1978- 2018. Sono passati quarant’anni dal sequestro di Aldo Moro, politico italiano ucciso dal gruppo terroristico delle Brigate Rosse. Il ricordo di Gentiloni e Mattarella.
Quarant’anni fa il sequestro di Aldo Moro. Date e ricorrenze, che sono come sale su ferite ancora aperte nella storia italiana. Squarci temporali, dunque, che guardano indietro al 16 marzo 1978, giorno di presentazione del nuovo governo guidato da Giulio Andreotti, per il quale Aldo Moro gestì direttamente le varie trattative politiche, che portarono poi all’accordo, e giorno in cui l’auto di Moro venne intercettata dalle Brigate Rosse. Un agguato in piena regola, nel quale il gruppo terroristico fece fuoco, uccidendo cinque uomini della scorta del presidente della Democrazia Cristiana, e sequestrando quest’ultimo. La prigionia di Moro ebbe la durata di 55 giorni, durante i quali vi fu uno scambio di messaggi e trattative politiche con le Brigate Rosse, un’organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra formatasi nel 1970, al fine di propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo, agendo contro lo Stato, e uccidendo, sequestrando e sparando alle gambe degli avversari. Per il politico molta paura ed apprensione da parte del popolo italiano, poiché nessun personaggio di tale importanza aveva ricevuto un trattamento così crudele, di matrice terroristica. I posti di blocco, e le varie perquisizioni nei covi dei brigatisti risultarono inutili. Le Brigate Rosse conclusero il sequestro uccidendo Aldo Moro. Era il 9 maggio del 1978: il corpo del politico venne ritrovato, alle nove di mattina, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, nel centro di Roma, nei pressi della sede del Partito comunista. L’agguato avvenne all’angolo fra via Fani e via Stresa, nel nord della capitale.
LA COMMEMORAZIONE
Ricordi ai tempi dei social network. La memoria del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, circa il sequestro Moro, viaggia attraverso un tweet. “Una mattina di 40 anni fa il più grave attacco alla Repubblica. L’Italia rende omaggio a un grande leader politico, ai carabinieri Leonardi e Ricci e agli agenti di Polizia Iozzino Rivera e Zizzi”. Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, invece si è recato in via Fani per celebrare il ricordo, quarant’anni dopo. Il Presidente ha omaggiato,oltre il ricordo del politico, anche l’appuntato dei carabinieri, Domenico Ricci, autista della Fiat 130 dell’onorevole Moro, il maresciallo Oreste Leonardi, il capo scorta, e agli agenti di polizia Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino, deponendo una corona tricolore sul monumento loro dedicato. A Bari, nella Cappella del Palazzo Ateneo dell’Università,il Monsignor Francesco Cacucci celebrerà una Santa Messa in ricordo di Moro.
BREVE CENNO BIOGRAFICO: ALDO MORO
Nato a Maglie, Lecce, il 23 settembre del 1916, Moro frequentò la facoltà di Giurisprudenza a Bari, dopo aver ricevuto un’educazione classica. Durante i primi anni Quaranta, ottenne la cattedra di Filosofia del Diritto all’Università di Bari e, nel medesimo ateneo, dieci anni dopo, ottenne la cattedra di Diritto Penale. Intraprese anche una breve carriera giornalistica, fondando La Rassegna. Fu uno dei fondatori della Democrazia cristiana, e ne divenne segretario nel 1959. Più volte ministro, Moro guidò diversi governi di centro-sinistra dal 1963 al 1968 promuovendo, a metà degli anni Settanta, la strategia dell’attenzione verso il Partito Comunista Italiano.
di Grazia De Gregorio
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