Intervista esclusiva per UMDI a Angelo Russo, ovvero Catarella
Uno degli sceneggiati meglio riusciti della Rai, il “Commissario Montalbano” tratto dai romanzi polizieschi di Andrea Camilleri è quasi una costante del nostro teleschermo. Si è fatto intervistare, Angelo Russo nelle vesti di “Catarella” ovvero il centralinista del commissariato di Vigata (luogo di fantasia dell’autore) che è solito storpiare i nomi. Russo, con un’iniziale resistenza, non proprio tipica degli attori televisivi, si è poi aperto ad un brevissimo dialogo dichiarandosi timido e asserisce dicendo: il silenzio è una cosa bella rimango cosi pulito come sono.
Catarella è un figlio di Camilleri tu gli hai prestato il volto, ma anche un corpo…
Sì. L’ho portato fuori, e credimi non è da tutti. Ho fatto tanti altri lavori, ma questo è quello che mi ha dato più notorietà.
Sì. L’ho portato fuori, e credimi non è da tutti. Ho fatto tanti altri lavori, ma questo è quello che mi ha dato più notorietà.
Qual è stata la cosa del set che vi ha resi fieri? Il bene stare di Camilleri. Lui ci ha dato solamente due puntate le altre lo abbiamo convinto noi con la nostra bravura.
Ma è una cosa bellissima! La scena mitica è quella tratta da “Il giro di boa”, dove il commissario nuotando trova un cadavere, e tu durante l’indagine esordisci con la frase…il morto…
Natante morente ma prima vivente. Sempre per la faccenda di storpiare i nomi, come il signor Latte con la S in funno…. Per dire a modo suo la realtà che il pregiudicato si era finto morto, cambiando identità ma qualcosa poi della “nuova vita era andata storto”
Natante morente ma prima vivente. Sempre per la faccenda di storpiare i nomi, come il signor Latte con la S in funno…. Per dire a modo suo la realtà che il pregiudicato si era finto morto, cambiando identità ma qualcosa poi della “nuova vita era andata storto”
Di Emilia Ferrara
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