Dopo due SOS disperati, uno giunto da un barcone con 111 uomini che stava per affondare, l’altro da un mezzo di fortuna con a bordo 115 persone, la Guardia Costiera italiana è riuscita a trarre in salvo 226 migranti provenienti dall’Africa Sub Sahariana. È stato fondamentale l’intervento di Don Mosè Zerai, che per primo ha accolto le richieste d’aiuto
Di storie di emigrazione se ne sentono tante: persone che abbandonano la propria terra d’origine per cercare fortuna in quelli che considerano Paesi Beati. Eppure spesso, durante il tragitto a bordo di imbarcazioni illegali, si verificano incidenti che rischiano di impedire ai migranti di giungere sulla terra ferma. Fortunatamente, questa volta, i 226 profughi provenienti dall’Africa Sub Sahariana sono stati tratti in salvo dalla Guardia Costiera italiana, che ha operato in acque libiche. Le forze dell’ordine del Belpaese hanno immediatamente agito a seguito delle segnalazioni pervenute da Don Mosè Zerai e da Suor Grazia di Bari; il sacerdote, responsabile dell’agenzia Habeshia che gestisce gli sbarchi di migranti e le richieste di asilo politico, ha risposto ad un primo SOS pervenuto, tramite telefono satellitare, da un barcone intorno alle 21 di ieri sera. Un’ora dopo è giunta, sempre a Don Mosè, un’altra richiesta di aiuto da un barcone che fluttuava al largo delle coste libiche, a bordo del quale si trovavano 115 persone disperate ed agitate. Una volta giunti sul posto, gli uomini della Guardia Costiera di Palermo sono riusciti a condurre nelle acque sicure del porto i due barconi, con 226 persone a bordo, tra cui un bambino e 37 donne, due di esse in dolce attesa. Una volta concluse le procedure di sbarco e di messa in sicurezza dei profughi, le motovedette della Guardia Costiera hanno fatto ritorno a Lampedusa. Fortunatamente questo episodio è andato a buon fine, e non si sono registrate vittime o dispersi, ma sappiamo che, purtroppo, troppo spesso, questi viaggi della speranza terminano con un epilogo assolutamente negativo. Ad ogni modo, onore al lavoro eccellente della Guardia Costiera italiana, che ha saputo gestire con professionalità e sangue freddo una situazione di estrema emergenza
Di Angela Perrella
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