Carlo Guerrera Villa Esther concentrato di paroline e di gesti che svelano la forma più alta dell’intelligenza; e rivelano pure le maniere signorili per “guardare negli occhi” di ciascuna creatura malata e amata, il sexy quiz. Michele Maurizio negli anni ’90 traghettava da Guglionesi e da Guardialfiera, dal medio e dal basso Biferno, carovane di ipovedenti alla Città matesina. E’ l’uomo maturato nel vivere mordace. Una sfida alla speranza nell’incantevole ritratto dell’eclettico Vincenzo Di Sabato.
di Vincenzo Di Sabato
Carlo Guerrera Villa Esther un binomio che sa di anni, di esperienza, di professionalità, di smisurata, calda umanità. Non sarà proprio un accadimento di clamore universale, non ha il fascino né la morbosità della cronaca nera. E’ una ridente notiziola bianca. E’ “la prima cosa bella” che Carlo Guerrera “ha avuto dalla vita” e, man mano, la concede col fragrante desiderio di entrare in relazione con ogni paziente.
Carlo Guerrera Villa Esther: il primario che ti guarda negli occhi
Egli è Primario di Oculistica presso la Casa di Cura “Villa Esther” a Bojano. Compie piccoli miracoli di paroline e di gesti che svelano la forma più alta dell’intelligenza; e rivelano pure le maniere signorili per “guardare negli occhi” di ciascuna creatura malata e amata, e avvolgerle di sollecitudine e di ilarità! E’ l’uomo maturato nel vivere mordace. E’ un personaggio raro, capace di abbandonarsi persino in una sorta di spiritoso”sexy quiz” che, mentre là per là può suscitare qualche fastidioso impatto, si ruzzola poi, dentro un’allegra ed irrefrenabile risata.
Quanto negli anni ’90 Michele Maurizio traghettava a Bojano carovane di ipovedenti
Alla maniera di Nicola di Bari “Io sento la sua voce” rasserenante, curativa. E anche il suo silenzio è terapico. La sua notorietà, insomma, in un rimbalzo di echi, si è andata gradatamente dilatando fino a raggiungere adesso lontananze remote. Ma già negli anni ’90 Michele Maurizio traghettava da Guglionesi e da Guardialfiera, dal medio e dal basso Biferno, carovane di ipovedenti alla Città matesina.
Peppinuccio, piccolo di statura, grande d’ingegno
Tante felicità fraterne, civili, fino a questa di Peppinuccio, ultraottuoagenario di Guardialfiera, piccolo di statura ma grande di ingegno, assalito da pluripatologie degeneranti, s’accorge giorni fa di perdere la vista. Cade in depressione!
Il solito Michele lo trasborda a Bojano laddove Carlo Guerrera – cireneo di gioia e di corsìa – intuisce, capisce e agisce, spargendo attorno il buon profumo della determinatezza e dell’umorismo. “Non sei tu, per caso, quel piccoletto di vent’anni fa?”. Si riconoscono e si raffrontano. Peppinuccio è fatto salvo già dall’espressione audace e propositiva del Guerrera.
In tutto questo insieme, c’è la sfida, facilmente imitabile alla speranza. Quante storie, quanti mondi, quanta sofferenza; ma anche quanta grazia e luce.
Gaetano Salvemini non troppo di sagrestia, don Tonino Bello e i cirenei della felicità
Don Tonino Bello – il Vescovo utopista di Molfetta che profumava di popolo – definiva “cirenei della felicità” coloro che oggi sentono di amare l’uomo aiutandolo nella disperazione e nella consolazione. Da Molfetta era anche Gaetano Salvemini, non troppo di sagrestia. Egli così scriveva nel 1947: “Io credo davvero nel discorso della Montagna. Questo è il mio Socialismo e lo tengo impresso nel mio pensiero. Già a rivelarlo rischierei di poterlo profanare”.
Ennio Flaiano e il ritorno di Cristo sulla Terra
Ennio Flaiano – abruzzese, giornalista tagliente moralista laico – sapeva curvarsi sui sofferenti e se ne caricava di tutta la tenerezza. Aveva una figlia encefalopatica vissuta fino al 1992. Nel suo immaginario ritorno di Cristo sulla Terra pubblicato dalla Bompiani, egli dipinge in questo modo una scena in Cana di Galilea: <Un uomo conduce a Gesù la figlia inferma e gli chiede: ”io non voglio che la guarisca, ma che tu la ami”. Gesù bacia la ragazza e si rivolge poi alla turba: “In verità vi dico, quest’uomo ha chiesto a me ciò che io volevo dare a lui e a lei”. E scomparve in una gloria di luce>.
Vincenzo di Sabato
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