha poi posto l’attenzione sul rigoroso studio del bojanese emerito circa la botanica, la medicina, la matematica, la letteratura, le lingue classiche e neolatine, la lingua osca e le scienze dell’antichità – in particolare sull’archeologia, sulla numismatica e sulla filologia – e l’epigrafia, che scuoteva l’affermata supremazia della Germania.
I saluti da Philadelphia
Durante l’evento, si è tenuto un collegamento Meet con la Commissione Espansione della Filitalia International di Philadelphia, un’organizzazione statunitense fondata nel 1987 dal dott. Pasquale Nestico e un gruppo di benefattori calabresi. Oltreoceano desiderano conoscere Bonifacio Chiovitti, l’illustre bojanese che ha portato onore alla regione Molise e all’Italia.
Il presidente Nestico ha poi ricordato ai presenti in sala i nobili principi dell’associazione Filitalia International: Umiltà, Giustizia, e Onestà. Preservare l’eredità culturale italiana, incoraggiare lo studio della lingua e della cultura italiana all’estero, promuovere iniziative per recuperare le tradizioni religiose e folkloristiche sono soltanto alcuni dei numerosi progetti promossi dall’organizzazione nordamericana. E ha ringraziato Mina Cappussi per il suo impegno a 360 gradi per lo sviluppo del territorio, la promozione della cultura, il legame profondo con gli italiani nel mondo
Il parallelismo tra damnatio memoriae e cancel culture
Lo studioso di storia, Pietro Pettograsso ha illustrato agli spettatori come, oggi, la pratica conosciuta come cancel culture presenti alcune somiglianze con la damnatio memoriae.
La damnatio memoriae era una pratica dell’antica Roma in cui si cercava di cancellare ogni traccia dell’esistenza di una persona dai documenti ufficiali e dai monumenti pubblici. Questo avveniva spesso in seguito alla condanna per tradimento o gravi crimini contro lo stato o l’imperatore. I nomi delle persone venivano eliminati dalle iscrizioni, le loro immagini distrutte e le loro proprietà confiscate. L’intento, quindi, era quello di rimuovere il loro ricordo dalla storia, come se non fossero mai esistiti. La damnatio memoriae ha colpito gli stessi Sanniti, popolo fiero e valoroso che ha tenuto testa all’avanzare del potente esercito romano.
La Cancel culture, invece è un fenomeno prevalentemente sociale e culturale che è nato con l’avvento dei social media e della comunicazione digitale. Questo fenomeno è spesso guidato da gruppi online che mirano a ostracizzare individui o organizzazioni circa opinioni e comportamenti che sono percepiti come offensivi o problematici. Di conseguenza, tale atteggiamento si manifesta attraverso campagne di boicottaggio, di rimozione dei contenuti, pressione su determinati soggetti e la riduzione della loro visibilità pubblica. Ne è caso emblematico la rimozione delle statue e in particolare quella di Cristoforo Colombo, il navigatore italiano che ha scoperto l’America, attaccato da una subcultura che ignora la storia (o la rilegge a propria interpretazione) e accusa lo scopritore dei crimini che altri hanno commesso, cancellando la cultura dei nativi d’America, i Pellerossa.
Il luogo natio
Oreste Gentile, studioso di storia e archeologia, ha trasportato i presenti in sala nella Bojano dell’Ottocento attraverso la proiezione delle foto dei luoghi e della casa (composta da pochi elementi intrisi di storia) nella quale è vissuto Bonifacio Chiovitti. Il viaggio virtuale è poi proseguito sui monti del Matese, il luogo d’origine del dimenticato bojanese.
Strappare via il velo della dimenticanza
“Ho iniziato lo studio su Bonifacio Chiovitti nel 1978 – ha spiegato l’autore del libro, Tavone – nella Biblioteca Albino, all’epoca situata presso l’istituto Pilla. Non riuscivo a capire come mai questo personaggio esaltato e valorizzato da importati studiosi era stato nel tempo dimenticato.
Bonifacio Chiovitti ha avuto un amaro destino. Nell’Ottocento, il suo secolo, è tenuto in alta considerazione, ammirato e ricercato dai più illustri epigrafisti e archeologi italiani e stranieri. All’inizio del Novecento era ricordato con apprezzamenti e stima. Oggi, invece, è coperto dal velo della dimenticanza ed è vittima di una ingiusta damnatio memoriae proveniente da coloro che, ancora adesso, gli rimproverano di non aver donato al Comune di Bojano, o alla Provincia del Molise, o allo Stato la sua importante collezione privata di antichità. Ad allontanare da Chiovitti tale critica, immeritata ed avulsa dalla mentalità del tempo a giudicare, è, tra le altre cose, la sua morte insospettata e improvvisa”.
Le mancate intenzioni
“In effetti, – ha proseguito Francesco Tavone – in mancanza di una documentazione specifica, è difficile dire quali fossero i suoi propositi in merito al patrimonio di reperti da lui scoperti negli anni e, spesso, acquistati a proprie spese. Nei reperti ricomprendo anche il medagliere, forse la parte più importante della sua collezione, considerato uno dei più importanti d’Europa”.
La sfortuna di avere figli degeneri
“Si può senz’altro ipotizzare che, – ha aggiunto l’autore del libro – se il nostro storico avesse avuto più anni a disposizione, prima del suo decesso avrebbe proceduto a un atto di donazione in coerenza con lo zelo e la dedizione profusi nella tutela dei beni storico-culturali, in primis quelli archeologici. Di certo c’è che egli ha avuto la sfortuna di lasciare i reperti ai suoi figli, Nicola e Domenico, incapaci di comprendere l’importanza dell’eredità culturale paterna, divisi da profondi dissapori di varia origine, si sono dilaniati, così come attestato in documentai procedimenti giudiziali, la collezione di antichità, l’archivio e la biblioteca privata del padre, con la conseguente perdita della loro unitarietà”.
(L’in)giusto rimprovero
“La mia interpretazione sulla recriminazione – ha spiegato Tavone – per la mancata donazione della collezione-museo non deve essere rivolta a Chiovitti, bensì alla poca intelligenza dei figli, nonché alla amministrazione comunale di Bojano e a quella provinciale di Campobasso dell’epoca, dello stesso Governo italiano in quanto non si attivarono e non seppero operare affinché un bene di tale importanza diventasse patrimonio pubblico.
Se proprio si svuole fare un appunto a Chiovitti improntato al rammarico, questo non riguarda la sua collezione-museo, ma il non aver dato alla stampa gli esiti della sua attività di studioso a tuttotondo”.
Una possibile ricostruzione virtuale
“Grazie all’inventario del professore Raffaele Parisi di Napoli – ha continuato Tavone – e alla sua valutazione economica fatta in occasione della causa che vede contrapposti i figli di Chiovitti, Nicola e Domenico, è possibile ricostruire, almeno in parte, la biblioteca virtuale e la collezione-museo. I suoi inventari riportano il materiale così come si presentava nel 1897, ben 16 anni dopo la morte dell’eclettico intellettuale molisano. È plausibile, quindi, che in tale lasso di tempo ci sia stata un’asportazione dalla quale si può ritenere che i figli siano stati compiacenti”.
Un caro ricordo
“Desidererei ringraziare la Dott.ssa Anna Maria Alonso, – ha concluso Tavone – venuta a mancare qualche anno fa. È proprio da lei che ho avuto la possibilità di consultare gli inventari. Vorrei anche ricordare il suo costante interesse mostrato nei confronti di Chiovitti, tanto da rivolgersi a me più volte per avere informazioni storiche sull’illustre personaggio e a spingerla a studiarlo.”
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