PROVE SPERIMENTALI DI COLTIVAZIONE. A MATRICE, SAN POLO MATESE E AGNONE IL PROGETTO VAL.GRA.SAR. PRONTO ANCHE UNO STUDIO SUL MIELE DI GRANO SARACENO
36 varietà di grano saraceno provenienti da tutto il mondo, per trovare quella che più si adatta al Molise. E’ un progetto di grande valenza scientifica quello portato avanti dall’Arsiam, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura della Regione Molise, per conto dell’Enea. Si tratta infatti di una prova di adattamento volta a stabilire se ci sono possibilità di sviluppo di una coltura, il grano saraceno, per l’appunto, per la quale non vi è tradizione nel Molise. “Un programma sperimentale di notevole importanza – il commento del Presidente dell’Arsiam, Emilio Orlando – finanziato dal Miur, che vede coinvolte numerose Università su tutto il territorio nazionale. Per il Molise l’Arsiam è l’unico soggetto partner dell’Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, poiché come Agenzia territoriale abbiamo il vantaggio di esser a contatto con l’Agricoltura, e quindi in grado di trasferire sul campo le ricerche in laboratorio. Il progetto riguarda, in definitiva, una sperimentazione di coltivazione del grano saraceno che potrebbe rivelarsi preziosa per l’Agricoltura molisana in generale, per rispondere alle esigenze di mercato e, nel contempo, per offrire nuove possibilità di sviluppo agli operatori del settore, sia in termini economici che occupazionali”. Il progetto si chiuderà a fine settembre con la raccolta delle varietà seminate in tre siti sperimentali scelti dall’Enea sul territorio molisano: l’azienda Maria Damiano di Matrice, Arcangelo Lucarelli di San Polo Matese e Angiolina Orlando di Agnone. Responsabile scientifico del progetto è l’agronomo Michelina Colonna dell’Ufficio Ricerca e Sperimentazione dell’Arsiam, alla quale abbiamo chiesto di illustrarci, per sommi capi, le attività svolte. “Il progetto nazionale VAL.GRA.SAR., capofila l’ENEA, si prefigge – spiega – la valorizzazione di tutta la filiera del grano saraceno e prende in esame gli aspetti agronomici, la prima e seconda trasformazione, nonché le valutazioni chimico-nutrizionali. Attualmente nel mondo scientifico c’è un notevole interesse per il recupero di questa coltura, specialmente nelle aree interne dell’Italia. Infatti la coltivazione del grano saraceno era diffusa particolarmente sulle Alpi e in misura minore sull’Appennino e ha subito negli ultimi decenni, a causa delle basse rese, una drastica riduzione (solo la Valtellina conserva la tradizione di impiegare il grano saraceno per la preparazione di dolci, polenta taragna e pasta – i famosi pizzoccheri). Il progetto prevede inoltre l’ottenimento di prodotti (pasta, prodotti da forno, alimenti per l’infanzia e miele) ad elevato valore aggiunto, ad esempio quelli dietetici e funzionali nonché quelli gluten-free (adatti alle persone affette dal morbo celiaco).
Come Arsiam ci siamo occupati della valutazione dell’adattabilità del germoplasma del grano saraceno alle condizioni pedoclimatiche della regione Molise. E’ stata pertanto realizzata nell’azienda di Matrice una prova agronomica che ha previsto il confronto delle diverse varietà di grano saraceno (di provenienza quasi esclusivamente esotica) in parcelle di dieci metri quadrati, replicate sei volte. Nelle aziende di San Polo e di Agnone invece sono state realizzate le prove di coltivazione in pieno campo per verificare l’effetto dell’altitudine e della natura del terreno, dell’epoca di semina e dell’epoca di raccolta. Durante tutto il ciclo vegetativo del grano saraceno sono stati effettuati, sulla base di un protocollo sperimentale concordato con l’Enea, i rilievi fenologici che tendono alla definizione del potenziale produttivo e della qualità d’uso delle diverse varietà, per arrivare alla scelta di quelle che meglio si adattano all’areale del Molise. Dopo la raccolta verranno effettuate sui campioni di prodotto le analisi di qualità, le prove tecnologiche e la produzione di alimenti gluten-free, dietetici e funzionali”.
L’Arsiam sta inoltre dando supporto alla realizzazione del disciplinare di produzione del grano saraceno e allo studio per la produzione del miele. “Nelle aziende di San Polo e di Agnone – ci spiega il p.a. Maurizio Ricci – sono stati posizionati degli alveari. Il progetto, infatti, prevede uno studio per individuare le caratteristiche del miele di grano saraceno prodotto in ambienti non contaminati da altre coltivazioni”. La ricerca, infine, riserva un’attenzione particolare all’agricoltura biologica, nell’ambito di una prova di fertilizzazione tesa a stabilire la possibilità di non ricorrere ai metodi di concimazione tradizionali.
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