Il nuovo thriller psicologico di Manoj Shyamalan, regista de Il sesto senso, narra la storia di Kevin Crumb, un personaggio insolito, interpretato da James Mcavoy, affetto da disturbo dissociativo dell’identità. Nel film si vedono personalità diverse come quella di un bambino dispettoso, di una donna, di un uomo ossessivo – compulsivo. Film come questi rinforzano un falso stereotipo sul fatto che le persone con questa complessa malattia mentale siano per forza violente e pericolose
23 personalità, tutte in una sola persona.
Billy Milligan, un criminale affetto da
disturbo dissociativo dell’identità, è stato protagonista di un caso mediatico che sconvolse gli Stati Uniti alla fine degli anni settanta: dopo aver rapinato, violentato e rapito due studentesse universitarie, fu assolto per infermità mentale. Il thriller psicologico
Split, nei cinema dal 26 gennaio, del regista
Manoj Nellyattu Shyamalan, si inspira alla storia di Milligan. Il protagonista del film è
James Mcavoy che intrepreta
Kevin “Wendell” Crumb, un personaggio insolito con un disturbo dissociativo dell’identità: ne ha almeno 23 e nel film se ne vedono solo nove. Oltre a McAvoy, attore scozzese noto soprattutto per essere stato
Charles Xavier/Professor X in alcuni
X-Men, nel cast ci sono anche
Anya Taylor-Joy, la protagonista di
The Witch, e
Betty Buckley.
Shyamalan, regista del film è noto per aver diretto “
Il sesto senso”, il film del 2000 con
Bruce Willis e
Samuel L. Jackson, candidato a sei premi Oscar. Ha diretto anche
The Village, The Visit, Sings e Unbreakable – Il predestinato. I film di Shyamalan sono quasi sempre thriller psicologici con qualcosa tendente all’horror. La principale caratteristica dei suoi film è una
grande attesa, piena di dubbi e cose poco chiare, prima di un finale sorprendente, che scombussola e ribalta tutto quello che si è visto. Anche Split finisce con qualcosa che vi farà venir voglia di cercare qualche risposta in più. Limitandosi invece a quel che succede nei primi minuti del film, Kevin Wendell Crumb rapisce tre ragazzine e le chiude in uno scantinato di casa sua. Nel frattempo si iniziano a vedere alcune delle personalità di Crumb, tra cui quella di un
bambino dispettoso, di una donna, di uno stilista, di un uomo ossessivo-complisivo.
Neil Smith, di Total Film, riguardo al nuovo thriller di Shyamalan ha dichiarato: “E’ proprio un film di Shyamalan e in certi momenti sembra essere il suo miglior film, grazie a un magnetico McAvoy».
Emanuele Sacchi, di
MyMovies, ha scritto: “Split è prima di tutto un lavoro sui generi cinematografici e su come alternarli e mescolarli oggi. E’ molto bello vedere come Shyamalan cambia continuamente registro intervallando toni grotteschi ad altri inquietanti o orrorifici, pur mantenendo una dominante fosca e pessimista”.
Ma c’è anche una minoranza secondo cui McAvoy recita troppo e esagera ogni interpretazione. Gabriele Niola ha scritto su BadTaste: “Piccolo ed essenziale, ma non si può dire lo stesso di McAvoy che interpreta i diversi sé con un fare caricaturale, esagerando come se temesse che qualcosa di più sottile non fosse percepito dal pubblico”. L’associazione australiana SANE ha affermato: “Film come questo rinforzano un falso stereotipo sul fatto che le persone con questa complessa malattia mentale siano per forza violente e pericolose».
Di Giuseppe Priolo