Palazzo Giustiniani Un’ingiustizia nel silenzio contro i massoni italiani del Gran Maestro Bisi

Palazzo Giustiniani Un’ingiustizia nel silenzio contro i massoni italiani del Gran Maestro Bisi

Attualità Cultura

Palazzo Giustiniani Un’ingiustizia perpetrata nei confronti di una organizzazione che ebbe  diede un contributo fondamentale, nel Risorgimento, all’Unità e libertà d’Italia. L’espropriazione, la reintegra, le inadempienze dello Stato. Da Fontana a Borromini, le tele di Caravaggio, Raffaello, Giorgione, Tiziano. Winckelmann lo includeva nel Gran Tour. Il libro presentato alla Fondazione Spadolini a Firenze

Palazzo Giustiniani Un’ingiustizia nel silenzio contro i massoni italiani è il libro scritto dal Gran Maestro dell’Oriente d’Italia (GOI), Stefano Bisi. L’interessante volume, che ripercorre la storia della sede del GOI, è’ stato presentato lo scorso 22 giugno presso la Fondazione Spadolini Nuova Antologia a Firenze.

Palazzo Giustiniani Un’ingiustizia che Spadolini cercò di sanare

Era il 1988 quando l’allora presidente del Senato Giovanni Spadolini annunciò, nel corso di una conferenza stampa, l’acquisizione di Palazzo Giustiniani, (requisito al Grande Oriente d’Italia dal fascismo e trasformato dalla Repubblica in uffici del Senato), la decisione di destinare uno spazio di Palazzo Giustiniani ad un museo della Massoneria, riconoscendo al Grande Oriente il ruolo che ebbe nel Risorgimento. Sono passati 35 anni ma non è mai stata data attuazione all’impegno preso.

Cacciata senza appello

A fare gli onori di casa il presidente della Fondazione, Cosimo Ceccuti che ha ripercorso la vicenda triste  di una “cacciata” senza appello, ingiusta e illecita ricordando l’atto illuminato dell’allora presidente del Sentato cui è intitolata l’istituzione guidata proprio da Ceccuti

Sono intervenuti insieme a Bisi, il giornalista Riccardo Mazzoni, nelle vesti di moderatore, il direttore di Nova Firenze, Nicola Novelli.

Massoni erano Garibaldi, Massini, Cavour, Bixio

E’ innegabile il ruolo di primissimo piano giocato dalla Massoneria nel movimento di pensiero e di azione che preparò e realizzò il Risorgimento. Tant’è che erano massoni personaggi chiave dell’unità nazionale come Garibaldi (venne aiutato dalla Massoneria Inglese per lo sbarco in Sicilia) Mazzini (iniziato nel Carcere di Savona, quando ha scritto le basi fondamentali della Giovine Italia) Bixio e Cavour. Tutti loro, tra le migliaia di altri martiri ed eroi risorgimentali, furono iniziati ai riti massonici ed educati nella Logge.

Il contributo della Massoneria all’Unità e libertà d’Italia

Il contributo della Massoneria alla libertà d’Italia è un dato di fatto. Eppure, molti storici, nelle loro opere, non danno alcun risalto al fatto che personaggi chiave del Risorgimento erano attivi membri di Logge Massoniche; lo stesso Garibaldi è stato Gran Maestro/Sovr. Gran Commendatore del Grande Oriente di Rito Scozzese siciliano e del GOI oltre ad essere GM del Rito di Memphis Misraim.

Palazzo Giustiniani Un’ingiustizia: Libertè, Egalitè, Fraternitè

D’altronde il motto della Rivoluzione Francese di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza è un motto massonico. E infatti la Massoneria Internazionale, nel 1938, prese una posizione netta contro la Germania di Hitler quando tantissimi si adeguarono alla narrazione imperante. Un po’ come è successo durante la cosiddetta pandemia da Covid 19: la maggior parte si è adeguata alla narrazione unica imposta dal potere per evitare ritorsioni.

Corsi e ricorsi…

Palazzo Giustiniani un’Ingiustizia ancora oggi

Oggi a Palazzo Giustiniani hanno sede l’appartamento di rappresentanza del presidente del Senato, la sala Zuccari, gli uffici dei presidenti emeriti della Repubblica, dei presidenti emeriti del Senato.

