Recovery Fund gap digitale, il Ceo di Deloitte Italia, Fabio Pompei, parla degli investimenti mirati all’istruzione e la ricerca. Italia è al quart’ultimo posto per digitalizzazione che dovrebbe essere pilastro del programma di sviluppo economico e motore di crescita del Paese
Recovery Fund gap digitale in Italia, a parlarne Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia, durante la puntata di Caffè Affari, il programma di approfondimento economico della mattina di Class CNBC. “Gli investimenti in istruzione e ricerca – spiega Pompei – devono essere una priorità nella gestione del Recovery Fund. Da anni il nostro Paese registra tassi di crescita e di produttività inferiori alla media Ue. Questi livelli così bassi sono correlati al basso livello di istruzione della nostra popolazione”.
Italia con più alto tasso di disoccupazione giovanile
«Rispetto alla media Ue – ha aggiunto Pompei – abbiamo meno laureati e, soprattutto, come evidenzia anche la ricerca del nostro Osservatorio sulle discipline STEM, meno competenze in discipline tecnico-scientifico. Ma per innovare e tornare a crescere, sono proprio queste competenze quelle di cui abbiamo più bisogno. La loro carenza è tale che, secondo il nostro studio, 1 impresa su 4 ha avuto difficoltà a reperire profili professionali Stem nel momento del bisogno. Un dato pazzesco, se si considera che l’Italia è anche uno dei Paesi Ue con i più alti tassi di disoccupazione giovanile: oltre il 30% dei nostri ragazzi è disoccupato. Se vogliamo invertire rotta dobbiamo investire sul nostro capitale umano: dalle scuole primarie all’università, dobbiamo investire più soldi in istruzione e ricerca. Solo così possiamo essere un Paese competitivo, dinamico e all’altezza delle sfide del futuro”.
Recovery Fund gap digitale, bisogna intervenire
Ma oltre alla formazione del capitale umano un’altra grande sfida attende il nostro Paese. «Secondo il Digital Economy and Society Index 2020 – ha sottolineato l’amministratore delegato – pubblicato dalla Commissione Europea, l’Italia è al quart’ultimo posto (25ª) per digitalizzazione, davanti soltanto a Romania, Grecia e Bulgaria. Connettività a banda larga, integrazione delle tecnologie digitali, reti ad alta capacità, servizi pubblici digitali. Il nostro Paese registra punteggi al di sotto della media Ue e queste lacune vanno colmate con l’occasione offerta dalle risorse messe sul tavolo europeo dal Recovery Fund. La pandemia ha accelerato i processi innovativi in atto e aumentato il ricorso alla tecnologia. Per queste ragioni la digitalizzazione del nostro Paese va considerata come asset strategico dal governo, come pilastro del programma di sviluppo economico e motore di crescita dell’Italia”.
Recovery Fund gap digitale, risorse tecnologiche indispensabili
“Più che mai – continua Pompei – nei mesi avvenire le risorse digitali saranno indispensabili per offrire competitiva. Ma già in passato, come evidenziato dalla pandemia, il ricorso alle tecnologie digitali è stato fondamentale per la tenuta economica e sociale. In questo momento è auspicabile che le istituzioni incaricate di pianificare gli interventi trovino anche nel privato una collaborazione, adottando una sinergia che permetta di completare il processo di sviluppo infrastrutturale in Italia».
Recovery Fund gap digitale, favorire le imprese italiane
Di fondamentale importanza, per vincere questa sfida, è migliorare sul fronte del trasferimento tecnologico. “Un Paese votato all’innovazione – ha concluso il Ceo di Deloitte – non può non sviluppare un sistema solido di trasferimento tecnologico. Sistema in grado di richiamare i migliori talenti a livello internazionale e allo stesso tempo di destinare investimenti alla ricerca e allo sviluppo. L’obiettivo è quello di favorire le imprese italiane, soprattutto PMI e startup, per dare vita a realtà a elevato contenuto tecnologico. In questa fase serve una strategia nazionale per il trasferimento tecnologico che leghi Università, Centri di Ricerca e mondo delle Imprese, prendendo il meglio dalle best practice internazionali”.
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