PARTERRE D’ECCEZIONE IL 7 AGOSTO SCORSO AL CASTELLO PICCOLOMINI A L’AQUILA PER LA QUARTA EDIZIONE DEL PRESTIGIOSO PREMIO INTERROTTO L’ANNO SCORSO A CAUSA DEL TERREMOTO. L’ARRIVO DEL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, GIANNI LETTA. L’ASSOCIAZIONE OMONIMA, PRESIEDUTA DA IVA POLCINA. IL PREMIO PER LA POESIA “NICOLA MOSCARDELLI” A MARIA ARFÉ, IL PREMIO PER LA NARRATIVA A LUIGI D’ARMENIO, IL PREMIO PER IL CINEMA DOCUMENTARIO “GERDIGLIO ANGELONI” AD ANNA CAVASINNI E FABRIZIO FRANCESCHELLI, CHE LAVORANO PER NOTISSIMI PROGRAMMI RAI (RAI EDUCATIONAL E CHI L’HA VISTO?), IL PREMIO PER LA SOLIDARIETÀ È STATO CONFERITO ALLA MEMORIA DI MARCO CAVAGNA, VIGILE DEL FUOCO DECEDUTO SUL CAMPO ALL’AQUILA, IL PREMIO PER L’ARCHEOLOGIA AD EZIO MATTIOCCO, PREMIO ARCHEOLOGIA GIOVANI A FRANCESCA LERZA, PREMIO PER LA SAGGISTICA ALL’ESTETOLOGO SERGIO GIVONE, PREMIO PER L’ABRUZZESISTICA A MARIA CONCETTA NICOLAI, PREMIO PER LA CULTURA A MARINO SINIBALDI, DIRETTORE DI RADIO TRE RAI
CAPESTRANO (L’Aquila) – Gran parterre, il 7 agosto scorso al Castello Piccolomini, per la cerimonia di conferimento del Premio “Guerriero di Capestrano” 2010, giunto alla quarta edizione dopo la sospensione dell’anno scorso a causa del terremoto. In prima fila il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, il sen. Fabrizio Di Stefano, consiglieri regionali e assessori provinciali, molte personalità del mondo della cultura giunte da tutta Italia, un gran pienone di pubblico ed una cornice di Vigili del Fuoco in divisa verde e gialla. Attesa e curiosità per l’arrivo del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, non già nell’esercizio delle sue funzioni di governo, bensì nelle vesti di premiato d’eccezione, quale “Erede del Guerriero”. Ad appena cinque anni dall’istituzione il Premio intitolato al principe vestino Nevio Pompuledio, più noto come Guerriero di Capestrano e divenuto un simbolo dell’Abruzzo – un’imponente e raffinata statua di pietra esposta nel Museo Archeologico di Chieti, rinvenuta nel 1934 da un contadino in un terreno nella piana sotto il paese – si va sempre più affermando per essere l’unico riconoscimento di Archeologia e Cultura esistente in Europa. Ne va merito all’associazione omonima, nata dieci anni fa, per promuovere la cultura e valorizzare la Valle del Tirino, ad iniziativa di Iva Polcina che ne è la presidente, e composta da Massimo Pamio, saggista e scrittore, Giuseppina Verdoliva, titolare delle Edizioni Noubs, Sabrina Di Persio e Giuseppina Sebastiani.
