Un distacco inevitabile. Un problema da non sottovalutare. Solo il 10% emerge dall’acqua. I dati del satellite CryoSat-2. Una crepa lunga 190 chilometri.
Un gigantesco iceberg, della grandezza di circa 6 chilometri quadrati, sta per staccarsi dalla Penisola Antartica, dalla parte che affaccia sul Sudamerica. Secondo i ricercatori dell’ESA, Agenzia Spaziale Europea, il suo distacco è inevitabile e si sta già cercando di trovare una soluzione a questo piccolo problema, dato che un blocco di ghiaccio grosso più della Liguria, che viaggia liberamente alla deriva, non è una cosa da poter prendere sotto gamba.
È solo un sottile strato di ghiaccio, lungo circa 5 chilometri, a tenere ancora fermo il mastodontico blocco, mentre la crepa che si è creata conta già 190 chilometri. Se tutto andasse come previsto, tra non molto l’iceberg si ritroverà a galleggiare nel Mare di Weddell. ESA è riuscito ad ottenere i dati della minaccia imminente grazie al CryoSat-2, un satellite in orbita dal 2010, creato appositamente per monitorare lo stato e lo spessore dei ghiacciai che si trovano ai due Poli. Grazie a questo satellite supertecnologico è possibile calcolare tutta la massa degli iceberg, solo conoscendo la parte che emerge dall’acqua, che sappiamo essere circa il 10% del volume totale. Secondo i dati forniti dal CryoSat-2, la nuova minaccia ghiacciata misura un’altezza (fuori dall’acqua) di 30 metri e uno spessore di 190 metri, con un volume complessivo di 1155 chilometri cubi.
Grazie a questi dati sarà possibile per i ricercatori prevedere i futuri spostamenti del blocco ghiacciato, che potrebbe andare ad ostacolare le rotte commerciali nei pressi dell’Antartide. Secondo i ricercatori dell’ESA, però, c’è ancora una speranza. Viste le grosse dimensioni dell’iceberg, è possibile che questo rimanga incagliato sul fondale, che in quella zona non è molto profondo, bloccandolo per un altro bel po’ di tempo, rinviando il problema ad un futuro non troppo prossimo, ma nemmeno troppo lontano. Un’altra possibilità prevista è che il blocco, una volta staccato dalla penisola, rimanga bloccato, andando a formare una nuova isoletta nel Mare di Weddell, cosa già successa in passato durante situazioni simili a questa. Infine, l’iceberg potrebbe imboccare una delle correnti che vanno verso nord, che lo trasporterebbe oltre l’Antartide, scongiurando i possibili problemi. Per ora, questi sono i pronostici, ma qualche sorpresa inaspettata potrebbe sempre comparire all’orizzonte.
di Massimiliano Rossi
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