L’unione fa la forza. E’ proprio il caso di dirlo: non senza ostacoli, le missioni sanitarie hanno coinvolto specialisti di tutto il mondo e risolto molte delle problematiche che i singoli Stati, come la Palestina, con le proprie forze non sarebbero riusciti a fronteggiare. Il prossimo 21 novembre la nuova missione a Gaza. E l’Italia in prima linea conferma la generosità e la proverbiale operosità che ci contraddistingue
I progetti messi a punto dalla cooperazione internazionale confermano che si può modificare e a volte risolvere problematiche sanitarie che i singoli Stati non sono in grado di fare. Lo dimostrano i risultati del progetto iniziato a Gerusalemme Est nel 1999 con equipe provenienti da Italia, Usa, Nuova Zelanda, Inghilterra, Francia e Belgio. Il programma di cardiochiurgia pediatrica messo a punto al Makassed Hospital ha permesso di operare dal 2003 al 2012 ben 1200 bambini acquisendo una completa indipendenza dal gennaio di quest’anno.
Il quadro e’ stato tracciato lo scorso 6 novembre a Roma in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, moderati da Gianni Lattanzio dell’Associazione Dialoghi, Pierpaolo Vargiu, presidente della commissione Affari sociali della Camera, Fucsia Nissoli, deputata eletta all’estero, Francesco Di Marco di Gift of Life Italy-New York, Gian Luigi Gigli, deputato e neurologo e Giancarlo Crupi, cardiochirurgo dell’Azienda Ospedaliera Giovanni XXIII di Bergamo.
“Non si tratta di singole missioni condotte sporadicamente – ha precisato Crupi – ma progetti sviluppati su base pluriennale” la cui efficacia “e’ tanto più valida se si riferisce a Paesi, come la Palestina e in particolare la Striscia di Gaza in cui, per ragioni diverse, la cooperazione a livello regionale e’ difficile o impossibile. Il programma di cardiochirurgia pediatrica iniziato presso l’European Hospital di Gaza lo scorso maggio ha già portato all’esecuzione di 4 missioni e la nostra partirà per Gaza il prossimo 21 novembre. L’obiettivo e’ quello di eseguire due missioni su base annuale in maniera da garantire con le missioni eseguiti dagli altri partner, una copertura più costante possibile capace di soddisfare le esigenze locali”. Altrettanto positivo e’ stato il programma di cooperazione tra Gift of Life Italy, Ospedali Riuniti di Bergamo e Save a Child’s Heart di Tel-avviato nel 2005 a Chisinau in Moldova della durata di 3 anni e quello, ‘Un ponte tra i popoli’, portato avanti con la Regione Lombardia che ha consentito di operare a Bergamo, dal 2008 al 2011, 30 bambini extracomunitari provenienti soprattutto da paesi medio orientali ma anche da Paesi centro americani come El Salvador.
La difficoltà più significativa nel realizzare questi progetti di cooperazione in una branca così sofisticata della medicina e’ quella economica in considerazione dei fondi necessari all’ottimizzazione delle risorse locali e all’approvvigionamento del materiale di consumo necessario per eseguire almeno 10 interventi settimanali. “La cessazione dell’accordo con la Regione Lombardia – ha sottolineato Crupi – ha di fatto notevolmente ridotto le risorse economiche necessarie per operare a Bergamo bambini extracomunitari e, nell’ultimo anno, Gift of life Italy ha potuto sponsorizzare il
trattamento cardiochirurgico di un bambino di 2 mesi proveniente dal Kosovo. Sono, inoltre, in via di espletamento le pratiche burocratiche per permettere il
prossimo arrivo a Bergamo di una bambina siriana esule in Giordania“. Il costo dell’intervento sarà sostenuto da Gift of Life Italy in cooperazione con il Rotary Club Sarnico e Val Cavallina di Bergamo.
“Ritroviamo in contesti come questi – ha evidenziato
Fucsia Nissoli – quella
generosa operosità italiana che ci fa onore nel mondo e che rappresenta il volto bello del nostro Paese in politica estera. Credo che il valore della cooperazione sia insostituibile per risolvere problemi che i singoli Stati da soli non riuscirebbero ad affrontare, e per avvicinare i popoli e le culture nel dialogo e nel rispetto reciproco, consapevoli che insieme si può aiutare lo sviluppo di contesti vittime sia delle tensioni geopolitiche esistenti, sia di sistemi poco funzionali allo sviluppo umano”.
Di Dalna Gualtieri