Via da Napoli edizioni originali di Benedetto Croce, Giordano Bruno, dell’encyclopedie di Diderot e altri giganti del pensiero italiano. Il motivo? “L’Istituto non riceve più fondi dal Governo. L’Unesco ha dichiarato l’Istituto un bene fondamentale per l’umanità, dunque un fiore all’occhiello nella nostra città. “Abbiamo tutto quello che serve ai giovani per ricostruire Napoli non riesce a esprimere una classe dirigente veramente nuova… Il governo tedesco mi ha conferito il premio Goethe, mentre Napoli non mi ha dato niente… ha soltanto paura dell’Istituto“
I libri dell’Istituto rischiano di andare al macero, con le unghie e la sua grinta di un quindicenne li difende l’Avvocato
Gerardo Marotta classe 1927, noto intellettuale partenopeo, fondatore e presidente dell’Istituto italiano per gli Studi Filosofici. In questi giorni
trecentomila volumi dell’Istituto, custoditi con
tanta passione e cura dall’avvocato verranno trasferiti in alcuni magazzini a Casoria; si tratta di
edizioni originali di Benedetto Croce, Giordano Bruno e altri giganti del pensiero italiano.
I libri non potranno restare più nei locali del palazzo Serra di Cassano, il
motivo? “L’
Istituto non riceve più fondi dal Governo e non è in grado di sostenere ulteriori fitti, mentre la delibera regionale per la realizzazione di una biblioteca ad hoc giace non attuata.
Tutti i decreti con cui il Governo – spiega Gerardo Marotta –
conferisce fondi straordinari agli istituti culturali sono stati rinnovati con tagli minimi, soltanto quello per l’Istituto italiano per gli studi filosofici è stato totalmente annullato. Sono stati icosiddetto uomini di cultura napoletani a fermare il Ministero prima che ci prorogasse il finanziamento.
Napoli non è una città per giovani“, Come si legge nella lunga intervista rilasciata ad Alessio Viscardi del giornale fanpage.
L’Unesco ha dichiarato l’Istituto un bene fondamentale per l’umanità, dunque un fiore all’occhiello nella nostra città. “
Abbiamo tutto quello che serve ai giovani per ricostruire la storia – afferma Marotta –
Io ho aperto duecento scuole in tutto il Mezzogiorno per la
riscoperta del pensiero filosofico di questi illustri maestri, ovunque sono accorse centinaia di persone.
Napoli non riesce a esprimere una classe dirigente veramente nuova, anche chi va al potere come rivoluzionario deve accordarsi subito con le altre forze politiche, subendo le loro richieste come le tangenti. La vera cultura non è il grande evento la festa farine e forca.
Il governo tedesco mi ha conferito il premio Goethe, mentre Napoli non mi ha dato niente… ha soltanto paura dell’Istituto“.
Grave danno per la cultura e soprattutto per i tanti giovani che non si potranno più avvalere di questa insostituibile risorsa. Sperando che le parole accorate pronunciate dall’avvocato Marotta possano smuovere un po’ le coscienze. Marotta ha venduto tutti i suoi beni di famiglia e contratto numerosi debiti per salvare i preziosi volumi, pagando di tasca propria i costosi affitti dei locali. Oggi, ancora una volta la storia della Napoli intellettuale subisce un’ennesima beffa, rischia di rimanere chiusa in un magazzino.
Di Emilia Ferrara