“6 Anni e 6 Mesi Fa…” è il titolo del convegno che l’Associazione socio-culturale “Tito Barbieri” ha organizzato a Ripabottoni per ricordare il terremoto del 31 ottobre 2002, in cui persero la vita 27 bambini e la loro maestra, intrappolati nelle macerie della Scuola Jovine. “La memoria, la sicurezza, la giustizia, la ricostruzione, i rapporti sociali, ciò che è stato fatto….ciò che è ancora da fare” il sottotitolo dell’evento fissato per il prossimo 2 maggio alle 16, presso la Biblioteca Comunale di Ripa. Presieduto e introdotto dal Presidente dell’Associazione Tito Barbieri, Domenico Ciarla, il convegno si aprirà con i saluti del Sindaco di Ripabottoni, Michele Frena. Interverranno la Dirigente Asrem di Termoli, Immacolata Mustillo, sul tema “Ricostruire la comunità…compito gravoso”, e il consigliere regionale Michele Pietraroia con una relazione dal titolo “Terremoto…punto e a capo”. Le conclusioni sono affidate a S.E. Mons. Gianfranco De Luca, Vescovo della Diocesi Termoli-Larino. “Quello del terremoto – le dichiarazioni del Presidente Ciarla – è un tema particolarmente delicato che ci coinvolge tutti, ritornato purtroppo di attualità a seguito della tragedia de L’Aquila. Abbiamo voluto tornare a parlare di terremoto, di quello che è accaduto nel Molise 6 anni e 6 mesi fa, per non dimenticare, per fare il punto della situazione, per cercare di interpretare quella che è stata la frattura della comunità sociale. E per far questo abbiamo voluto porre la discussione da tre punti di vista, che sono quello della psicologa, deputata a far luce sul complesso dei sentimenti e delle emozioni che hanno animato le persone all’indomani della tragedia; dell’amministratore, che è nelle istituzioni, dove si decidono le direzioni che prenderà l’attività di ricostruzione; e della Chiesa, che porta una visuale più ampia e può esser di supporto per coloro che si abbandonano alla fede. Il terremoto del Molise non ha distrutto solo case e strutture, ha cancellato speranze che stiamo faticosamente cercando di ricostruire, ha strappato il tessuto sociale, ha lacerato l’armonia del paese. La tragedia del vicino Abruzzo ci ha fatto sentire di nuovo, forte e prepotente, il senso di vuoto, di sconfitta, di lacerazione che ci ha attanagliato per lungo tempo e che ancora oggi conserva delle conseguenze negative nei rapporti sociali ed umani. Non dobbiamo dimenticare, ma imparare da quello che è accaduto per andare avanti in modo migliore. Proprio per questo la memoria di 6 anni e 6 mesi fa..”
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