100 anni fa nasceva lo scrittore mario tobino

100 ANNI FA NASCEVA A VIAREGGIO LO SCRITTORE MARIO TOBINO

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«IL MANICOMIO E’ PIENO DI FIORI, MA NON SI RIESCE A VEDERLI». LO SCRITTORE PSICHIATRA CHE HA MESSO A NUDO NEI SUOI ROMANZI LA CRUDELTA’ DELLA GUERRA. UN POETA CHE HA SPESO LA SUA VITA AL SERVIZIO DEL PROSSIMO
Un secolo fa! Sembra passata un’eternità ed invece sono solo cento anni; ed il nome di Mario Tobino continua a rimanere vivo all’interno della cultura italiana. Scrittore, poeta e psichiatra, Tobino ha intriso le sue pagine di unno spiccato autobiografismo mischiato ad un intento psicologico e sociale di intendere il mondo circostante. Esordisce prima come poeta e poi come romanziere.
Nasce Viareggio il 16 gennaio del 1910: infanzia felice e vivace, ragazzo esuberante e questa sua “dote”, costrinse i suoi genitori a spedirlo in collegio, a Collesalvetti. L’amore per la scrittura lo riceve dalle letture appassionate di Machiavelli e Dante. Dal carattere volitivo ed insofferente, con una propensione agli studi umanistici legata ad una ferrea volontà, sicuramente encomiabile, di aiutare il prossimo, intraprende gli studi di medicina prima all’Università di Pisa, per poi laurearsi nel 1936 presso l’Ateneo di Bologna. Al mondo della letteratura accede già nel 1934 quando pubblica la sua prima raccolta di versi intitolata “Poesie”, che ottiene a Pisa un enorme successo di critica. Svolge il servizio militare prima a Firenze e poi come ufficiale nel Quinto Alpini a Merano. Terminata la leva, torna a Bologna per specializzarsi in neurologia, psichiatria e medicina legale. Allo scoppio della seconda guerra mondiale viene richiamato e finisce in Libia sino al 1942: da questa esperienza nasce “Il deserto della Libia” del 1952 che lo consacra anche come romanziere. Da questo romanzo nascono poi due celebri film sul secondo conflitto mondiale: “Scemo di guerra” di Dino Risi e “Le rose del deserto” di Mario Monicelli. Nel 1943 partecipò attivamente alla resistenza contro i nazifascisti in Toscana e dalle vicende di lotta partigiana nacque il suo ennesimo capolavoro dal titolo “Il clandestino”. Terminato il periodo bellico si dedica alla sua professione di medico prendendosi cura dei malati di mente distinguendosi nel suo campo e ricevendo numerosi riconoscimenti per il suo lavoro. Muore ad Agrigento nel 1991.
I ROMANZI
LE POESIE
Il figlio del farmacista
Poesie
La gelosia del marinaio
Amicizia
Bandiera nera
Veleno e amore
L’angelo del Liponard
L’asso di picche
Il deserto della Libia
Le libere donne di Magliano
Due italiani a Parigi
La brace dei Biassoli
Passione per l’Italia
Il clandestino
Sulla spiaggia e aldilà del molo
Una giornata con Dufenne
Biondo era e bello
Per le antiche scale
La bella degli specchi
Il perduto amore
Gli ultimi giorni di Magliano
La ladra
Tre amici

Di Gianluca Ricciardi

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Manuela Canzona

23 anni, laureanda in Scienze del Servizio Sociale presso l'Università degli Studi del Molise, diploma in Liceo delle Scienze Umane economico-sociale, impegnata come volontaria nel Servizio Civile Universale, ho abbracciato il progetto Molise Noblesse Movimento per la Grande Bellezza. Sono una persona empatica e paziente. Mi piace viaggiare ed amo la natura.