SOS Molise dall’Argentina per la situazione degli ospedali molisani al collasso a causa dell’emergenza Covid. L’appello di un emigrato originario di Cercemaggiore
SOS Molise dall’Argentina per gli ospedali al collasso a causa dell’emergenza Covid. E’ uno scenario che fa paura, tanto da spingere anche chi è oltre il confine ad avere preoccupazione per i suoi compagni molisani. Così come ha fatto Franco, un Italiano figlio di un emigrato in Argentina, originario di Cercemaggiore, che cerca di fare appello al Governo. A fare da portavoce a Franco e a tutti i sindacati, il Presidente Onorario dell’Associazione Giuseppe Tedeschi, Michele Petraroia, che racconta: “Franco è nato nel 1960 a Buenos Aires, e suo padre partito da Cercemaggiore è sepolto al cimitero di Bellavista a 100 metri dalla tomba di Diego Armando Maradona, nel Comune di San Michele dove sono tanti gli emigranti e oriundi molisani”.
SOS Molise dall’Argentina, fare qualcosa prima che sia troppo tardi
“Franco – spiega Petraroia – dal 2000 vive e lavora in Spagna, a Majorca, da dove mi ha contattato la scorsa settimana per prospettarmi l’utilità di recarsi a poche centinaia di metri da casa sua. Dov’era in corso il vertice tra il Premier Sanchez ed il Presidente Giuseppe Conte col seguente cartello: “S.O.S. MOLISE. Appello al Governo”. Pur se è nato e vissuto a migliaia di chilometri di distanza sente suo dovere non restare in silenzio e provare a fare qualcosa prima che sia troppo tardi”.
Molise in allarme rosso
Gli ho sconsigliato il gesto – continua il Presidente dell’Associazione – ma dalla Basilicata l’ho ringraziato per il suo attaccamento ad una Terra assuefatta e rassegnata che ha smarrito combattività e si becca peggio dei polli di Renzo nel mentre le Persone muoiono nelle aree grige degli ospedali. Come hanno denunciato alla Magistratura e al Governo Nazionale i sindacati del comparto sanitario, in Molise è allarme rosso, non ci sono posti letto, manca il personale, i contagi tra gli operatori sono elevati, persiste una confusione inaccettabile e se non si assumono ad horas delle misure simili a quelle adottate col Decreto Legge del 4.11.2020 per la Calabria, si rischia grosso”.
SOS Molise dall’Argentina, Centro Covid a Larino
“L’unico ospedale regionale di I° livello è paralizzato dai ricoveri COVID – afferma Michele Petraroia – e non riesce nemmeno a intervenire su un infartuato grave come denuncia oggi un consigliere comunale della LEGA Nord di Campobasso, gli ospedali di base di Termoli e Isernia svuotati dai Piani Operativi adottati dai Commissari ad Acta negli ultimi 12 anni sono alle prese con contagi, carenze d’organico e criticità operative, le strutture private convenzionate non sono state coinvolte se non in misura marginale, e non aver aperto il Centro Covid a Larino si sta dimostrando un errore di proporzioni immani”.
L’arma dei Carabinieri a supporto dell’emergenza
“In questo caos – dichiara il Presidente – va apprezzato il Ministero della Difesa per aver coinvolto l’ARMA dei Carabinieri nell’attività di supporto per fare i tamponi molecolari. Continuare a far ruotare un’intera regione sul solo laboratorio analisi del Cardarelli non aiuta l’opera dei Carabinieri ne quella del Gemelli Spa e del Neuromed. Seppure autorizzati da un Decreto del Commissario ad Acta potranno farli solo su esplicita indicazione dell’ASREM. Tra ritardi, disservizi e carenze dell’emergenza COVID e sostanziale impossibilità di far riferimento a strutture ospedaliere adeguate in caso di urgenza per altre ragioni. Non c’è in Italia alcun territorio meno tutelato del Molise”.
SOS Molise dall’Argentina, l’appello dei sindacati
“L’appello dei sindacati – conclude Michele Petraroia – merita di essere raccolto immediatamente a Roma e a Campobasso superando anacronistiche divisioni nelle ore in cui bisognerebbe chiedere l’estensione al Molise degli effetti del Decreto Calabria. Con fondi adeguati ed un Commissario dotato di mezzi e poteri tali da poter contrastare la pandemia senza improvvisazioni, aprendo il Centro Covid a Larino, assumendo medici, infermieri, tecnici e OSS con contratti ordinari e non a partita IVA, coinvolgendo in positivo tutte le strutture del territorio per salvare la vita alle persone, evitando tende da campo, potenziando il 118, e le USCA, sostenendo i medici di famiglia, moltiplicando i test rapidi e riprendendo il controllo dei tracciamenti con un forte incremento dei tamponi molecolari”.
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