Giancarlo Bigazzi ci lascia all’età di 71 anni. Il paroliere di testi memorabili come Gli uomini non cambiano, Lisa dagli occhi blu, Erba di casa mia, per citarne solo alcune, componente degli Squallor e padre di talenti come Masini, Vallesi e Baldi, è stato anche un grande innovatore e inventore di un nuovo genere
A 71 anni è morto Giancarlo Bigazzi, eccezionale autore di canzoni ed ex componente degli Squallor. Alla Badia Fiesolana è stata allestita la camera ardente e domenica mattina si svolgeranno i funerali.
Sul finire degli anni ’60 firma la colonna sonora di brani rimasti nella storia, tra i quali Luglio, scritta per Riccardo Del Turco, Lisa dagli occhi blu per Mario Tessuto, Eternità per i Camaleonti e Ornella Vanoni e negli anni successivi testi come Erba di casa mia per Massimo Ranieri e Montagne verdi per Marcella Bella. Quest’ultima racconta: “Mi chiese di raccontargli la mia storia, voleva sapere tutto di me, così nacque il testo”.
Da ricordare anche Giancarlo Bigazzi come componente,per 25 anni, degli Squallor, band formata assieme a Daniele Pace, Totò Savio, Alfredo Cerruti ed Elio Gariboldi.
Negli anni ’80 inizia a scrivere per Umberto Tozzi, portando il cantante a divenire una star a livello internazionale. Impossibile dimenticare canzoni bellissime come Gloria, Ti amo e Tu.
Negli anni ’90, dopo il grande successo di Self Control di Raf, iniziò a lanciare nel mondo del musica nuovi talenti come Marco Masini (sono di Bigazzi le migliori canzoni del cantante toscano), Paolo Vallesi e Aleandro Baldi.
Per la Bompiani sta per uscire con Il geniaccio, biografia scritta da Aldo Nove, perché Bigazzi “non era un semplice autore e compositore di megasuccessi, ma è stato anche un grande innovatore, produttore e inventore di un nuovo genere alla guida degli Squallor”.
Bigazzi è stato sempre molto attento al sociale, affidando brani intensi ad artisti come Mia Martini (Gli uomini non cambiano) e accusato di essere un ruffiano rispose: “Se ruffianeria vuol dire toccare le corde profonde dell’anima, chiamatemi ruffiano. Non m’importa se si dice che faccio speculazione con le parole, l’importante per me è far venire la pelle d’oca alla gente”.
“Era l’ultimo dei grandi canzonieri – come lo ha definito Caterina Caselli – e chi ama il pop oggi si sente un po’ più orfano”.
Fu proprio Bigazzi a mettere il suo marchio di fabbrica su Si può dare di più, pezzo vincitore a Sanremo interpretato dallo stesso Tozzi, insieme a Morandi e Ruggeri.
E l’avvicinarsi del Festival ci farà sentire ancor di più la sua mancanza.
Di Stefania Paradiso
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