Esattamente 120 anni fa, era il 1888, in un’area solitaria del massiccio matesino, nel Molise, in territorio di Castelpetroso, la Madonna Addolorata appariva a due contadine. Papa Paolo VI, nel 1973, proclamava la Madonna dell’Addolorata di Castelpetroso Celeste Patrona del Molise. Oggi, in occasione della ricorrenza del 120esimo anniversario dell’apparizione, la Curia ha pensato ai molisani d’Australia, che si apprestano a salutare Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù. L’effige della Madonna dell’Addolorata farà compirà dunque un pio pellegrinaggio nella lontana terra d’Australia, grazie a don Rocco Di Filippo, Vicario Episcopale per il Santuario, in partenza per un tour di fede e di condivisione con la comunità molisana e italiana del continente più lontano dall’Italia. A don Rocco l’Arcivescovo Metropolita del Molise, Monsignor Giancarlo Bregantini, ha affidato un messaggio speciale, dedicato a tutti i molisani residenti in Australia, devoti di Maria Addolorata, patrona del Molise. Messaggio che riportiamo, in anteprima assoluta, su “Un Mondo d’Italiani”. “Carissimi fratelli e sorelle – leggiamo nel messaggio – colgo l’occasione della visita di don Rocco presso di voi, lungo le orme del viaggio del Papa Benedetto in terra d’Australia, per mandarvi un messaggio di speranza e di luce, che ci viene dalla bellezza del santuario di Castelpetroso. Quando infatti si giunge al santuario, specie per chi percorre la strada che viene da Roma, che sale lentamente su colline dolci, si prova una sensazione nettissima. Si staglia davanti a noi questa costruzione, maestosa, raffinata, grande nella meraviglia. Che non si lega con il paesaggio circostante, perché ha una sua imponenza particolare. E’ lì, perché ce l’ha voluta Maria Addolorata. Ma è anche lì perché qualcuno, di fede grande, l’ha voluta realizzare, con una costruzione frutto di immensi sacrifici, impegno solerte, passione mariana mirabile. Ebbene, in questa passione per la Madonna, in questo lavoro di costruzione, spiccano i tanti sacrifici dei molti emigrati che sono stati costetti, per cercare un lavoro, a lasciar la bella e serena terra del Molise per imbarcarsi verso lidi lontani. Molto lontani, come i lidi dell’accogliente Australia, terra dalle mille potenzialità, che ha visto crescere la propria ricchezza anche grazie a questi fratelli e sorelle venuti da lontano. Ogni emigrante, poi, porta nel cuore certe immagini, certi tramonti, certi incontri. Come quella collina, spesso tagliata da venti freddi e gelidi, ma ricca di calore divino, come la collina del Santuario dell’Addolorata. Quelle mani di Maria, che offrono al Padre Celeste il divin Figlio Gesù, sono spesso le stesse mani di tante mamme che offrono al cielo i grandi sacrifici di intere generazioni , lungo le rotte del lavoro all’estero. Così il santuario è cresciuto, tra mille fatiche, tanta lentezza, immensa tenacia. E’ cresciuto bello, maestoso, nel suo stile neogotico, che sempre piace. Perché ricco di fascino antico e di modernità attraete,. E in quella bellezza ecco, carissimi fratelli e sorelle d’Australia, il vostro preciso contributo, le vostre offerte generose e piccole, frutto di tanto amore. La nostalgia si è fatta dono. Le lacrime sono state asciugate pensando a quelle mani di Maria Addolorata. Il Papa viene a visitarvi. E’ un’occasione di Grazia e di benedizione, come dice il suo bel nome, Benedetto, scelto con stupore, perché sul mondo scenda la rugiada celeste. Confortatrice di tanti sacrifici. Sigillo di valori eterni. Vi esorto, carissimi, anche tramite questo viaggio di molti giovani d’Italia, a risentire la bellezza della nostra lingua. Ma soprattutto a rilanciare nel cuore delle vostre famiglie, oggi così nuove, insidiate dai idoli moderni, a mantenere intatti i valori della Terra del Molise. Regione che insegna nella sua sobrietà di vita, che lancia il cuore verso le nevi del Matese, nei rigidi mesi invernali e verso le colline indorate di grano nelle dolci serate estive. Terra che ha insegnato a voi ad essere onesti, impegnati, coraggiosi, tenaci e veri. Siate sempre uniti, forti nella preghiera, impegnati nella difesa della famiglia, che in questo vostro continente è spesso insidiata da idoli nuovi, che rischiano di spezzarla. Partecipate alla vita ecclesiale, nelle sue molteplici manifestazioni, che spesso vedono gli Italiani come protagonisti, attesi e stimati dalla Chiesa locale. A don Rocco il mio grazie, per quanto sta facendo, con intelligente fantasia, nel suo compito di delegato Vescovile presso il Santuario, sulla scia luminosa di don Angelo Spina, ora vescovo in Abruzzo. Grazie per quanto vi dirà , per le celebrazioni belle che saprà fare con voi e per voi. Per le tante lacrime che asciugherà. E con lui desidero ringraziare tutti coloro che si sono impegnati lungo i decenni, con sacrifici immensi, anche tramite il vostro contributo economico, a costruire e zelare il santuario. Ad iniziare da don Nicola, figura inscindibile dalla Chiesa, alle Suore Piccole Discepole di Gesù che sono state tanto benemerite, con l’orfanotrofio ed ora, con gioia, alle Suore Sorelle Minori dell’Immacolata, che zelano la vita liturgica. Ed un grazie vivissimo ai Frati Conventuali, per la gestione sacramentale del Santuario, tramite lunghe confessione e zelo nella animazione giovanile. La Vergine Addolorata vi benedica tutti. E stenda su ciascuno di voi il suo manto di consolazione, perché ogni passo vostro, di ieri e di oggi, sia accompagnato sempre dalla benedizione del Signore, come lo sarà nei passi del Papa, pellegrino tra di voi, portatore di pace e di speranza. Amen>.
Di Redazione Umdi
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