Reportage Russia Donbass 5 puntata dove i russi monitorano gli spezzoni bellici ucraini per Paese di fornitura. E vengono fuori proiettili d’artiglieria da 155 mm di costruzione italiana. Le recenti forniture dagli Stati Uniti di bombe a grappolo (bandite dalle convenzioni internazionali) hanno finora causato 16 vittime civili, tra cui una bambina
Reportage Russia Donbass 5 puntata nella Casa del Governo della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), in Pushkin Boulevard 34. E’ il 22 settembre 2023. E’ qui che ha sede l’Ufficio di rappresentanza nel centro comune (delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk) per il controllo ed il coordinamento delle questioni relative ai crimini di guerra dell’Ucraina. A capo dell’organismo è Shutkina Natalia Gennadievna.
Reportage Russia Donbass 5 la stanza degli ordigni
Entrati in quell’edificio dall’aspetto severo, reminiscenza dell’Unione Sovietica, dopo aver superato i controlli di sicurezza, ci hanno accompagnato in una stanza dove, su tavoli in un angolo e sul pavimento, sono stati ordinati molti resti di varia consistenza di ordigni esplosivi lanciati prevalentemente su obiettivi civili.
Fiumi di armamenti dall’Occidente
È il militare Sergej Pereverzev ad illustrare ogni reperto attestandone lo Stato di fabbricazione e di fornitura, ulteriori riprove dell’incondizionato riversare armamenti, da parte dell’Occidente (Usa, UE, Nato), non più difensive ma – divelto l‘ipocrita muro di gomma – offensive.
Pereverzev spiega che, “dopo ogni attacco ucraino, gli esperti della missione di monitoraggio si recano sul posto per raccogliere qualsiasi elemento utile all’identificazione degli ‘oggetti deflagranti. Il loro servizio di vigilanza ed intervento è attivo 24 ore su 24”.
Droni che hanno ferito e ucciso
Da esperto, Sergej ha snocciolato sinteticamente i particolari di tutta una serie di frammenti, dai più piccoli ai più voluminosi. Di missili, razzi, proiettili d’artiglieria pesante, droni colpevoli di morti e feriti, constatazione banale che, comunque, fa venire la pelle d’oca ed un fremito d’angoscia dentro.
Missili Excalibur, cluster bombs, Himars, Hurricane, petal bombs
Le descrizioni tecniche includono missili Excalibur, bombe a grappolo (cluster bombs), Himars, Hurricane, bombe/mine a petalo (petal bombs) forniti assieme a molto altro, dagli Stati Uniti. E, poi, spezzoni dalle matrici francese, turca, slovacca, dagli arsenali della defunta Unione Sovietica lasciati negli ex Paesi satelliti.
Di ciascun pezzo vengono additati sigle e numeri di serie e d’attribuzione che sanciscono da dove i rifornimenti sono partiti per impinguare i depositi di armamenti ucraini.
Proiettili italiani
La vergogna fa arrossire, almeno per quanto mi riguarda, quando il russo mostra e prende in mano, per meglio spiegarle, un paio di spolette d’impatto di proiettili d’artiglieria da 155 mm di costruzione italiana. Dell’Italia del vilipeso art. 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”
Bombe a grappolo dagli Usa
Le recenti forniture dagli Stati Uniti di bombe a grappolo (bandite dalle convenzioni internazionali) hanno finora causato 16 vittime civili, tra cui una bambina.
11 di queste morti sono dovute a scoppi postumi, vigliacchi (la tragica caratteristica delle bombe a grappolo è quella di far disperdere in un’ampia superficie delle submunizioni – bomblets che possono esplodere a posteriori, com’è successo a due giovani operai di Donetsk che, messisi a sedere su una panchina per la pausa pranzo, sono stati uccisi da una di queste bombe ritardate caduta, per infausto destino, da un albero vicino).
L’utilizzo delle cluster bombs firma l’azione di terrore contro la popolazione del Donbass con maggior virulenza punitiva.
Claudio Beccalossi Backstage
[01:12, 27/9/2023] Claudio Beccalossi: Allego il documento dell’organo d’indagine delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk riguardo ai crimini di guerra ucraini. Si trova dove raccolgono i resti degli ordigni per accertarne la provenienza. Oggi ho ascoltato fatti allucinanti…
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Nota del Direttore
Seguiamo con trepidazione e interesse i reportage in esclusiva UMDI di Claudio Beccalossi che, dalle zone di guerra, tra i combattimenti, riferisce ciò che la maggior parte dei media non riporta, “fotografando” la situazione “sul campo”. Un racconto che è un vero e proprio diario di guerra, fatto da un testimone oculare di quella che è la situazione della guerra Russia Ucraina. Una visione “diversa” da quella che ci propongono i media ufficiali, vista con gli occhi di chi si trova sul territorio e riferisce ciò che vede, con tanto di materiale fotografico e video. Certo, c’è il pericolo di uno “sviamento” opposto, ma l’idea è di dare voce a tutte le parti in causa, senza abbracciare “verità” per partito preso. D’altronde è quello che abbiamo visto nei deliri pubblici che hanno cacciato ballerine russe, che hanno messo alla porta professori russi, che hanno vietato la lettura di romanzieri russi, annullato convegni di scienziati russi. Diteci se tutto questo non è terribilmente, atrocemente folle!
Abbiamo assistito, durante la cosiddetta pandemia, alla uniformizzazione della informazione che, di fatto, è divenuta strumento in mano al potere che ha messo a punto una strategia di controllo che oggi sta venendo fuori, poco a poco, grazie al quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro e alle battaglie composte e rilassanti di Francesco Borgonovo, alle inchieste e le interviste di Fabio Duranti su Radio Radio, a Diego Fusaro, BioBlu a pochi altri media non allineati insieme a filosofi senza paraocchi come Giorgio Agamben e Massimo Cacciari.
Giusto dubitare, dunque, su quello che ci arriva su giornali e Tv come verità sacrosanta. E’ una versione. Ai nostri lettori ci piace fornire più versioni, più punti di vista, letture e interpretazioni divergenti e diversificate affinché possano farsi un’idea propria e personale dei fatti. E’ questo il ruolo dell’Informazione. UMDI Un Mondo d’Italiani lo sa. Grazie, Claudio Beccalossi, per il servigio che rendi alla Verità!