Quest’anno il Premio s’è confermato ancor più nel suo valore e decisamente ha fatto un salto di qualità attestandosi ad un livello di notevole dignità. D’altronde non poteva che crescere, in ragione del prestigio accumulato nelle tre edizioni precedenti che avevano visto assegnare il riconoscimento a personalità insigni, tra le quali alcune in particolare citate per nome nel corso della cerimonia: per la Sezione Archeologia, Vincenzo D’Ercole, Fulvio Giustizia, Cesare Letta e Adriano La Regina; per le altre Sezioni il trofeo del Guerriero era stato, tra gli altri, conferito a Maurizio Bettini, docente alle Università di Siena e Berkeley, all’Ambasciatore italiano a Cuba e scrittore, Domenico Vecchioni, a Dom Serafini, giornalista e direttore di New Age che vive tra New York e Los Angeles, a Luciano Borsari, fotografo italo americano che vive in California e reporter della Zuma Press, quindi a Goffredo Palmerini, per la sua opera di diffusione della cultura abruzzese nel mondo attraverso la stampa italiana all’estero. La manifestazione, nelle scorse edizioni, ha riscosso un grande interesse anche all’estero, cogliendo l’attenzione delle comunità italiane residenti in Usa, Canada, Sud America, Australia, Sud Africa e in tutti i Paesi d’Europa. Infine, la Sezione “Eredi del Guerriero” assegna il Premio ad eminenti personalità abruzzesi che hanno contribuito alla crescita della Regione. La Sezione, che ha già visto conferire il riconoscimento all’on. Remo Gaspari, uomo di governo che per tanti decenni ha dedicato la propria vita all’impegno politico e al progresso dell’Abruzzo, quest’anno attribuisce il Premio “Eredi del Guerriero” ad un’altra delle personalità più interessate allo sviluppo della nostra terra, e cioè a Gianni Letta.
Con il puntuale arrivo del Sottosegretario Letta l’evento è iniziato con il saluto della Municipalità portato dal vice Sindaco di Capestrano, Virgilio Lerza. Per nulla di circostanza il suo saluto, segnatamente rivolto all’uomo di Governo e al presidente della Regione. Ringraziando per l’impegno profuso dallo Stato nelle fasi dell’emergenza post sisma, Lerza si è augurato che il Governo e la Regione assecondino non solo la ricostruzione, ma anche progetti di sviluppo per la ripresa dell’economia ormai asfittica del territorio colpito dal terremoto. In particolare, a Capestrano, con la valorizzazione del notevole patrimonio archeologico vestino da allestire nel Castello Piccolomini, assai votato ad ospitare strutture museali, auspicando il ritorno nella sua terra della statua del Guerriero, ora esposta a Chieti nel Museo Nazionale della Civitella. L’idea fa affidamento su un progetto territoriale integrato in grado d’esaltare il patrimonio archeologico rinvenuto, che promuova nuovi scavi e un museo in loco, unitamente al richiamo d’interesse turistico-culturale su un’area che offre pregevoli emergenze, dalla Chiesa di San Pietro ad Oratorium, al Convento di San Giovanni da Capestrano, al Castello Piccolomini, alla bellezza incontaminata d’una delle più interessanti località paesaggistiche e naturalistiche d’Abruzzo.
Pronta la rassicurazione del presidente Gianni Chiodi, per parte della Regione, che quel messaggio del vice sindaco Lerza ha prontamente raccolto. Ha quindi preso avvio la cerimonia di premiazione dei vincitori del Guerriero di Capestrano 2010, in esito a quanto deciso dalla Giuria del Premio, composta da Massimo Pamio (presidente), da Vincenzo D’Ercole e Adriano La Regina (rispettivamente presidente e presidente onorario della Sezione Archeologia), Iva Polcina, Giuseppina Sebastiani, Sabrina Di Persio, Daniele Cavicchia, saggista e scrittore, e Anna Ventura, scrittrice poeta e critico letterario.
Il Premio per la Poesia “Nicola Moscardelli” è andato a Maria Arfé, origine italiana e residenza in Grecia, a Volos, dove ha peraltro ricoperto il ruolo di vice Console onorario d’Italia. Questa la motivazione del riconoscimento a Maria Arfé, visibilmente emozionata nel ricevere la statuetta bronzea del Guerriero: “La poesia di Maria Arfé innesta tratti classici su una modernità sensibile e appassionata, in cui i versi rappresentano l’intimo discorso di una ricerca sempre viva, sempre tesa all’esaltazione della dignità dell’uomo e delle sua emozioni. L’Autrice sposa la poesia greca classica con quella italiana moderna ottenendo una miscela dosata con misura ed equilibrio, che offre spunti memorabili”.
