ll « Momento magico » di 20 grandissimi autori di Magnum, raccontato con le loro foto ma anche con le loro parole .La prima volta è fortemente evocativa anche per i grandi della fotografia. E in questa mostra bresciana i grandi, sono veramente tali, rispondendo ai nomi di Robert Capa, Cornell Capa, Abbas, Bruce Gilden, Christopher Anderson, Alex Webb, Chien-Chi Chang, Eli Reed…Per loro, il concetto di Prima volta, Première fois alla francese, sta ad individuare e indicare quel particolare attimo della vita professionale in cui l’artista prende distanza dai suoi maestri e inventa il suo linguaggio, la sua estetica, la sua grammatica
«La première fois – La prima volta – è una mostra unica, prodotta appositamente per il Museo di Santa Giulia, dove si potrà ammirare sino al 3 settembre, nell’ambito dei grandi appuntamenti internazionali di fotografia che derivano dalla prima edizione del « Brescia Photo Festival 2017. In essa, ciascuno dei 20 selezionatissimi fotografi di Magnum è presente con quel gruppo di immagini, quel preciso reportage che segna appunto il magico momento in cui l’abile fotografo si è evoluto a vero artista. Da abile coleottero a magnifica farfalla.
Già nel 2012 « Les Rencontres d’Arles » avevano dato carta bianca ai fotografi della Magnum Photos per esprimere questo delicato momento passaggio presentando l’opera che li ha « singolarizzati » e che ha segnato un vero e proprio giro di boa nei loro percorsi artistici.A Santa Giulia, in questa grande mostra (catalogo Silvana Editoriale), quella scelta viene attualizzata e proposta, per la prima volta, al pubblico italiano tramite stampe originali ed avvincenti proiezioni. Il percorso espositivo si sviluppa su 131 fotografie e 11 proiezioni. Naturalmente non si tratta di una parata casuale. Ciascun artista presente, racconta in mostra, attraverso le immagine ma anche attraverso le sue parole, la sua Première fois, rivelando la ragione che lo a portato a individuare esattamente quelle immagini o non altre. Può trattarsi del superamento di particolari difficoltà tecniche o logistiche, della sensazione di aver trovato la perfetta congiunzione che trasforma una immagine di cronaca in un documento della Storia. O l’emozione di aver coltivato un’idea che mostra di funzionare persino di più dello sperato. Ogni uno dei reportage, ogni immagini selezionata per questa intensa esposizione segna quello che il loro autore individua come un suo personalissimo cambio di paradigma. E parole ed immagini trasmettono, in modo potente, questa emozione anche al visitatore
Di Luigi Pinna
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