Contro il randagismo e l’abbandono dei cani e per garantire la sicurezza del paese. Ecco come il comune di Campochiaro aiuterà le persone che decideranno di adottare un cane
500 euro per chi adotta un cane. Splendida iniziativa del Comune di Campochiaro (Campobasso), per combattere l’abbandono dei cani e garantire la sicurezza dei cittadini. Infatti, nell’ultimo consiglio comunale l’Amministrazione cittadina ha approvato il “REGOLAMENTO COMUNALE PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI PER L’ADOZIONE DI CANI RANDAGI CATTURATI SUL TERRITORIO COMUNALE.
In passato, tante le direttive emanate e tante le petizioni firmate per combattere questo fenomeno, ma tutte con scarso risultato, alle parole non sono seguiti i fatti. In alcune regioni Italiane e anche nazioni europee(Ucraina) sono state formulate leggi che prevedevano addirittura l’uccisione dei cani randagi!
Invece, l’idea brillante dell’amministrazione di Campochiaro ha posto come obiettivo prinicipale l’incentivazione dell’adozione dei cani randagi, ritrovati e catturati sul territorio e ospitati presso le strutture convenzionate, allo scopo di garantirne il benessere, di prevenire il sovraffollamento delle strutture, nonché di razionalizzare i costi sostenuti dall’Ente per il loro mantenimento.
Ad ogni affidatario verrà riconosciuto un contributo economico, stabilito dalla Giunta Comunale, suddiviso in:
a. un INCENTIVO DIRETTO UNA TANTUM, pari ad Euro 300,00, corrisposto all’atto dell’affidamento dell’animale;
b. un CONTRIBUTO PER IL SOSTENIMENTO DI SPESE relative ad alimenti, visite veterinarie e vaccinazioni ovvero per acquisto di prodotti per il benessere dell’animale, pari a complessivi Euro 200,00 da erogarsi in due tranche, una per ciascuno dei due anni successivi all’adozione.
UN MONDO D’ITALIANI sostiene l’iniziativa del Comune di Campochiaro per questa decisione che potrebbe se non risolvere, dare una grossa mano alla soluzione del problema randagismo. E’ logico che i cani dovranno essere iscritti all’anagrafe comunale, rintracciati e rintracciabili, seguiti da addetti che ne verifichino le condizioni di vita e l’effettiva esistenza in vita con la famiglia che ne abbia chiesto l’adozione.