Il graffitismo di frontiera ha perso nel ’90 uno dei suoi esponenti più geniali che, lo scorso 4 maggio, avrebbe compiuto 54 anni. Morto a soli 31 anni, ha lasciato un segno importante nell’arte contemporanea e per l’occasione è stato omaggiato anche nell’homepage del portale più famoso al mondo
Lo scorso 4 maggio avrebbe compiuto 54 anni un artista rivoluzionario: Keith Haring. Riproponendo i soggetti più ricorrenti nelle sue opere, ce lo ha ricordato anche il doodle di Google, che ormai scandisce molti degli anniversari mondiali, dai più improbabili e curiosi ai più significativi.
Keith Haring è stato uno degli esponenti più incisivi del graffitismo di frontiera, diventando un simbolo della cultura newyorkese degli anni 80. Diverse sono state anche le opere compiute in Italia; tra di esse, ottimamente conservata, c’è la sua ultima opera, il Tuttomondo, murale del 1989 sulla parete esterna della chiesa di Sant’Antonio Abate, ancora oggi visibile a Pisa. Importantissimi anche i due murali eseguiti a Roma, uno dell’82 sullo zoccolo del Palazzo delle Esposizioni, l’altro sulle pareti trasparenti del ponte sul Tevere della linea metropolitana A. Purtroppo, la discutibile lungimiranza delle amministrazioni cittadine ha portato alla cancellazione fisica di entrambi, nel primo caso in occasione della visita di Michail Gorbachev del ’92, nel secondo per non impedire la vista del fiume, nel 2001.
Da una sua idea è nata anche la Keith Haring Foundation, istituita, per aiutare i bambini malati di AIDS, in seguito alla scoperta di essere affetto egli stesso dal virus dell’HIV, virus che lo avrebbe stroncato a soli 31 anni.
Il segno lasciato nel mondo dell’arte è però indelebile e moltissime sono le mostre che lo hanno ricordato, fra di esse la mostra alla Triennale di Milano conclusasi nel 2006.
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