36 CFU abilitazione facile, dal prossimo anno i vincitori del concorso che possiedono i 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022 dovranno completare un percorso di formazione universitaria di 36 CFU. Chi invece svolgerà i percorsi da 60 CFU, potrà farsi riconoscere i CFU già acquisiti, ma il costo del percorso non dovrebbe essere decurtato
36 CFU abilitazione facile, dal 2025 arriveranno i nuovi percorsi abilitanti da 36 CFU riservati a chi è già in possesso sei 24 cfu utili, solo per il prossimo bando in programma entro fine anno, a partecipare ai concorsi scuola. Dal prossimo anno il requisito laurea + 24 CFU, con l’arrivo della fase ordinaria dei concorsi scuola (uno all’anno dal 2025) decadrà insieme al requisito del diploma ipt (non più sufficiente, servirà la laurea)
36 CFU abilitazione facile, le novità sui nuovi percorsi
Il nuovo DPCM consentirà l’attivazione del percorso da 36 CFU, utili a ottenere i requisiti completi per l’abilitazione all’insegnamento, risparmiando la formazione già svolta. Chi invece svolgerà i percorsi da 60 cfu, potrà farsi riconoscere i cfu già acquisiti, ma il costo del percorso non dovrebbe essere decurtato.
Rimarranno riservati i percorsi formativi abilitanti da 60 CFU a coloro i quali ambiscono alla professione di insegnanti senza disporre di alcun credito formativo specifico. Meno fatica, ma probabilmente non costo minore.
Invece per quanto riguarda i percorsi da 36 CFU saranno riservati a chi ha già avviato il suo percorso di formazione, ottenendo i 24 CFU obbligatori. In questo modo sarà possibile procedere solo con l’integrazione con altri 36 CFU, arrivando ai 60 CFU necessari per l’abilitazione. L’obiettivo è ridurre costi e tempi per chi è già inserito nel sistema formativo.
Contenuti formativi specifici, dettagli e novità
Le certezze in merito a modalità e attivazione del percorso non ci sono ufficialmente. I 36 CFU dovrebbero essere erogati mediante università e istituzioni riconosciute dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. A breve si conosceranno i dettagli dei contenuti formativi richiesti e offerti. Possibile che si focalizzino su aree specifiche per la didattica e l’insegnamento, come approfondimenti pedagogici, metodologie e discipline inerenti alla professione di insegnante, oltre a eventuali tirocini o attività pratiche.
È possibile che le università propongano corsi in modalità online, per agevolare la partecipazione di chi già lavora o che vive lontano dalle principali università.
Le diverse tematiche che dovrà affrontare il Ministero
A seguito dell’avvio dei nuovi percorsi abilitanti, il ministero dovrà affrontare diverse situazioni particolari, non necessariamente previste dalla normativa ma non per questo meno importanti, e soprattutto meritevoli di una risposta in tempi brevi. Attendono in particolare di conoscere il proprio destino coloro i quali sono già abilitati o specializzati tramite TFA e hanno vinto un concorso.
Riguardo ciò che riguarda gli aspiranti docenti, si configura una posizione particolare rispetto al conseguimento dell’abilitazione definitiva. La normativa attuale, disciplinata dal DPCM attuativo del PNRR Istruzione, prevede percorsi differenziati per acquisire i titoli necessari all’insegnamento.
In cosa consiste il nuovo iter?
Consultando l’Allegato 5 del DPCM, i vincitori del concorso che possiedono i 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022 devono completare un percorso di formazione universitaria di 36 CFU. Si tratta di un iter pensato per colmare le lacune formative rispetto al nuovo modello formativo introdotto dal PNRR, incentrato su competenze disciplinari, pedagogiche e didattiche.
È presente poi l’articolo 13 del DPCM in base al quale è possibile accedere a un percorso abilitante semplificato da 30 CFU per coloro che hanno già conseguito la specializzazione su sostegno tramite TFA o un’abilitazione in una classe di concorso. In questo caso il ministero ha pensato a percorsi finalizzati all’obiettivo di chi è interessati a ottenere ulteriori abilitazioni senza dover ripetere interamente la formazione già acquisita.
In attesa di una direttiva del Ministero
Ciò che si attende prima dei pochi giorni dall’avvio del secondo ciclo dei percorsi abilitanti, è una direttiva chiara da parte del Ministero dell’Istruzione indirizzata a chi possiede già una specializzazione con TFA e ha vinto un concorso. Molti di questi candidati si trovano nella posizione di non sapere se hanno la possibilità di ambire al percorso da 30 CFU, invece di seguire i 36 CFU richiesti ai vincitori con i 24 CFU.