Il Premio per la Narrativa è stato attribuito a Luigi D’Armenio di S. Eusanio del Sangro, in provincia di Chieti, giovane architetto con spiccate propensioni letterarie. Così la Giuria ha motivato il conferimento: “Speculum di Luigi D’Armenio, ambientato nell’Abruzzo del 1600, è un romanzo storico, che esprime un progetto tanto ambizioso quanto difficile e complesso. Il pensiero della Giuria è che l’autore sia riuscito nel suo intento, immaginando vicende e avvenimenti di quell’epoca con un rigore documentario e con una spigliatezza non comune; egli ottiene un prodotto straordinario, sicuramente frutto di una lunga ricerca, di una passione non comune. Lo stile è moderno, vivace, i personaggi sono descritti con precisione, la trama racconta l’intrecciarsi di due destini nel corso di vite parallele: da una parte quella del potente, dall’altra quella del popolano. Un affresco che rappresenta forse il romanzo storico più interessante mai realizzato sull’Abruzzo, e D’Armenio potrebbe essere forse definito – ma questo saranno i posteri a decretarlo – il Manzoni d’Abruzzo”.
Il Premio per il Cinema documentario “Gerdiglio Angeloni” è stato conferito ad Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli, che lavorano per notissimi programmi Rai (Rai Educational e Chi l’ha visto?), con la seguente motivazione: “Il Premio per il Cinema documentario viene assegnato all’opera “La guerra fatta in casa. Il sangue dei Limmari” di Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli per la densità e la scientificità della ricerca, compiuta attraverso la collazione di documenti e la proposizione di interviste rivolte a persone direttamente o indirettamente coinvolte in avvenimenti terribili, come l’eccidio compiuto dai nazisti a Pietransieri. Nel documentario, sguardo lucido e obiettivo gettato sulle implicazioni locali di un conflitto mondiale, sono registrate le voci di coloro che con pacatezza chiedono giustizia per tutte le vittime di una guerra in cui furono coinvolti cittadini inermi, che si ritrovarono senza volerlo la guerra in casa. Per tanto Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli, in questo notevole importante documento storico, celano un messaggio rivolto a tutti gli uomini di buona volontà: la guerra più grande che l’uomo deve intraprendere e vincere consiste nel bandire ogni conflitto dalla terra, sopraffacendo l’idea che la guerra sia un modo per risolvere i problemi dell’uomo”. Davvero toccante la sintesi del filmato, che dura oltre un’ora, presentata su quei drammatici fatti che il 21 novembre del 1943 insanguinarono l’Abruzzo, allora diviso dalla linea Gustav, costruita dall’esercito germanico dopo lo sbarco americano a Salerno. A Pietransieri, una frazione di Roccaraso, nella strage furono brutalmente trucidate dai nazisti 128 persone, tra cui 60 donne e 35 bambini sotto i dieci anni, uno di essi d’appena un mese.
Il Premio per la Solidarietà è stato conferito alla memoria di Marco Cavagna, Vigile del Fuoco deceduto sul campo all’Aquila il pomeriggio del 6 aprile 2009, la stessa giornata del tragico terremoto, durante le prime operazioni di soccorso. Questa la motivazione del riconoscimento: “La Giuria del Premio Guerriero di Capestrano ha inteso assegnare il Premio per la Solidarietà alla memoria di Marco Cavagna e al Corpo dei Vigili del Fuoco dell’Aquila per l’abnegazione, lo spirito di sacrificio, il coraggio di uomini intrepidi che sono prontamente intervenuti nella città dell’Aquila sfigurata dal sisma, prestando i primi soccorsi e addirittura donando la propria vita come appunto nel caso di Marco Cavagna, venuto da Bergamo all’Aquila, per compiere il suo ultimo atto di autentica umanità. Ma non dobbiamo dimenticare che i Vigili del Fuoco compiono ogni giorno piccoli atti di eroismo, ogni giorno esprimono un alto senso del dovere vegliando sulle nostre vite”. Grande commozione per questo premio, ricevuto dal comandante aquilano del Corpo, che con significative parole ha illustrato la figura e il carattere di Marco Cavagna. Mi preme annotare che gli Aquilani porteranno per sempre nel cuore la gratitudine profonda per i Vigili del Fuoco di tutta Italia, non solo per l’eroica dedizione al loro impegno di soccorso, ma anche per la delicatezza amorevole sempre dimostrata nel loro rapporto con le persone colpite dal terremoto, segno di straordinaria empatia.
