Finalmente sono nati i due gemellini, un maschio e una femmina, dopo il famoso scambio d’embrioni al Pertini. Nonostante il ricorso dei genitori biologici, quindi i veri genitori i quali, avrebbero voluto bloccare l’iscrizione all’anagrafe da parte dei genitori “gestanti” che volgarmente potremmo definire surrogati, la legge italiana non ammette appelli, almeno per ora
I bambini sono stati regolarmente registrati da chi li ha partoriti e risultano a tutti gli effetti figli di chi li ha tenuti in grembo per nove mesi, pur non essendo la reale madre, ma per legge lo è, ignorando totalmente quella genetica, che in altri tribunali condanna all’ergastolo con lo stesso criterio scientifico.
La disperazione per i genitori che non possono per ora stringere tra le braccia i propri bambini è grande, e non possiamo non sottolineare quanto grande sia l’ingiustizia e quanto la legge consideri la genetica, solo quando fa comodo.
Dal punto di vista dei bambini, che con una semplice prova del DNA potrebbero essere subito restituiti ai veri genitori, crescere nella famiglia sbagliata, non gli gioverà, potrebbero credere di essere figli di un errore a cui nessuno ha davvero voluto riparare, preferendo fare una guerra legale.
Prima o poi scopriranno la verità e sapere che per anni i loro veri genitori li hanno cercati e voluti, soffrendo, e disperandosi, per loro potrebbe essere lacerante.
Da un lato ameranno la madre gestante, ma dall’altro saranno combattuti, cercheranno di capire e conoscere chi li ha amati, voluti e se li è poi visti strappare ingiustamente, e la cosa li metterà in confusione.
Possiamo fare mille discorsi sulla pancia, il sentir crescere una vita dentro il proprio corpo e berciare sul fatto che non è genitore chi dà la vita, ma chi ti cresce, ma senza ipocrisia non è davvero questo il caso.
Qui non parliamo di una madre surrogata, ma di uno scambio d’embrioni, di una madre che sa di avere due figli che le sono stati strappati e che vive tutti i giorni e le notti nella rabbia, nel dolore e nell’angoscia.
Orbene bisogna riparare a questo tragico errore e compiere un atto d’amore e di responsabilità, restituendo i figli alla legittima e biologica madre.
Di Simona Aiuti
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