Un mondo da girare, degustare e da scrivere alla scoperta del lavoro dei sogni! Un anno intero viaggiando, alla scoperta di nuovi luoghi ogni settimana. Tra i propositi: consumare il passaporto
Lavorare per il New York Times? Da oggi è possibile, ma non solo, si può lavorare per il New York Times viaggiando e divertendosi: praticamente un sogno fatto realtà! La prestigiosa testata statunitense, fondata il 18 settembre 1851 da Henry Jarvis Raymond e George Jones, primo quotidiano newyorkese, ha sede in Times Square, una delle piazze più celebri di New York, all’epoca chiamata Long Acre Square Manhattan. “Quest’anno, vogliamo che almeno un ambizioso viaggiatore trasformi la nostra lista dei desideri in un itinerario, che ne racconti la storia e la vita lungo la strada”. E’ la proposta che il New York Times (732mila copie giornaliere a marzo 2013, cui se ne aggiungono un milione 134mila digitali) ha lanciato sulla home page del sito e rapidamente ha fatto il giro del mondo, “schizzando” letteralmente in cima agli articoli più letti. L’offerta: un contratto di un anno per esplorare un luogo del pianeta diverso ogni settimana, il tutto, per 52 settimane! L’aspirante protagonista dovrà essere carico di ambizione, curiosità e vitalità, dovrà riuscire ad alimentare la rubrica con successo coinvolgendo il lettore in prima persona. Il corrispondente creerà un vero e proprio itinerario dei luoghi da visitare, un elenco delle spiagge, dei musei e sicuramente dei piaceri culinari da degustare, una vera e propria selezione. La rubrica si chiamerà “52 Places to go”.
I requisiti
Il candidato ideale dovrà essere un vero appassionato, un affamato esploratore alla ricerca di luoghi da raccontare. Una buona capacità comunicativa oltre a una grande versatilità saranno indispensabili. Visitare senza pregiudizi riuscendo a conservare solo l’essenza. Il tutto sarà ovviamente documentato da articoli e immagini. Determinante nella scelta del candidato una buona conoscenza dell’inglese e di qualche altra lingua; verranno valutate anche le passate esperienze multimediali, l’aver lavorato presso giornali, case di produzione e video. Una buona dimestichezza con i social ed infine l’agenda libera per un anno intero.
Di Romina Nocera
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