Il Premio per l’Archeologia è stato assegnato ad Ezio Mattiocco, con la motivazione che segue: “Per l’importante contributo dato alla conoscenza dell’antico Abruzzo e lo studio degli insediamenti dei Peligni, dei Vestini e dei Sanniti, con la documentazione di luoghi fortificati e di abitati italici e romani, con la pubblicazione di importanti documenti inediti delle lingue italiche. La sua attività scientifica resta un riferimento essenziale con numerose pubblicazioni, fondamentali nel settore dell’archeologia e in particolare dell’insediamento sabellico in Abruzzo”. Straordinaria figura, quella di Mattiocco, un abruzzese amante della sua terra, per passione valoroso archeologo e medico per professione. Gli ha consegnato la statuetta Adriano La Regina, archeologo tra i più insigni al mondo. Il Premio Archeologia Giovani è stato conferito a Francesca Lerza, laurea nel 2001 all’Università di Pisa con una tesi su Ercole Curino. Questa la motivazione del riconoscimento: “Dopo aver avuto varie esperienze di scavo archeologico in Italia e all’estero, negli ultimi tre anni si è concentrata sulle ricerche sia di campo che di studio inerenti il territorio dei Vestini, partecipando alle indagini archeologiche delle necropoli dei Colli Bianchi, Cinturelli, Varranone e Capestrano”.
Il Premio per la Saggistica è stato tributato a Sergio Givone, estetologo e pro Rettore dell’Università di Firenze. Questa la motivazione: “Sulla cose ultime, sulla verità, sulla morte, sulla colpa, su Dio e il male, sull’eterno, sul senso e sul nonsenso, sul giudizio finale, su queste domande spesso dimenticate nel giudizio dei filosofi, Givone ha incentrato la sua ricerca appassionata e appassionante, senza sottrarsi alla responsabilità di una piena immersione nella contemporaneità che molti rifuggono. E’ sempre accanto alla coraggiosa e disarmante ammissione dei limiti del pensiero razionale, ha affermato e difeso comunque, la libertà, la ricerca della verità, il richiamo alla responsabilità individuale, la necessità e la forza di rispondere alle proprie azioni, arricchendo ed impreziosendo la qualità del dibattito culturale, civile e morale. Ed è quello che chiediamo ai nostri Maîtres à penser”.
La Giuria ha attribuito il Premio Internazionale alla cinese Chi Xiao Hong, delicata autrice di liriche e ricercatrice della filosofia poetica del grande paese orientale. Le sue poesie ricordano gli haiku giapponesi, versi di grande intensità espressiva racchiusi in brevissimi attimi. In Italia dal 2004, Chi Xiao Hong ha pubblicato nel 2009 “Le schegge di Luo”, un tributo ad uno straordinario artista itinerante. Questa la motivazione del Premio: “Nel farsi portatrice della filosofia Chan della Via della Calligrafia e della Poesia, coglie nell’istante l’eternità del movimento e nella dimensione della coscienza individuale le vestigia di quella universale, liberando il nulla d’ogni accadimento affinché tutto sia nel suo essere sempre stato, tutto sia nel suo essere sempre orizzonte e preludio dell’apparire”. Nella sua lingua Chi Xiao Hong ha letto una sua poesia, quasi sussurrandola, mentre in sala si creava una singolare atmosfera emotiva, sospesa per tutto il tempo della declamazione, mentre ciascuno poteva seguire il testo tradotto in italiano. Una lirica splendida, il cui incipit canta: “Da macerie,/d’antico e moderno,/affetti, sogni e speranze/in una lagrima che lenta scivola sui volti:/L’Aquila rivola al Suo cielo!”
