Questa notte al Policlinico Gemelli di Roma è morto l’attore Mario Scaccia, 91 anni.
L’attore aveva recitato prima di Natale 2010 al Teatro Arcobaleno di Roma, alla vigilia del suo novantunesimo compleanno, per Interpretando la mia vita, uno spettacolo in cui aveva raccontato il suo percorso artistico durato più o meno settant’anni.
Nato a Roma il 26 dicembre 1919, figlio di un pittore, nel 1945, appena reduce dalla Seconda guerra mondiale Scaccia si iscrisse all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Si diplomò nel 1948, ma già nel 1946 aveva calcato il palcoscenico con Woyzeck di Bachner. Da lì una lunga carriera che ne ha fatto uno degli uomini di teatro (ma non solo) più rappresentativi d’Italia. Artista fantasioso e versatile, nel 1961 costituì con Enriquez, Moriconi e Mauri la Compagnia dei Quattro. Al lavoro in teatro (dove si ricordano almeno l’interpretazione di Fra’ Timoteo nella Mandragola di Machiavelli, il Chicchignola di Petrolini e il Negromante dell’Ariosto) ha affiancato una discreta attività cinematografica (esordio con Blasetti nel 1954 e poi film di Lattuada, Petri, Bolognini) e televisiva, come interprete di numerosi sceneggiati: Plonplon in Ottocento (1959), Capitan Sandracca ne La Pisana (1960), Manilov ne Le anime morte (1963), Bompard in Tartarino sulle Alpi (1968) e la figura del dottore ne Le avventure di Pinocchio diretto da Comencini (1971).
Molto attivo anche alla radio, dove ha partecipato a spettacoli leggeri (nel 1957, Le occasioni dell’umorismo), numerosi radiodrammi (Il matrimonio del signor Mississipi di Durrenmatt, 1961; La faccia del mostro di Anton, 1962; L’impareggiabile malfidato di Aub, 1962; Delirio a due di Ionesco, 1963) e romanzi sceneggiati (Dio ne scampi dagli Orsenigo di Imbriani, 1977). A metà degli anni Settanta è stato protagonista di svariate Interviste impossibili, come Fedro di Manganelli (’74), Rudolf Raspe incontrato da Saito (’75), i Lumière, Pellegrino Artusi e George Stephenson firmate da Ceronetti (’74). Conduttore anche di programmi radiofonici d’intrattenimento: nel ’79, con Franco Rispoli e Ludovica Modugno, fu ai microfoni di Vieni avanti, cretino!, mentre nel 1989-90 ha guidato la rubrica “Vi racconto una commedia” all’interno del programma Le ore della sera. Tra le sue più recenti interpretazioniradiofoniche, Il pazzo dei balconi di Mario Vargas Llosa, per la rassegna Il teatro di Radiodue (1996). L’ultimo spettacolo Interpretando la mia vita, tratto dal suo libro omonimo edito da Persiani.
Molto attivo anche alla radio, dove ha partecipato a spettacoli leggeri (nel 1957, Le occasioni dell’umorismo), numerosi radiodrammi (Il matrimonio del signor Mississipi di Durrenmatt, 1961; La faccia del mostro di Anton, 1962; L’impareggiabile malfidato di Aub, 1962; Delirio a due di Ionesco, 1963) e romanzi sceneggiati (Dio ne scampi dagli Orsenigo di Imbriani, 1977). A metà degli anni Settanta è stato protagonista di svariate Interviste impossibili, come Fedro di Manganelli (’74), Rudolf Raspe incontrato da Saito (’75), i Lumière, Pellegrino Artusi e George Stephenson firmate da Ceronetti (’74). Conduttore anche di programmi radiofonici d’intrattenimento: nel ’79, con Franco Rispoli e Ludovica Modugno, fu ai microfoni di Vieni avanti, cretino!, mentre nel 1989-90 ha guidato la rubrica “Vi racconto una commedia” all’interno del programma Le ore della sera. Tra le sue più recenti interpretazioniradiofoniche, Il pazzo dei balconi di Mario Vargas Llosa, per la rassegna Il teatro di Radiodue (1996). L’ultimo spettacolo Interpretando la mia vita, tratto dal suo libro omonimo edito da Persiani.
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