Magia e intimità nell’atmosfera di un altro tempo. Questo è il Presepe Vivente di San Polo Matese. 3000 visitatori, grande successo che premia l’impegno di tutto il paese
“Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo. O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar; o Dio beato! Ah, quanto ti costò l’avermi amato!”: intonando con le zampogne questo tradizionale canto di Natale si entra completamente nel clima del Presepe Vivente di San Polo Matese. Il paese, che ha portato avanti la trentatreesima edizione del Presepe, essendo quindi il presepe più longevo del Molise, non solo è noto come Paese del Presepe, ma si presta benissimo grazie alla propria conformazione geologica caratteristica dei centri nati a ridosso del massiccio del Matese noti come paesi-presepe. L’edizione 2015, svoltasi nelle serene serate del 26 e 27 dicembre, organizzata dal Comune e dall’associazione “Presepe Vivente”, riporta in auge uno scenario rinnovato e un percorso collocato nella parte più interna del centro storico del Comune. 150 i figuranti che hanno preso parte nell’interpretazione unica della storia della nascita di Gesù Cristo. Il cammino è quello ideato alle origini dall’arcivescovo Angelo Spina, allora sacerdote del paese matesino. I visitatori, seguendo le guide, potevano aggirarsi nel Borgo medievale, nelle vecchie case dove perfettamente si potevano ricreare i luoghi dell’antica Palestina; i viandanti potevano incontrare i personaggi principali della storia della nascita del Cristo, ma non solo! Grazie a studi precisi si sono riusciti a ricreare le abitudini e i modi di vivere dell’antico popolo ebraico.
Nello specifico, le scene reinterpretate sono state:
l’apparizione dell’arcangelo Gabriele a Zaccaria ad annunciargli la nascita di suo figlio Giovanni divenuto poi noto successivamente come il Battista. Ad interpretare Gabriele c’è una bimba di origini tuinisine di 9 anni, il suo nome è Assia Abid ed è uno dei piccoli talenti emersi all’interno della rappresentazione;
la cerimonia di fidanzamento tra Maria e Giuseppe nella casa di Anna e Gioacchino. Il celebrante è il bojanese Alessio Spina;
tre scene di vita quotidiana volte a mostrare la semplicità e l’umiltà di queste genti nella preparazione del pane azzimo, nella pulitura del farro da parte delle giovani fanciulle della famiglia e un locale dove il rabbino insegnava ai bambini la Torah;
il cammino prosegue sulle orme della Vergine, nelle sue attività giornaliere, nel momento dell’apparizione dell’arcangelo Gabriele ad annunciare la sua gravidanza dallo Spirito Santo e verso la casa di sua cugina Elisabetta, moglie di Zaccaria e madre di Giovanni Battista. Maria è interpretata da una ragazza del posto, Valentina Capra, mentre Elisabetta è rappresentata dalla bojanese Rita Gianfrancesco;
incamminandosi, poi, nella parte più in alto del paese, i visitatori incontrano Giuseppe divorato dalle preoccupazioni per la gravidanza prematrimoniale di Maria che l’avrebbe portata alla lapidazione e il suo successivo incontro con l’angelo. La scena affascina i visitatori perché mostra il Belvedere del centro storico di San Polo.
la lettura delle Sacre Scritture da parte dei sommi sacerdoti, che rifacendosi al profeta Geremia, annunciano l’arrivo del Messia. Tra i sacerdoti si riconosce il presidente di Matese Arcobaleno, Mario Lucarelli. La scena avviene alle soglie dell’antica chiesa di San Pietro in Vincoli, in assoluto il punto più alto del centro matesino, importante meta turistica;
segue una scena di mercato popolare, dove si riconoscono, tra gli altri, Luana D’Egidio, Michele Moliterni, sanpolesi, e Claudio Princic, bojanese;
passando poi sotto l’antica torre medievale del borgo, di matrice longobarda, si entra nella fortezza di Erode e si assiste al suo incontro con il centurione Marco Proculo, rappresentato da Marco Gianfagna, inviato dal Cesare Augusto per ordinare il censimento. E’ la scena più sfarzosa della manifestazione: re Erode è accompagnato da un manipolo di danzatrici, tra le quali spicca la ballerina bojanese Gaia Rico, che esegue una danza orientaleggiante per i visitatori, accompagnata dalla musica del tamburo di Giancarlo Romano. A rappresentare Erodiade c’è la bellissima Veronica Gargaro, rappresentante del gruppo folkloristico locale, La Teglia;
procedendo si incontrano pastori e greggi, fino ad arrivare alla locanda dove Maria e Giuseppe cercarono ricovero prima del parto ma non trovarono posto. Nella locanda si incontrano alcuni amici del Presidio anti-biomasse di Campochiaro, Antonio Iezzi, Iolanda Capparelli, Simona Capparelli e il bojanese Francesco Di Iorio;
infine, attirati da zampogne e ciaramelle si può osservare la pace e la bellezza del Bambino Gesù, interpretato dai due bimbi Gabriel e Vincenzo, scaldato dal calore di un asino e dall’amore dei loro genitori. E’ sicuramente la scena più suggestiva del presepe, abbracciata dalle palme e dal freddo che ricreano perfettamente quella notte in cui naque il Salvatore per il Cristianesimo. Tra i suonatori si nota anche il sindaco del centro matesino, Armandino D’Egidio.
Questa edizione del Presepe ha registrato la presenza di 3000 persone nelle due serate, divise in gruppi da venti condotti nelle antiche vie sanpolesi da 10 guide coordinate da Vincenzo Capra; nel gruppo delle guide, oltre alla fascia degli esperti, si possono incrociare tanti giovani legati alla terra natia e alle proprie origini: tra di loro ci sono Antoliana Pilla e Teresa Moliterni.
Anche quest’anno, per la terza volta c’è stata la possibilità di partecipare al concorso fotografico nel presepe.
Appena finito il percorso del Presepe vivente i visitatori proseguivano, prima di giungere ad un ristoro per rifocillarsi e scaldarsi, per una strada che li conduceva al Museo Civico paleontologico, paletnologico e antropologico culturale dove è in mostra permanente il famoso Presepe Rogati di proprieà del comune.
Felicissimi Aldo Gianfagna e Wanda Capra, rispettivamente Consigliere Comunale e Assessore alle Politiche Sociali di San Polo Matese; entrambi hanno pienamente investito le loro energie nella riuscita del Presepe Vivente che annualmente attira migliaia di visitatori, uno dirigendo lo staff tecnico e l’altra impegnadosi nel delicato compito della guida.
Insomma, andare a San Polo significa vivere in modo alternativo la tradizione del Natale con la famiglia è con chi si ha di più caro, stringendosi nella semplicità attorno al bambino Gesù.
di Adriana Niro
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