Alla base della loro richiesta, c’è il fatto che entrambi i percorsi portano al medesimo risultato: l’abilitazione definitiva. In mancanza di indicazioni ufficiali, però, non è possibile dare una risposta certa circa la possibilità che i due iter siano effettivamente fattispecie equivalenti ai fini del titolo.
L’abolizione della call veloce
È stata abolita per quest’anno dal Ministero la call veloce, causando non poche proteste da parte di chi la riteneva uno strumento utile ed efficace, mentre è rimasta in vigore la mini call veloce. E a giudicare dalle proteste degli ultimi giorni non è stata probabilmente una buona idea considerato che in alcune province si sta verificando uno scontro circa l’assegnazione dei posti di sostegno mediante questo strumento.
Proteste varie a difesa della call veloce
Le maggiori proteste si stanno verificando in particolar modo, a Cremona, dove si sta verificando una vera e propria rivolta in merito all’assegnazione dei posti di sostegno a scuola. Questo sarebbe da ricondurre allo strumento della mini call veloce, che avrebbe consentito a docenti specializzati provenienti da fuori regione di ottenere cattedre nella provincia.
A farne le spese sono stati coloro i quali sono rimasti senza incarico. Sarebbero in tutto quasi 400 docenti residenti nel territorio lombardo. A rendere la situazione ancora più frustrante, il fatto che molti di essi avrebbero anni di esperienza sul campo.
Eppure la procedura sarebbe stata attuata nel rispetto delle linee guida regionali e nazionali. Da cosa dipende allora l’insorgere di disparità nel numero di posti disponibili rispetto ad altre province? Il motivo sarebbe da ricondurre alla mancanza di cattedre libere in determinate zone.
Nessuna autonomia decisionale dei provveditorati
Gli argomenti sostenuti dalle province oggetto di critiche affermano che non si è verificata alcuna autonomia decisionale dei singoli provveditorati. In caso contrario, si sarebbe venuta a creare una situazione di anarchia con inaccettabili differenze tra una provincia e l’altra.
Queste spiegazioni però non placano le proteste dei docenti che si sentono vittime di ingiustizia, dal momento che a loro dire tutto sarebbe da ricondurre alla Mini call veloce, emanata a fine agosto.
Un danno irreversibile non solo a carico dei docenti
La mini call vocale avrebbe conferito un vantaggio agli insegnanti con minore esperienza e punteggi inferiori. Sono insegnanti originari di regioni dove i corsi di specializzazione sono più accessibili.
In molti sono stati costretti, nonostante tantissimi anni di esperienza alle spalle da precari, a rinunciare a incarichi a tempo determinato, per via di scarso preavviso. Questo ha anche comportato la perdita dell’opportunità di un contratto a tempo indeterminato.
Il danno non è solo a carico dei docenti ma anche degli alunni con disabilità, privati da inizio anno scolastico di insegnanti di sostegno esperti.
Nuovo sistema di formazione
Grazie l’entrata in vigore del nuovo sistema di formazione iniziale e reclutamento degli insegnanti, regolato dal DPCM e dal DL 36/2022, è cambiato il ruolo dei 24 CFU acquisiti secondo il previgente ordinamento. Nell’ottica dell’accesso ai percorsi abilitanti, quelli da 36 CFU previsti dall’Allegato 5 del DPCM sono riservati ai vincitori del concorso, ma sono accessibili anche a chi ha i 24 CFU.
Percorso per i candidati che hanno superato un percorso ordinario
Secondo il nuovo iter, il percorso abilitante da 36 CFU è stato pensato per quei candidati che hanno superato un concorso ordinario. Questo percorso rappresenta la fase finale per ottenere l’abilitazione e il conseguente accesso al ruolo, trasformando il contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato.
Più CFU con costi uguali
I percorsi abilitanti sono interessanti anche da parte di chi intende conseguire l’abilitazione senza aver partecipato o superato un concorso. In questo caso, è necessario iscriversi al percorso completo da 60 CFU. Il costo resta lo stesso, ma per chi possiede i 24 CFU, è previsto il riconoscimento obbligatorio di tali crediti da parte delle università. L’articolo 8, comma 1 del DPCM sancisce infatti che il riconoscimento dei 24 CFU avvenga senza discrezionalità, riducendo il percorso formativo a 36 crediti residui, equivalenti al percorso per i vincitori di concorso.
Il risultato finale consiste nella necessità di ottenere 36 cfu, ma i vincitori di concorso accedono direttamente a quello da 36, gli altri ne conseguono 36 tramite l’iscrizione a quello da 60, senza alcuna riduzione del costo iniziale.
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