Botte alla moglie che per anni è stata vittima delle sue violenze. Molte le denunce da lei fatte, ma poco dopo ritirate. Questa volta però, stanca di subire, non smentisce la sua accusa
Botte alla moglie ogni volta che rientrava dal lavoro, il marito era sempre ubriaco. La coppia, originaria dell’Est europeo, inizia una convivenza. Il marito non trova lavoro, per cui la famiglia vive dei lavori di fortuna della donna. La sera, però, quando torna a casa, viene picchiata maltrattata. Sopporta tanto, sicuramente troppo ma poi, stanca, si rivolge ai Carabinieri che immediatamente notiziano la Procura della Repubblica di Larino. Forse vittima anche di una sudditanza psicologica da parte del compagno, ritratta alcune denunce, rallentando inconsapevolmente l’iter giudiziario. Fino a quando, esausta delle continue violenze, ritorna dai Carabinieri e denuncia il compagno una volta per tutte. Un inferno che si interrompe perché i militari monitorano la situazione. La Procura della Repubblica di Larino che dispone, mediante una misura cautelare, l’allontanamento dalla casa familiare dell’uomo il quale risultava, tra l’altro, anche pregiudicato per altro tipo di reato.
Botte alla moglie, l’invito a denunciare
La Dottoressa Ginefra, capo della Procura della Repubblica di Larino dice: “Le donne devono fidarsi delle Forze dell’ordine e della Procura. Noi siamo accanto e a tutela delle vittime di violenza”.
Geloso o possessivo? Ecco la storia di una giovane ragazza!
Nel 2004 arriva in Italia dalla Bosnia. Voleva trovare un lavoro che le permettesse di vivere nel Nostro Paese. Il suo arrivo non fu semplice, aveva 18 anni, e le mancava la sua famiglia. Poi incontra un ragazzo, del quale si invaghisce. Le diceva di avere 26 anni, invece ne aveva 30. Andarono a convivere, e le cose non iniziarono bene. Le fece perdere il lavoro, dicendo che era l’uomo a dover portare i soldi a casa. Il problema principale era che lui non lavorava. Con il passare del tempo, iniziò ad essere sempre più possessivo. La ragazza non poteva uscire nemmeno per buttare l’immondizia. Decisero di sposarsi, e di avere un figlio. Finalmente, riuscì a trovare lavoro, ma quando tornava a casa la sera era sempre nervoso e pronto a litigare. Nacque il bambino, e le cose peggiorarono. La ragazza era arrivata a pesare 40 kg, ed era in un avanzato stato di depressione. Non riceveva aiuto in casa, e le litigate erano sempre più accese.
Dopo 8 anni, suo figlio, le fece aprire gli occhi. Chiese alla mamma di andare via, a casa dei suoi nonni. Erano in 2 a soffrire. Un giorno, di nascosto, allertando i servizi sociali che gli trovarono una sistemazione. La giovane mamma viene portata in un centro mentale, che dopo molte sedute ne esce vittoriosa. Credeva fosse gelosia, un amore forte. Invece era una vittima di violenza domestica!
Denunciare le violenze è importante
Il 1522 è un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. Il numero, gratuito è attivo 24 h su 24, accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.
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