25 novembre Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Una donna su tre dichiara di aver subito una forma di violenza. Una su cinque ha subito abusi fisici o sessuali. Durante il lockdown la richiesta di aiuto è raddoppiata. Fund, Respond, Prevent, Collect! Guarda il video UN MONDO D’ITALIANI in fondo.
25 novembre Giornata Mondiale contro la violenza di genere, una pandemia secolare. La ricorrenza è stata stabilita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 1999. Nel 2017, la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere, istituita in Senato, evidenziava un aumento per le denunce di maltrattamento in famiglia e stalking. Purtroppo, nel 2020 c’è ancora tanto da fare per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così delicato.
Dal 2014 l’ONU divulga delle campagne anti violenza. Quest’anno lo slogan è: “Orange the World: Fund, Respond, Prevent, Collect!” L’attenzione è rivolta alla richiesta di un intervento globale per colmare le lacune di finanziamento, garantire servizi essenziali per le sopravvissute alla violenza durante la crisi COVID-19, concentrarsi sulla prevenzione e sulla raccolta di dati che possano migliorare i servizi salvavita per donne e ragazze.
25 novembre Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne
La giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1999. Perché proprio il 25 novembre? Ebbene, nello stesso giorno del 1960, nella Repubblica Dominicana furono uccise le tre sorelle Mirabal. Patria Mirabal, Minerva Mirabal e Maria Teresa Mirabal erano attivista politiche. Per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo, agenti del Servizio di informazione militare le hanno stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate.
“Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata” – definizione di violenza nella Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne dell’ONU.
Violenza contro le Donne, è pandemia
La violenza contro le Donne è pandemia, molto prima del Covid-19, molto prima dell’influenza spagnola e di quella asiatica. I dati sono allarmanti e fanno rabbrividire. Una donna su tre dichiara di aver subito una forma di violenza. Una donna su tre nel mondo. Una madre, una sorella, una figlia. Una donna. Secondo l’OMS, una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da un uomo. Le conseguenze sono innumerevoli, lesioni fisiche, psicologiche e, nei casi peggiori, mortali.
Durante il lockdown, in Italia le chiamate al numero verde 1522, il numero anti violenza e stalking, è passato da 6.956, dello stesso periodo dell’anno precedente, a 15.280. Il numero delle richieste di aiuto tramite chat è passato da 417, dell’anno precedente, a 2.666.
Legge n.69 “Codice rosso”
Nel 2019 la legge n.69, conosciuta come legge “Codice rosso” ha modificato il codice penale in favore di tutele maggiori per le donne vittime di violenza. Alcune misure cautelari e preventive sono state inasprite, altre sono state introdotte. Art. 558 bis c.p.: costrizione o induzione al matrimonio, per contrastare il fenomeno delle spose bambine e dei matrimoni forzati. Art. 612 ter c.p.: diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate. Si tratta del meglio conosciuto revenge porn, proprio in questi giorni se ne sta parlando per la diffusione di un video di una maestra, licenziata in seguito all’accaduto. Art. 583 quinquies c.p.: deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Art. 387 bis c.p.: violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
“Siamo state amate e odiate
adorate e rinnegate
baciate e uccise
solo perché donne” – Alda Merini
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