E’ la volta del Premio Eredi del Guerriero, conferito a Gianni Letta, già direttore del quotidiano Il Tempo, impareggiabile tessitore di relazioni, ora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questa la motivazione del riconoscimento: “Il premio Eredi del Guerriero viene assegnato ogni anno a persone nate in Abruzzo che non hanno mai dimenticato la loro terra e che si battono per difenderne valori e civiltà. Gianni Letta, per il suo costante impegno e per la sua dirittura morale, nonostante i suoi impegni che lo hanno portato ad assumere cariche istituzionali del massimo rilievo, ha rivolto sempre il suo sguardo verso l’Abruzzo, dimostrando un amore profondo, celato con sobrietà ed eleganza. Con questo Premio noi tutti ci stringiamo attorno a Gianni Letta riconoscenti, ringraziandolo per la sua signorilità, per il suo aristocratico comportamento, per la profonda sensibilità con cui ha parteggiato sempre per la nostra Regione, contribuendone alla crescita etica, sociale e culturale. E pertanto lo nominiamo oggi Erede del Guerriero”. Gianni Letta ha quindi ricevuto il Premio dalle mani del presidente della Regione Abruzzo. Nel suo intervento, Letta ha rivolto il suo apprezzamento a tutti i vincitori del Premio, sottolineandone il valore, in particolare segnalando lo stupore per la meravigliosa lirica di Chi Xiao Hong. Ha ringraziato la Giuria per il riconoscimento, che segue il Premio per l’Archeologia già assegnato nel 2007 a Cesare Letta, suo fratello, ordinario all’Università di Pisa. Non senza una punta d’orgoglio familiare ben proposta, Gianni Letta ha ricordato d’essere della famiglia il secondo d’una schiera di nove fratelli, partiti tutti da Avezzano, loro città natale. Figlio d’Abruzzo, la vita lo ha portato altrove, a Roma in particolare. “Provengo da questa terra – ha tra l’altro detto Letta – eppure ogni volta che ci torno mi emoziona come quando l’ho lasciata”. Alla domanda su quanto avesse influito nella sua vita la formazione e la professione di giornalista, Letta ha risposto: “La formazione l’ha data la terra d’Abruzzo, che dà un supplemento d’anima, una carica umana e morale”. E ritornando in chiosa su un’argomentazione svolta dal prof. Civone che aveva citato una frase di San Paolo nelle sue Epistolae, Letta ha concordemente concluso che l’impegno verso la propria terra lo sente come dovere, un dovere per tutti gli Abruzzesi, appunto come San Paolo diceva “Vale la pena combattere la buona battaglia”. Ancor più sentita questa affermazione, quando il Sottosegretario ha chiuso la straordinaria serata consegnando una Targa ai Vigili del Fuoco dell’Aquila per l’impegno profuso dopo il sisma.
Nel corso della manifestazione sono stati inoltre conferiti altri due riconoscimenti: il Premio per l’Abruzzesistica a Maria Concetta Nicolai, per l’opera “Acqua Nuova”, un omaggio all’Abruzzo, dove le tradizioni della regione s’intrecciano con le culture locali, dove i protagonisti dei paesi sono gli uomini che perpetrano anno dopo anno antichi aspetti di un sapere che scompare; poi il Premio per la Cultura a Marino Sinibaldi, direttore di Radio Tre Rai – programma radiofonico d’arte, musica, cinema e cultura che quest’anno compie 60 anni – ed ideatore dell’apprezzata trasmissione Fahrenheit, finestra culturale di grande valore. La manifestazione è stata presentata con professionalità ed efficacia da Marina Moretti e Silvio Sarta.
Di Goffredo Palmerini
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