Manifestazioni in tutto il mondo in una protesta il cui tam tam rimbalza dalle strade al web ai social network. La giornata internazionale di mobilitazione degli “indignados” marca la ripresa di una mobilitazione dei movimenti sociali globali contro il neoliberismo, per una diversa idea di Europa, per una fuoriuscita dalla crisi dalla parte dei deboli e di ha pagato in questi anni un modello di sviluppo iniquo e socialmente ed ecologicamente insostenibile. Si tratta di un’opportunità importante di costruire un fronte europeo nella costruzione di un’alternativa di fronte alle conseguenze della crisi e alle politiche neoliberiste che l’hanno accompagnata.
Centinaia di manifestazioni in tutto il mondo, precedute da un’assemblea globale virtuale. Domani, 15 ottobre, è la giornata internazionale della protesta degli indignados. L’appuntamento italiano è a Roma, alle 14 in Piazza della Repubblica.
I cortei di svolgeranno in 868 città di 78 paesi del mondo, secondo i dati che si leggono su uno dei siti di riferimento del movimento internazionale, 15october.
A Roma sono attese fino a 200mila persone, e non mancano preoccupazioni per l’ordine pubblico.
“Dall’America all’Asia, dall’Africa all’Europa, le persone si stanno rialzando per reclamare i propri diritti e chiedere una vera democrazia”, recita lo slogan del movimento 15M, che chiede una mobilitazione di “protesta globale non violenta”.
E’ l’onda lunga di una protesta partita il 15 maggio scorso da una delle piazze più famose di Madrid, la Puerta del Sol, e che da quel momento è dilagata in tutto il mondo, nelle strade, sul web e sui social network, in un dialogo mediatico da generazione del terzo millennio.
In Italia, l’organizzazione è affidata al coordinamento 15 ottobre, che annuncia l’adesione di centinaia di organizzazioni nazionali e locali, reti e movimenti. Fra le sigle che aderiscono, sindacati, forze politiche, ma soprattutto movimenti e associazioni. La manifestazione è convocata “contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia causata dalle politiche anticrisi, che difendono i profitti e la speculazione finanziaria”.
Inutile sottolineare come questa sia una connotazione centrale di un movimento che ha dato vita negli ultimi mesi e nelle ultime settimane a proteste come “occupy Wall Street”, che in Italia è diventata “occupiamo Bankitalia”. Il corteo di domani è stato preceduto da una serie di iniziative nei giorni scorsi a Bologna, Venezia, Roma, proprio davanti alla sede di Via Nazionale.
di Carmelina Rico
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