Elezioni Campobasso Di Niro e Cefaratti sono i nomi più probabili dei papabili alla carica di primo cittadino del capoluogo del Molise. L’assessore regionale al Bilancio e il Presidente dell’associazione costruttori sono stati indicati dai rispettivi partiti e sembrano incontrare il favore del tavolo delle trattative
Elezioni Campobasso Di Niro e Cefaratti sono i nomi che si rincorrono con sempre maggior forza per il centrodestra che si è riunito per l’ennesima volta mercoledì 10 aprile per scegliere il candidato sindaco di Campobasso da offrire agli elettori che andranno alle urne il prossimo giugno. Dopo le ipotesi, le autocandidature, le rinunce, i segreti, i ricatti, le indiscrezioni, sono due i nomi rimasti in piedi: l’assessore regionale Gianluca Cefaratti e Corrado Di Niro, Presidente dell’associazione costruttori molisani Ance-Acem.
Gianluca Cefaratti vuole l’unanimità
L‘assessore Cefaratti ha dichiarato di mettersi a disposizione della città e del partito, ma solo se ci sarà consenso unanime della coalizione e dei vari partiti e liste che la compongono. L’unanimità, però, non c’è e il motivo è presto detto. La coalizione è formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Popolari per l’Italia, Udc e Noi moderati La casella del sindaco tocca al partito di governo, Fratelli d’Italia. A Roma i giochi sono stati fatti con oculatezza scientifica. Nella spartizione delle 5 città capoluogo che andranno alle urne, la città di Campobasso toccherebbe proprio al partito della premier, che ha fatto passo indietro sulle Amministrative a Termoli.
Corrado Di Niro favorito
Tutti i pronostici sono favorevoli a Corrado Di Niro: il nome del Presidente dell’associazione costruttori potrebbe essere l’agognato collante per la coalizione di centrodestra. Un nome venuto fuori all’improvviso dal cappello a cilindro del Cappellaio Matto, quello di Corrado Di Niro, e che sembra mettere tutti d’accordo. D’altronde UMDI UN MONDO D’ITALIANI l’aveva ipotizzata in tempi non sospetti la comparsa di un nome illibato da proporre come trait d’union ai partiti, da tradurre per gli elettori nella frase politically correct “il nuovo che avanza”.
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