Reportage Russia Donbass 6: le immagini angoscianti dei bambini morti, anche di pochi mesi, nei combattimenti, nel Museo delle 3 guerre (della Seconda guerra mondiale, dell’Afghanistan e del Donbass). La scuola reca le stigmate inferte da razzi e proiettili d’artiglieria. Le schegge impazzite hanno trapassato i vetri traforando una porta dove era in corso la lezione. Servizio in esclusiva UMDI
Reportage Russia Donbass 6 nel Distretto Petrovsky (Donetsk). E’ il 23 settembre 2023. Ad ovest del centro cittadino ed a circa 4 chilometri, in linea d’aria, dal fronte caldo russo-ucraino.
Reportage Russia Donbass 6 Puntata tra allerta e incursioni
La vicinanza alle postazioni di Kiev ed ai loro sporadici colpi d’artiglieria ed incursioni con droni costringe la popolazione rimasta ostinatamente ad un continuo allerta, confidando negli errori umani (balistici), in Dio (chi ci crede) o nella buona sorte (i fatalisti).
Benvenuti a scuola! Ma la mitragliano…
Come in altre critiche circostanze riferite, anche in questo distretto una scuola dalla quasi beffarda scritta in facciata (Benvenuti!) non è stata risparmiata dalle “strategie” ucraine. Chiusa a qualsiasi attività didattica per i notevoli rischi alla sicurezza, reca le “stigmate” inferte da chi, di tanto in tanto, lancia razzi e proiettili d’artiglieria nelle sue immediate vicinanze. Le schegge impazzite hanno trapassato i vetri finendo sulle pareti interne o perfino traforando una porta dove era in corso una lezione.
Reportage Russia Donbass 6, il Museo delle 3 guerre
Ora, con la scuola chiusa, rimane operativo il museo delle tre guerre (della Seconda guerra mondiale, dell’Afghanistan e del Donbass) che testimonia tragici avvenimenti non solo nell’Oblast di Donetsk ma pure altrove.
Reperti, documenti, foto, video
Reperti, armamentari, documenti, foto, video ecc., a stragrande maggioranza originali, costituiscono un corposo materiale d’archivio (allettante per gli storici), nell’aggiornamento continuo di ciò che riguarda il Donbass, con il conflitto ancora in corso senza alcuna ipotesi di fine.
Reportage Russia Donbass 6, l’Unione Combattenti Internazionalisti
Allestito con cura e rispetto dall’Unione Combattenti Internazionalisti dell’Unione Sovietica (qui la nostalgia del passato è qualcosa di tangibile) del distretto di Petrovsky e dai veterani dall’Afghanistan, il percorso museale è strutturato in cinque sale (due sugli eventi nel Donbass, due sul secondo conflitto mondiale ed una sulle ostilità in Afghanistan), stipate di materiale di qualsiasi genere sui relativi soggetti, con particolari ricordi dei caduti e del loro lascito (foto, piastrine di riconoscimento, onorificenze ricevute, armi un dotazione e molto altro).
Nel collettivo in mostra con dovizia risalta la riconoscenza (termine non retorico per i curatori) verso chi combattè e morì.
Prima sala: rintocchi di campana a lutto e le foto delle vittime
La prima sala fa quasi stordire per la drammaticità da groppo in gola che vorrebbe sfogarsi in un pianto liberatorio. Nella parca illuminazione e tra i registrati rintocchi d’una campana a lutto, su tre monitor s’alternano foto di vittime dal 2014 in poi: bambini, civili, militari, russofoni o filorussi. Una lunga, angosciante sequenza che l’Occidente, tifoso incondizionato dell’Ucraina ed a braccia conserte nel non proporre iniziative di tregua se non di pace, non vuole vedere, nemmeno di sottecchi.
Popoli fratelli, bratskiye narody
Un ulteriore spazio del museo è adibito a sala proiezioni ed a meeting online, videoconferenze.
Roman insiste nel sottolineare, in merito alla guerra in corso, che quanto raccolto ed esposto “racconta” solo una parte di ciò che è veramente accaduto.
La parola magica MIR (pace)
E, durante il suo spiegare, cita spesso il concetto “popoli fratelli’ (“bratskiye narody“) in riferimento a quelli dell’ex Unione sovietica. E ripete altrettanto volentieri la parola magica “pace” (“mir”). Ma la realtà, nell’edificio scolastico “profanato” dalle schegge delle deflagrazioni, è, purtroppo, ben diversa ..
Claudio Beccalossi backstage
[10:47, 28/9/2023] Claudio Beccalossi: Distretto di Petrovsky (Donetsk). Scuola (chiusa per insicurezza) e museo do tre guerre (della Seconda guerra mondiale, dell’Afghanistan e del Donbass). I fori di schegge per incursioni ucraine: trapassato il vetro, una scheggia ha attraversato la porta dirimpetto.
[10:55, 28/9/2023] Claudio Beccalossi: Il memoriale è all’interno del museo delle tre guerre, sempre nel distretto Petrovsky (Donetsk).
[10:56, 28/9/2023] Claudio Beccalossi: Il toccante memoriale delle vittime nel Donbass: bambini, civili, militari. Stringe anche l’anima più avvezza.
[10:58, 28/9/2023] Claudio Beccalossi: Foto nel memoriale di vittime nel Donbass.
[11:00, 28/9/2023] Claudio Beccalossi: Altre foto del museo delle tre guerre.
[11:05, 28/9/2023] Claudio Beccalossi: Distretto di Petrovsky (Donetsk). Consegna gratuita di assi di legno a residenti che hanno avuto case danneggiate dagli attacchi ucraini.
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E ancora
Nota del Direttore
Seguiamo con trepidazione e interesse i reportage in esclusiva UMDI di Claudio Beccalossi che, dalle zone di guerra, tra i combattimenti, riferisce ciò che la maggior parte dei media non riporta, “fotografando” la situazione “sul campo”. Un racconto che è un vero e proprio diario di guerra, fatto da un testimone oculare di quella che è la situazione della guerra Russia Ucraina. Una visione “diversa” da quella che ci propongono i media ufficiali, vista con gli occhi di chi si trova sul territorio e riferisce ciò che vede, con tanto di materiale fotografico e video. Certo, c’è il pericolo di uno “sviamento” opposto, ma l’idea è di dare voce a tutte le parti in causa, senza abbracciare “verità” per partito preso. D’altronde è quello che abbiamo visto nei deliri pubblici che hanno cacciato ballerine russe, che hanno messo alla porta professori russi, che hanno vietato la lettura di romanzieri russi, annullato convegni di scienziati russi. Diteci se tutto questo non è terribilmente, atrocemente folle!
Abbiamo assistito, durante la cosiddetta pandemia, alla uniformizzazione della informazione che, di fatto, è divenuta strumento in mano al potere che ha messo a punto una strategia di controllo che oggi sta venendo fuori, poco a poco, grazie al quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro e alle battaglie composte e rilassanti di Francesco Borgonovo, alle inchieste e le interviste di Fabio Duranti su Radio Radio, a Diego Fusaro, BioBlu a pochi altri media non allineati insieme a filosofi senza paraocchi come Giorgio Agamben e Massimo Cacciari.
Giusto dubitare, dunque, su quello che ci arriva su giornali e Tv come verità sacrosanta. E’ una versione. Ai nostri lettori ci piace fornire più versioni, più punti di vista, letture e interpretazioni divergenti e diversificate affinché possano farsi un’idea propria e personale dei fatti. E’ questo il ruolo dell’Informazione. UMDI Un Mondo d’Italiani lo sa. Grazie, Claudio Beccalossi, per il servigio che rendi alla Verità!