Catasto onciario, vecchio Catasto terreni o Catasto murattiano. Il ducato, moneta del Regno di Napoli, che si divideva in tarì, carlini, grana, tornesi e cavalli. 64 milioni di discendenti di emigrati italiani si trovano negli Stati Uniti, in Argentina e in Brasile. Il corso che ha richiamato l’attenzione di Radio Capital e di Donna Moderna.
Catasti, atti notarili, emigrazioni. Si è parlato dei catasti più noti, nel corso della nona lezione del Corso di Genealogia, che si tieneognisabato presso la sede del quotidiano internazionale “UN MONDO D’ITALIANI”. Essi sono: il Catasto onciario, presente dal 1750 presso l’Archivio di Stato di Napoli, il Catasto provvisorio presentenell’Archivio di Stato di Campobasso, denominato anche Vecchio Catasto terreni o Catasto murattiano, che contiene registri dal 1810 al 1952, il nuovo Catasto Terreni dal 1940, il vecchio catasto urbano dal 1870 al 1960 e il Nuovo Catasto fabbricati dal 1960.
Il catasto onciario è la rappresentazione pratica delle norme dettate da Re Carlo III di Borbone nel 1741 per un riordino fiscale del Regno di Napoli. Il catasto è detto onciario perché i beni da tassare (immobiliari, da bestiame o finanziari) erano valutati in once, unità monetaria di riferimento nelle intenzioni del Re che avrebbe dovuto rendere più equa la distribuzione del carico fiscale. Per il calcolo delle imposte le persone erano divise in diverse categorie: i cittadini che formavano “fuochi” (ovvero le famiglie) dell’Università, i forestieri che erano solamente iscritti nell’Onciario perché possedevano beni o perché esercitavano un’attività e gli ecclesiastici, ovvero le istituzioni religiose come le Chiese, i monasteri o i luoghi pii. La moneta principale durante il Regno di Napoli era il ducato che a sua volta si divideva in tarì, carlini, grana, tornesi e cavalli. Anche gli atti del catasto possono essere aggiunti nel software che garantisce la creazione dell’albero genealogico.
Mancava il notaio che invece aveva accompagnato la delegazione a San Giuliano del Sannio, così che, ad addentrarsi nei meandri del tema notarile, è stato lo stesso Domenico Carriero. Gli atti notarili (rogito o istrumento) sono documenti rogati, redatti con le prescritte formalità, da un notaio che fa prova legale dei fatti ed atti giuridici che lui stesso attesta essere venuti in sua presenza ed esistenti già dal XIII secolo. I fatti attestati negli atti notarili sono: le compra-vendite, l’indebitamento, i riconoscimenti, le donazioni, i testamenti e le convenzioni matrimoniali. Secondo la legge 89/1913 l’atto deve recare l’intestazione “Repubblica Italiana” e contenere: l’indicazione in lettere per esteso dell’anno, mese, giorno, comune e luogo in cui è ricevuto; il nome, cognome e la residenza del notaio e il distretto notarile in cui è iscritto; il nome, il cognome, il luogo e la data di nascita, il domicilio o la residenza delle parti, dei loro eventuali rappresentanti e dei testimoni; la dichiarazione della certezza dell’identità personale delle parti; l’indicazione delle date e la designazione precisa delle cose, delle somme, e della quantità delle cose che formano oggetto dell’atto e l’indicazione dei titoli e delle scritture inseriti nell’atto. Gli atti notarili sono presenti presso l’Archivio di Campobasso dal 1906.
Più di trenta milioni di italiani sono emigrati all’estero nel XIX e XX secolo. All’inizio furono soprattutto veneti, friulani e piemontesi ad abbandonare l’Italia, mentre dal 1900 furono le regioni della Calabria, Campania, Puglia e Sicilia ad essere maggiormente interessate dal fenomeno della grande emigrazione. Attualmente vi sono oltre 64 milioni di discendenti di emigrati italiani soltanto negli Stati Uniti, in Argentina e in Brasile. Online sono presenti diversi siti che permettono la ricerca di parenti immigrati come: Ellis Island che consente di cercare tracce di amici e familiari che sono emigrati negli Stati Uniti tra il 1892 e il 1924 transitando per gli uffici dell’immigrazione dell’omonima isola, principale porta d’ingresso per chi cercava fortuna nel Nuovo Mondo; Immigrantships che permette di effettuare ricerche sui registri dei passeggeri sbarcati a New York. Consente inoltre di effettuare ricerche su banche dati speciali come quelle dei rifugiati in Australia dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’ultimo sito di ricerca è AltreItalie che permette di effettuare ricerche sugli italiani emigrati negli Stati Uniti tra il 1880 e il 1921, in Argentina tra il 1882 e il 1920 e in Brasile tra il 1858 e il 1899. “Nell’incontro di sabato scorso – ha dichiarato Domenico Carriero – abbiamo completato la parte di corso in aula con la spiegazione di Atti Notarili, Catasti ed Emigrazioni: una moltitudine di atti e database che ci possono aiutare a ricostruire la storia familiare dei nostri antenati, in particolare che proprietà avevano, che debiti avevano contratto, quali doti matrimoniali avevano offerto, ove erano emigrati, chi li attendeva dopo lo sbarco, quali testamenti avevano disposto. La ricerca in tempo reale di alcuni congiunti che i corsisti sapevano essere emigrati un secolo fa ha suscitato molto interesse tra gli stessi: anche questa volta abbiamo visto come la scrittura di chi redigeva i registri di sbarco in America possa oggi influire le modalità di ricerca e comprensione”.
di Mina Cappussi e Giuseppe Priolo
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