Dal 1901 al 1985 è stato la sede dell’organizzazione massonica del Grande Oriente d’Italia. Venne infatti preso in locazione dal Grande Oriente d’Italia hel 1901 e dallo stesso acquistato nel 1911 per un milione e 55mila lire. Nonostante la Giurisprudenza italiana e il diritto romano tutelino la proprietà privata e il diritto di proprietà, il palazzo requisito durante il Ventennio non è stato più restituito ai legittimi proprietari.

Palazzo Giustiniani dal 1500

Fu costruito alla fine del XVI secolo da monsignor Francesco Vento, ma fu acquistato nel 1590 da Giuseppe Giustiniani, un esponente della famiglia genovese che aveva governato l’isola di Chio.

Da Fontana a Borromini

L’edificio cinquecentesco, inizialmente edificato da Giovanni Fontana, con probabili interventi del più celebre fratello Domenico, subì varie modifiche per tutta la prima metà del XVII secolo fino all’intervento, nel 1650, di Borromini: a quest’ultimo si devono in particolare, all’esterno, il portone decentrato e il relativo balcone sovrastante che si vedono sul prospetto di via della Dogana Vecchia e, all’interno, l’elegante cortile attuale, con l’atrio caratterizzato dagli archi ribassati caratteristici dell’architettura borrominiana.

La collezione Giustiniani

Vincenzo Giustiniani, fratello del cardinale, aveva arricchito l’edificio di famiglia con numerosi bassorilievi tratti da sarcofaghi romani e con una collezione di circa 1600 pezzi, che venivano a comporre la famosa galleria del primo piano.

Caravaggio, Raffaello, Giorgione, Tiziano

Tra di essi, vi erano reperti di statuaria antica, frutto della campagna di scavi che aveva avuto luogo in occasione dell’allargamento del palazzo; vi erano anche molti quadri, che comprendevano alcuni Giorgione, Tiziano, Raffaello e Caravaggio.

Palazzo Giustiniani nel Gran Tour

A metà Settecento Winckelmann includeva il palazzo nei luoghi del suo viaggio di studio in Italia: le statue erano ancora visibili ai visitatori stranieri che conducevano il Grand Tour, che vi ammiravano, tra l’altro, una Minerva Giustiniani poi spostata in Vaticano

Ma nel secondo decennio del XIX secolo iniziò la dispersione delle opere d’arte.

Dai Giustiniani ai Grazioli

Nel 1859, all’estinguersi del ramo principale della famiglia Giustiniani, il palazzo divenne proprietà dei Grazioli: costoro nel 1898 lo affittarono al Grande Oriente d’Italia che ne fece la propria sede il 21 aprile 1901 divenendone proprietario dieci anni dopo con regolare atto di acquisto. All’inizio del 1926, il regime fascista, dopo aver dichiarato fuorilegge la Massoneria, acquisì l’edificio al demanio pubblico e ne concesse l’utilizzo al Senato, ma ne seguì un contenzioso con la Massoneria.  “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Art. 42 della Costituzione Italiana. Sarebbe il caso, oggi, di chiudere il cerchio e restituire ciò che è stato tolto.

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Mina Cappussi

Sono nata il 14 luglio, che è tutto dire! Docente a contratto per l’UNIVERSITA’ ROMA TRE, Facoltà di Lettere, dipartimento di Linguistica, Corso di “Metacomunicazione sul Web e New Media” Laureata con Lode in Scienze Politiche, Master in Management Sanitario Professionale di II livello Master in Diritto del Minore Roma Sapienza, Master in Didattica professione Docente, Perfezionamento in Mediazione Familiare e consulente di coppia Università Suor Orsola Benincasa Napoli, Diploma di Counselor, Master sull’Immigrazione e le Migrazioni Italiane Università Venezia, Master in studi su Emigrazione Forzata e dei Rifugiati - University of Oxford, Master Class in Giornalismo Musicale, Diploma DSA, Diploma Tecnologo per l'Archeologia Sperimentale. Scrittrice, saggista, giornalista, artista, iscritta all’Ordine dei Giornalisti, International Press Card Federation of Journalists, Direttore e Publisher dal 2008 del quotidiano internazionale UN MONDO D’ITALIANI