UNA PROGRESSIVA E COSTANTE CAMPAGNA D’ODIO CONTRO SILVIO, CONTRO IL SUO GOVERNO, CONTRO I SUOI MINISTRI. QUESTA È LA VERITÀ, VERITÀ SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI, ANCHE DI QUELLI DEGLI ITALIANI NEL MONDO CHE CI OSSERVANO DALL’ESTERO.
DOPO L’AGGRESSIONE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SILVIO BERLUSCONI, GLI ITALIANI RESIDENTI ALL’ESTERO INVIANO MESSAGGI ALLA REDAZIONE DI ITALIACHIAMAITALIA.COM
“Io sono un italiano che vive in Perù e più di vergognarmi di essere italiano (cosa che mai succederà) mi vergogno dell’ignoranza dei miei connazionali. Gente che giustifica, elogia o condivide un atto violento come questo non merita rispetto. Questo è stato un vile attacco alle nostre istituzioni quindi a tutti gli italiani, indipendentemente dal colore politico“. Così scrive Matteo D’Angelo, un lettore di Italiachiamaitalia.com residente in Perù, dopo l’aggressione a Silvio Berlusconi a Milano. Matteo continua: “Quando qualcuno mi chiama ‘gringo’ o ‘colorado’ (esiste il razzismo anche al contrario) cosa devo fare? Tirare una statua in faccia a chi me lo dice? O se Rosi Bindi offende la mia intelligenza le devo spaccare la faccia? Avete un’arma in vostro possesso che è quella del diritto al voto, votate e portate avanti i vostri ideali, poi chi vince merita rispetto sempre, perche è simbolo delle nostre istituzioni. Un piccolo esempio: Prodi fu appoggiato anche dal centrodestra in Europa, lo stesso per D’Alema. Imparate a vivere e rispettare”. Certo che per essere un italiano residente all’estero, in Sud America, quindi con un difficile accesso all’informazione italiana, lontano migliaia di chilometri da ciò che accade nel Bel Paese, Matteo D’Angelo ragiona niente male”.
Non ha ancora finito, il nostro connazionale residente in America Latina: “Parlate di insulti agli stranieri: per avere la residenza in Perù devo avere investito almeno 25 mila dollari, avere almeno 5 lavoratori in regola, devo ripetere lo stesso iter ogni anno, devo farmi schedare dall’Interpol con foto con il numerino di fronte e di lato (come i delinquenti), impronte delle 10 dita, visita dentistica, devo dichiarare chi sono i miei genitori e dove vivono, pago tasse speciali solo per il fatto di essere straniero, non posso votare in nessun caso. Signori miei, QUESTI SONO INSULTI!”. Sottoscriviamo.
Dopo l’aggressione al Cavaliere, non smettono di arrivare alla redazione di Italiachiamaitalia.com, ogni giorno, in maniera continua, decine e decine di email da ogni parte del mondo. Sono gli italiani all’estero – e in qualche caso anche qualche cittadino straniero, che ci osserva da lontano, e che ha desiderato esprimere la sua vicinanza al premier italiano – che vogliono farsi sentire, fare sapere a Berlusconi che sono con lui, vogliono duramente condannare il gesto di Massimo Tartaglia con le parole che scrivono nei loro messaggi.
Francesco Espatrio Natal scrive dal Brasile: “Vivo in Brasile e mi piange il cuore nel vedere gli italiani tutti divisi. Vivete e riflettete solo a metà. Schiavi di situazioni create da tutti, tranne che da Berlusconi, mentre l’Italia ormai è finita”. L’Italia è davvero finita? No, non è così. La stragrande maggioranza degli italiani ha capito molto bene cosa sta accadendo in questi giorni, cosa accade ormai da mesi: una progressiva e costante campagna d’odio contro Silvio, contro il suo governo, contro i suoi ministri. Questa è la verità, verità sotto gli occhi di tutti, anche di quelli degli italiani nel mondo che ci osservano dall’estero.
Nora ci scrive dall’Argentina, e si rivolge direttamente a Berlusconi: “Presidente, non faccia di tutta un’erba un fascio. I veri italiani la amano per tutto quello che sta facendo. Non ci abbandoni per colpa di un pazzo criminale. Vorremmo vederla ancora tra noi, per molto tempo ancora. Si rimetta presto, Presidente, abbiamo bisogno di Lei. Vorrei stringerle la mano e dirle Grazie, Grazie, Grazie”. Tanto amore – che “vince sempre sull’odio e l’invidia” – nelle parole della nostra connazionale residente in Argentina, che invita il premier a essere “più grintoso di prima, dia pure le sue zampate, io sarò con Lei. Quello che le hanno fatto è a dir poco vergognoso, disumano e bastardo. Le chiedo io perdono di quello che le ha fatto quel folle. Auguri Presidente, si rimetta presto”.
E mentre, anche fra gli italiani oltre confine, c’è chi proprio Antonio Di Pietro non lo sopporta, come nel caso di Maria Grazia Laura – “Di Pietro cambia il pelo, ma… L’Idv è l’Italia dei Villani, e la Bindi gli sta vicino vicino” -, c’è anche chi ha le idee chiare, dopo tutto quello che è accaduto: “Vogliono far fuori Berlusconi” – ci scrive Ermanno Filosa, che fra le altre cose è il vicepresidente del Comites di Santo Domingo, “ma non ci riusciranno. Tutti sanno che Berlusconi e Superman sono la stessa persona”. E se Eugenio Sangregorio, vicepresidente del PdL in Argentina, invita Di Pietro a vergognarsi per le parole pronunciate subito dopo l’aggressione al premier – in pratica, l’ex pm ha dato dell’istigatore a Berlusconi – ,c’è chi, come Raffaella Massa, residente in Australia, è pronto a venire in Italia per partecipare alla manifestazione a favore di Silvio Berlusconi, che dovrebbe tenersi nel mese di gennaio 2010. “Ho letto su ItaliaChiamaItalia che l’On. Di Biagio ha intenzione di proporre voli charter per aiutare noi italiani residenti all’estero a venire a Roma in occasione della manifestazione pro-Silvio. Non so se la proposta di Di Biagio avrà un seguito, ma una cosa è certa: io a Roma ci sarò, con o senza voli charter messi a disposizione dal partito. Appena la data precisa sarà stata decisa, prenoterò il mio biglietto e farò il viaggio a spese mie. Per quanto mi riguarda, saranno i soldi meglio spesi di tutto il 2010″.
di Ricky Filosa