Individuati a 140 metri di profondità i resti in ottimo stato di conservazione della ‘okänt skepp’ naufragata ai tempi di Colombo. Gli archeologi: ”Ritrovamento chiave per la storia marittima
(UMDI-UNMONDODITALIANI) Il misterioso relitto ha atteso 500 anni prima di essere ritrovato. Oggi, passati cinque secoli, ricercatori, archeologi e scienziati l’hanno individuato a 140 metri di profondità nel Mar Baltico grazie a telecamere robot. La “okänt skepp” (“nave sconosciuta”, in lingua svedese) si pensa sia una imbarcazione affondata ai tempi del Rinascimento, più o meno nel periodo in cui Cristoforo Colombo stava per approdare nel Nuovo Mondo. Il fatto più incredibile è che dopo centinaia di anni i resti non ancora recuperati nelle acque gelide del Baltico siano rimasti praticamente intatti o quasi.
Scoperte decine di imbarcazioni centenarie
Nel corso degli ultimi anni tecnologie computerizzate per l’esplorazione dei mari hanno permesso di scoprire decine di imbarcazioni centenarie, dalla nota “Mars”, la nave ammiraglia del re di Svezia Erik XIV scoperta nel 2011 sempre nel Mar Baltico e che si crede possa avere più di 450 anni, sino all’incredibile relitto recuperato nel 2018 negli abissi del Mar Nero e considerato il più antico del mondo: una nave di epoca greca con alle spalle più di 2300 anni. Il naufragio viene fatto risalire tra la fine del XV secolo e i primi anni del XVI secolo ed è probabilmente antecedente a molte delle storiche imbarcazioni tra le più celebri, come la Mary Rose di Enrico VIII. La prima volta in cui i ricercatori dell’amministrazione marittima svedese (SMA) in collaborazione con gli archeologi dell’Università britannica di Southampton si sono imbattuti nella nuova nave del Baltico è stato invece nel 2009 quando individuarono la possibile presenza di una imbarcazione grazie alla strumentazione sonar: c’era qualcosa di anomalo sul fondo. Dieci anni dopo, durante esplorazioni relative a un gasdotto e con una telecamera e strumentazione Rov, un team internazionale ha finalmente scoperto di cosa si trattava: una imbarcazione rinascimentale ottimamente conservata. Qualcosa di “incredibile” ha detto Rodrigo Pacheco-Ruiz, archeologo marittimo dell’Università di Southampton che ha guidato le indagini. “Siamo ancora al settimo cielo”
Stato di conservazione
Lo stato di conservazione, sostengono gli studiosi, grazie alle acque ghiacciate del Baltico e la mancanza di ossigeno è “straordinario”: lo scafo è ben conservato dalla chiglia al ponte, gli alberi sono intatti, diverse strutture sono riconoscibili e si intravedono anche i resti di una scialuppa in legno probabilmente usata per trasportare i membri dell’equipaggio. Intatta anche l’ancora, alcuni oggetti di bordo e un argano, tutti reperti che hanno contribuito alla datazione del relitto. Al momento i ricercatori credono che si tratti di una imbarcazione mercantile, anche se era dotata di spazi dedicati alle armi al suo interno, forse come sistema di difesa durante i trasporti. Si stima che la barca fosse lunga fra i 15 e i 18 metri, poco più piccola della nota Santa Maria di Colombo. Chiaramente, ha spiegato Pacheco-Ruiz, per ora la posizione esatta della nave resta segreta per scoraggiare curiosi e cacciatori di tesori e al momento i ricercatori, mentre stanno ancora esplorando il relitto, hanno ricostruito con un sistema 3D la nave per poterla decifrare al meglio. A giorni una spedizione dovrà recuperare alcune parti di legno per cercare di datare con più precisione la “nave sconosciuta”.